Dovrà essere fondata sulla collaborazione e l’impegno per la conservazione della natura e la promozione dell’area protetta. Positivo l’avvio dei lavori di restauro delle strutture, ma in assenza di un presidio gli atti vandalici sono destinati a moltiplicarsi
MASSA E COZZILE. Per il secondo anno consecutivo, a causa della grave situazione pandemica, il giorno di Pasquetta l’Osservatorio faunistico delle Morette è rimasto chiuso. Per oltre 20 anni in questo giorno si erano registrati numeri record di affluenza e, assieme alle guide ed agli esperti del Centro di Ricerca, i nostri/e volontari/e avevano assicurato un buon servizio di accoglienza, offrendo la possibilità di osservare gli animali con potenti cannocchiali.
Tuttavia anche quest’anno non sono state poche le persone che hanno raggiunto l’osservatorio e a nessuna di loro sarà sfuggita la presenza di feci umane, proprio all“ingresso della struttura. Da molto tempo a questa parte sono frequenti atti vandalici di questa e di altra natura (due settimane fa è stata scardinata e danneggiata la porta d’ingresso).
Crediamo che questo non sia che un riflesso della fase di incertezza che è seguita a tanti anni di corretta gestione della Riserva Naturale.
Perfino la cosa più elementare di un’area protetta, cioè le tabelle che ne delimitano i confini, non esiste più (anche in questo caso a provvedere erano i nostri volontari e personale del Centro).
Eppure restano intatti, oltre quella sottile cortina di canne, una straordinaria ricchezza di uccelli acquatici ed un paesaggio di grande pregio, unico nel suo genere.
Ci chiediamo allora perchè continuare a rimandare ed ostacolare una soluzione che consenta di recuperare e valorizzare quegli elementi di buona gestione apprezzati per molti anni da cittadini/e e istituzioni scientifiche? Perchè il coinvolgimento dei comuni, a cui nessuno si oppone, deve avvenire spazzando via chi ha fatto un buon lavoro, operando con passione, competenza e spirito di inclusione?
Ed ancora perchè la superficie protetta da una riserva naturale rappresenta appena il 10% del Padule, quando le altre zone umide Toscane di pari importanza sono totalmente, o in gran parte, protette? Domande che da troppo tempo attendono una risposta in un clima di rottamazione, senza alternative credibili: poche idee, ma molto confuse, e tanti piccoli inconfessabili interessi.
È il momento di tornare a lavorare per la conservazione degli habitat, della flora e fauna palustri. È il momento di riprendere l’azione di presidio che per lungo tempo aveva preservato l’area pubblica da azioni vandaliche.
Alcuni comuni, dietro finanziamenti regionali, hanno iniziato a mettere mano alla manutenzione straordinaria delle strutture di visita, che era necessaria da molto tempo. Auspichiamo che questo possa essere l’inizio di una nuova fase e ci auguriamo che si tratti di una fase di collaborazione.
Ci piacerebbe continuare a dare una mano, offrendo il nostro tempo libero e i nostri saperi, con il Centro di Ricerca e con le istituzioni locali, nell’interesse generale.
Nelle foto che alleghiamo, un dipendente del Centro rimuove gli escrementi dalla passerella dell’Osservatorio delle Morette. È tempo di chiudere una brutta parentesi e di tornare a prendersi cura della Riserva Naturale.
Amici del Padule di Fucecchio perla Biodiversità
[petrassi]