PISTOIA. Una lettera di Massimo Scalas sui “bravi cristiani”.
Buona sera Direttore,
le scrivo per metterla a conoscenza di un fatto piuttosto grave che accade in questi giorni nella parrocchia di Valdibure (non so se riguarda anche l’Immacolata di Porta S. Marco).
Il Vescovo Tardelli, senza dare alcuna spiegazione ha deciso di rimuovere Padre Paul dalla conduzione della parrocchia di Valdibure-Santo Moro. Il parroco ha comunicato la decisione del vescovo durante la messa di domenica, leggendo ai presenti la comunicazione che non forniva spiegazioni.
Illazioni da alcune signore vicine al parroco parlano di 6 persone cui non piace questo parroco che avrebbero mandato una lettera a Roma sollecitandone l’allontanamento.
In realtà io penso che dopo 40 anni di Don Ferrero, qualcuno, che era abituato a fare il bello e il cattivo tempo, non potendolo più fare se la sia legata al dito… Quanto alla casa al mare Paul è ricco di famiglia. Evidentemente la cosa suscita invidie da parte di questi “bravi cristiani”.
Io non pratico, ma ho frequentato Padre Paul in questi due anni perché mio figlio ha fatto il catechismo e la prima comunione a giugno: è una persona molto pratica e che sa dire cose vere, non scontate… dopo un’iniziale diffidenza è stato infatti accolto e accettato da quasi tutti.
Tutti tranne 6 e questo evidentemente basta e avanza per il Vescovo. Comunque da non praticante la conoscenza che ho di lui mi ha spinto a dargli una mano nella distribuzione dei pacchi della Caritas alle famiglie indigenti.
Ma forse il problema è proprio questo: è piaciuto a gente come me. Può dare risalto alla notizia?
Massimo Scalas
P.S. Domani una delegazione di fedeli sarà ricevuta dal Vescovo… vediamo che gli racconta.
Molto interessante, tutto questo, Massimo, anche se in negativo! Io sono credente e praticante (anche se, certamente, imperfetto e peccatore). Conosco Valdibure, anche se sono di Vicofaro e sarei voluto venirci qualche volta la domenica per sentire questo nuovo parroco succeduto a don Ferrero.
Questo vescovo, invece, a pelle, ed anche per averlo sentito in un paio di occasioni, mi piace poco.
Seguirò con interesse gli sviluppi futuri.
Un cordiale saluto,
Piero
Non ci posso credere, conosco, mi permetto di dire abbastanza bene padre Paul Devreux, ho fatto con lui uno straordinario viaggio in Terra Santa, straordinario per come lui ce l’ha fatto vivere. Nell’estate 2012 il precedente Vescovo ha deciso di portarlo via da Pian degli Ontani, dove era arrivato nell’autunno del lontano 1994, contro la volontà di tutti i cittadini della Montagna dove in diversi periodi aveva esercitato il suo mandato. Abbiamo scritto lettere, ci siamo incontrati successivamente più volte con il Vescovo Mansueto Bianchi, una significativa rappresentanza di parrocchiani, giovanissimi, giovani e anziani, sono andati in Curia a Pistoia e non solo, ma non ha inteso ritornare sulla sua scelta. L’ha voluto a tutti i costi a Pistoia, in una parrocchia difficile e con un significativo numero di parrocchiani, proprio per la sua straordinaria capacità sia come parroco che come uomo, per quella sua caratteristica di saper comunicare con tutti, di qualsiasi estrazione e, soprattutto anche in quelle situazioni particolarmente difficili. Adesso cosa è Successo? Per favore Vescovo Tardelli, pur apprezzando l’attuale parroco Don Agostini, ce lo rimandi per favore a Pian degli Ontani.
Poiché conosco bene anche Flavio Ceccarelli e Pian degli Ontani ( ogni tanto vi andavo a trovare don Renato Bellini, a sua volta, in tempi lontani, estromesso da Vicofaro con metodi discutibili dall’allora vescovo mons Mario Longo Dorni ), mi permetto di intervenire di nuovo per dire che sarebbe il caso, talvolta, da queste gerarchie piuttosto impermeabili al dialogo, di pretendere maggiore chiarezza.
Azzardo anche una “profezia”. Non mi suonerebbe strano che il prossimo a venire allontanato senza troppe spiegazioni e senza troppi complimenti dalla parrocchia in cui si trova, anche in questo caso Vicofaro, dove sta dando ottima (e per più di uno scomoda) prova di sé, possa essere don Massimo Biancalani.
Stai a vedere che alla fine aveva ragione don Milani quando diceva che “l’obbedienza non è (non dovrebbe essere) più una virtù”.
Teniamoci aggiornati.
Piero Giovannelli
Questo articolo a noi di Pian degli Ontani, ci rattrista, se è così, le 6 persone alle quali non piace, hanno cercato un contatto la dove Padre Paul è stato in passato per conoscerlo meglio? Credo di no. Nel 2012 quando il Vescovo, l’ha voluto a Pistoia, oltre alla resistenza dei cittadini nell’accettare questa decisione, uscirono anche degli articoli di giornale, http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2012/09/09/news/don-paul-deve-restare-con-noi-1.5669826?ref=search Ricordo il suo primo giorno all’Immacolata e la festa fatta dai tanti, tanti parrocchiani per il suo arrivo, Stessa cosa nella sua prima celebrazione a Valdibure. Credo che le vere motivazioni siano quelle riportate nell’articolo.
Grazie per i commenti…aggiungo un paio di cose a titolo personale:
– se è vero che in Italia ogni città è un campanile, la Valdibure fa Stato a se…è vero, è una zona molto particolare e difficile, dove spesso la gente fa fatica a rapportarsi apertamente e civilmente col prossimo, dove lo “Ius soli” è applicato in modo stretto e arbitrario (spesso, chi è nato qui, si attribuisce proprietà ed usufrutto esclusivo di spazi demaniali….) Qui c’è stato per 40 anni un “monumento” come Don Ferrero che, guarda caso è nato e cresciuto in questa valle. Ma Paul si era comunque conquistato la simpatia di tanta gente, la maggior parte, che non intende la fede come un fatto meramente esteriore e bigotto. E ripeto, probabilmente ha dato noia a qualcuno che con ferrero si sentiva un privilegiato (cosa per nulla cristiana).
– Paul è uomo indubbiamente di fede, ma temperato da buon senso, da una pacata bonomia e ironia sulle cose di chiesa e del mondo, che a me personalmente, hanno spinto a tornare in chiesa, non per l’obbligo imposto dai due anni di catechismo di mio figlio, ma per sentire cosa aveva da dire questo parroco italo-belga.
Quindi io chiedo al Vescovo Tardelli: davvero Lei pensa che nel 2015 si possa allontanare un parroco senza dare spiegazioni a lui e ai parrocchiani? Davvero Lei lo allontana per dare retta a 6 persone contro il parere di tutti gli altri, cioè della maggioranza? Ci pensi bene, le chiese sono già abbastanza vuote.
Aggiungo la mail che ho inviato al vescovo stamane
“All’attenzione del Vescovo Tardelli
Buon giorno, mi permetto di scriverle per dissentire fermamente dalla Sua decisione di rimuovere, senza spiegazioni, Padre Paul dalla parrocchia di Valdibure. Voci dalla Vallata, parlano di pochissime persone che ne hanno chiesto la rimozione, basando la loro richiesta su pettegolezzi privi di fondamento o non rilevanti per la sua attività di prete (questo è quanto mi è stato riferito). Le ricordo che Padre paul ha avuto l’ingrato compito di sostituire un “monumento” quale era Don Ferrero, eppure si è velocemente conquistato la simpatia della maggioranza dei parrocchiani e sopratutto ha riportato gente come me, che da anni non entrava in una chiesa, a sentire messa e sa perchè? Perchè non tratta la fede in modo esteriore e bigotto, ma parla alla gente di cose vere, reali e lo fa con pacatezza, ironia e buon gusto. Lei è sicuro di potersi permettere una chiesa vuota in Valdibure?
Cordialmente
Massimo Scalas”
Bravo Massimo, come sempre. La e-mail al vescovo mi sembra incisiva e ben congegnata. Stiamo a vedere se il vescovo vorrà intenderla nel suo vero significato o andrà per la sua strada. Nella seconda e possibile ipotesi, sarà il caso di non demordere ed alzare il livello dello “scontro”.
Alla prima occasione utile (non questa domenica, però) e prima che padre Paul venga casomai allontanato, mi faccio vedere alla messa delle 11 per conoscerlo.
Piero
Penso che queste persone che si sono lamentate e di conseguenza “ascoltate”,siano le classiche persone cristiane che predicano bene e razzolano male. È vergognosa la motivazione inesistente per allontanare padre Paul. Premetto che io e mio marito non siamo praticanti assidui della chiesa,ma a giugno di quest’anno abbiamo deciso di rafforzare la nostra unione davanti a Dio e ne siamo stati felici grazie alla guida di Padre Paul che ci ha accompagnati con la fede e l’umiltà che solo un vero prete e uomo può avere. Chi ha preso questa decisione dovrebbe pensare ai veri valori della vita e non alle apparenze;e di occuparsi dei problemi seri che affliggono la chiesa..che non sto ad elencare perché li conoscono tutti! Mi permetto di concludere dicendo che Padre Paul è una persona Vera e un prete che sa fare il suo “mestiere” e sa arrivare al cuore delle persone imperfette che magari non predicano bene ma vogliono razzolare bene.
……mi piace…… questo “predicare bene e razzolare male”…… e’ troppo comune, specialmente a chi e’ molto vicino alla chiesa……..
qui se non facciamo qualcosa, le nostre chiese si svuotano……..
solo una cosa
RIDATECELO IN MONTAGNA
ce ne fosse come lui……..
Aggiungo ulteriore riflessione: davvero la chiesa intende assecondare persone che si parano nell’anonimato diffondendo lamentele pretestuose (per non dire altro)? Davvero questa Chiesa, che faticosamente Papa Bergoglio cerca di scuotere, intende continuare a spostare preti amati dalla maggioranza delle comunità che li ospitano allo stesso modo in cui sposta, invece di spretare e denunciare all’autorità giudiziaria, i loro confratelli pedofili? (vedi parroco di Vipiteno, condannato a 7 anni per pedofilia e prosciolto in Cassazione per prescrizione dei termini…. che continua indisturbato a dire messa in Alto Adige), Ma davvero questi Vescovi pensano di riavvicinare la gente alle loro chiese sempre più vuote agendo d’imperio senza spiegazione alcuna?
Come già scritto in altro commento: Concordo pienamente con Massimo e come lui, credo, difficilmente rientrerò in Chiesa, all’Immacolata, almeno durante la messa. Anche perché se Don Paul viene definitivamente sostituito da Don Alessio, non avrò più il piacere di partecipare ad una funzione con uno spirito che mi piace. Personalmente credo che Don Paul, a differenza di Don Alessio, sappia parlare alla gente in modo diverso e spesso migliore, credo lo dimostri anche il fatto della numerosa partecipazione alle funzioni dell’uno e non dell’altro. Non entro il merito della mezza dozzina di persone che hanno scritto le lamentele, credo però che, 6 persone non siano una comunità ma solo una conventicola, e che abbiano tanti problemi da risolvere con se stessi prima che con il loro Parroco. Problemi, presumo, entrambi sanabili con l’apertura mentale, il confronto e il perdono, qualora ce ne fosse bisogno.
Vorrei raccontare la mia esperienza alla Parrocchia dell’Immacolata e con Padre Paul.
L’anno scorso, di Febbraio, mi sono ammalata gravemente, non potendo più lavorare e mantenermi. Ero molto giù di morale prima di ammalarmi perchè per anni non ho potuto vivere in pace con la mia coscienza. Vedete, io sono divorziata. Ho chiesto la separazione da mio marito nel 1993 dopo 21 anni di matrimonio infelice. Mi sono sposata a 17 anni su consiglio dei miei genitori e non conoscevo affatto il mio futuro marito. Dopo il matrimonio ci siamo ritrovati incompatibili e io ho sofferto molto per questo. Non l’ho lasciato subito, essendo molto cattolica e rispettando i miei genitori, ho continuato il matrimonio avendo anche due figli. Un giorno, l’anno scorso, che stavo molto male, mi sono decisa di andare alla parrocchia dell’Immacolata. La Madonna è stata sempre un aiuto per la mia anima e recitavo spesso il Santo Rosario. Lì, in chiesa, recitavano il Rosario e io mi sono unita a loro. La mattina dopo, sono andata a Messa ma non ho preso l’Eucaristia, sempre per via dei sensi di colpa. Dopo la Messa, ho cercato il sacerdote per confessarmi, non lo facevo da molti anni. E così ho conosciuto Padre Paul. Ha subito lasciato tutto e si è dedicato a me. Gli ho raccontato un pò della mia sofferenza e il fatto di non potere partecipare in pieno alla Santa Messa. Ho tanta fede e non volevo essere tagliata fuori dalla mia religione. Padre Paul ha capito subito la mia situazione e mi ha assolta da ogni peccato dandomi l’Eucaristia. Non potete immaginare la mia gioia, visto che stimo i sacerdoti e per me sono uguali agli apostoli. Da quel giorno sono sempre andata a Messa, faccio la Comunione insieme agli altri e mi sento degna di partecipare. Grazie a Padre Paul, mi hanno anche dato il pacco alimentare quando ho avuto bisogno. Ora sto molto meglio e il mio spirito esulta! Questo merito di Padre Paul che è un ottimo sacerdote, spiega il Vangelo in modo molto semplice e io lo capisco bene. Quando ho sentito che deve andare via, mi è preso l’ansia e ho paura che smetterò di andare in Chiesa.
Sarei voluto venire domattina a Valdibure alle 9.30 per l’ultima, mi dicono, di Padre Paul, ma non potrò farlo.
Dopo avere letto la lettera del Vescovo, l’articolo di Felice De Matteis di qualche giorno fa ed i commenti che via via si sono succeduti all’intervento di Massimo Scalas, sono sempre meno convinto, dietro le parole mielose e concilianti, della effettiva bontà di intenti di mons Tardelli.
Inoltre, vorrei dire, da credente, che fare lo sciopero della messa, magari, non è la cosa migliore (ma, naturalmente, ognuno deve regolarsi con la propria coscienza su questo); però, credo che, se un fedele non gradisce un certo parroco od una certa situazione, sia padronissimo (e ci mancherebbe!) di cambiare parrocchia, orari, o quant’altro. E che, comunque, al contrario di quanto accadeva un tempo, possa e debba dare segnali forti alle gerarchie.
Ed infine, sarebbe molto spiacevole se dietro discorsi e scritti in cui ad ogni piè sospinto si rammenta il Signore e la Sua volontà, si nascondesse invece, malignamente, niente più che la volontà dell’uomo di pararsi dietro il Signore per fare cose e prendere decisioni come minimo discutibili.
Non so se sono stato chiaro.
Piero Giovannelli
Buon giorno Piero!…concordo con Lei. Diciamo questo: la chiesa ha le sue regole e chi ci vuole stare deve rispettarle. Ma non posso fare a meno di pensare a quanto queste regole abbiano poco a che fare col Divino e molto con esigenze terrene, legate a periodi storici. Ci sono regole che derivano da decisioni prese nel Medio Evo da esseri umani in carne ed ossa, non contenute nei Testi Sacri. Non mi risulta per esempio che Gesù abbia mai preteso il celibato (faccio per dire…la cosa non ha ovviamente alcun riferimento). E non posso fare a meno di riflettere sull’ambiguità che permea la Chiesa Cattolica, che da un lato impone regole prettamente terrene salvo poi, di fronte alla loro violazione non andare a farle rispettare. Ove rispettare significa porre i preti di fronte a decisioni drastiche. O dentro la chiesa alle condizioni prescritte o abbandonare la tonaca ed essere liberi. Questa ambiguità è, e torniamo all’inizio, la diretta conseguenza di voler mantenere in vita, regole terrene, imposte in tempi storici lontani dalla realtà attuale. Molto meglio i protestanti allora.
Buona domenica!
Grazie Massimo, concordo pienamente. Quanto al confronto tra le cose dette da Gesù, e più in generale tra la strada da Lui indicata e ciò che la Chiesa come istituzione ha fatto nel tempo, la differenza è davvero abissale, e quello di cui si parla adesso è solo un piccolissimo esempio, alla fine. Fermo restando, per completezza dell’informazione e del giudizio, che nella Chiesa, magari incompresi, ci sono stati anche fior di santi e di personaggi che hanno esercitato le virtù cristiane in maniera, come si dice, eroica, ed alla fine, sono loro che, comunque, la tengono in piedi.
Piero Giovannelli