CASTELMARTINI. L’associazione Amici del Padule di Fucecchio ha deliberato e fatto richiesta di entrare a far parte del Centro di Ricerca Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio.
L’associazione, costituitasi lo scorso giugno con lo scopo di contribuire alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico del Padule di Fucecchio, raccoglie al suo interno anche volontari che già da tempo collaborano col Centro in attività diverse, dalla manutenzione e pulizia di strutture e sentieri, all’apertura al pubblico del Centro Visita e dell’osservatorio faunistico nei fine settimana.
Con l’entrata nel Centro gli “Amici del Padule di Fucecchio” intendono quindi formalizzare un ruolo di collaborazione che è già esistente nei fatti. Non solo. Essi intendono anche richiamare l’attenzione del pubblico sulla situazione di grave incertezza rispetto al futuro del Padule, in un momento in cui è a rischio la sopravvivenza del Centro, che da oltre venti anni ne ha garantito la tutela e la valorizzazione.
La recente sospensione della Convenzione con la Provincia di Pistoia che fra il 1998 e il 2014 ha garantito una base sicura di introiti (che peraltro hanno costituito solo una parte – e non la parte maggiore – del bilancio del Centro) rischia infatti di compromettere gravemente la stabilità lavorativa dei dipendenti, e di ridurre o azzerare anche le opportunità di lavoro per i collaboratori esterni (guide qualificate, esperti in varie discipline ecc.), con possibili conseguenze molto negative sulla tutela dell’area palustre.
È infatti evidente come nessun gruppo di volontari, per quanto attivi e motivati, sarebbe in grado di curare questo delicato territorio, in assenza di adeguate professionalità che garantiscano una corretta esecuzione degli interventi, sia sul piano tecnico che organizzativo.
Si vuole ricordare a questo proposito che il Padule di Fucecchio è stato recentemente incluso nella convenzione di Ramsar, quale zona umida di importanza internazionale. Tale status lo pone all’attenzione di un vasto pubblico nazionale ed internazionale e costituisce al tempo stesso una interessante opportunità.
La Regione Toscana è evidentemente consapevole di questa ricchezza, avendo a suo tempo inserito nei propri strumenti di programmazione (Paer 2013-2015 – piano ambientale ed energetico regionale) un ampliamento della Riserva Naturale.
Riteniamo che un tale provvedimento, per il quale esiste già un impegno formale, potrebbe moltiplicare le possibilità di fruizione turistica dell’area protetta, consentendo anche al soggetto gestore di ottenere maggiori introiti e autonomia economica.
Le sorti di quest’area non possono essere delegate solo ai Comuni ed agli altri soggetti che fanno parte del Centro. Pertanto auspichiamo che si ritrovi una comune visione strategica unitaria sulla conservazione e sulla valorizzazione del Padule, che i Comuni che sono usciti dal Centro tornino a far parte dell’associazione e che la Regione Toscana assuma la gestione della Riserva Naturale, servendosi del Centro, cioè del soggetto che si è dimostrato più qualificato, efficiente ed affidabile.
Occorre superare i conflitti campanilistici e personali, gli interessi particolari e una diffidenza – generalmente non argomentata – nei confronti dell’operato del Centro: tutte cose che non sono mai servite a costruire niente e che sono sempre più motivo di insofferenza nella cittadinanza.
Simona Petrassi
Presidente Associazione “Amici del Padule di Fucecchio”
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