Nel giro di questi ultimi anni mazzàntici, è venuto fuori un qualche inghippo per prima cosa di natura tecnica (errore, credo, nella progettazione e nelle prime colate di cemento) e poi di natura finanziaria…
SE PER TUFFARTI ASPETTI LA PISCINA
D’ANNI NE PASSA UN’ALTRA SETTANTINA
L’idea della piscina a Quarrata fu dell’amministrazione Dc-Psdi, l’ultima prima del crollo sulla buccia di banana del piano regolatore generale che Doriano Spinelli (Psdi) fece andare a gambe all’aria all’ultimo tuffo: 1975. Io c’ero, voi no.
C’era anche il Mazzanti, ma stava chiuso a giocare a carte, allora, alla Casa del popolo di via Galilei. Aveva per idolo Benito Bucciantini, di cui ripeteva ossessivamente l’intercalare Eh già, mentre la Sabrinsky Point, allora più chiesastica e demo-filo-bardelliana, appariva in foto di gruppo dinanzi a sedi Aias e in linea con l’Amadori. Io c’ero, voi no.
Nell’estate 1975 Luciano Caramelli sgambettò la Dc e nacque Hanging Rock, il monolito mono-neuronico che non s’è più tolto dai piedi e opprime Quarrata. E la piscina prese il via. Peccato che sia andata a puttana, come potete vedere dalle foto. Allora furono 120 milioni buttati nella Fermulla in Folonica. Ma 120 milioni di allora (gli stipendi erano di 118-120 mila lire mensili) erano una cifra da capogiro. Un appartamento di 110 metriquadri costava 45-50 milioni. Fate i calcoli, anche quelli renali.
Alla fine, con tutte le pinocchiate della sinistra, siamo giunti al punto in cui il Mazzanti era – se non erro – assessore ai lavori pubblici; e la SSG, dottorA sindacA-inutile.
Così Ella (per citare un Feltri demodé) indossato il casco, si tramutò in muratorA e murò il primo e unico mattone della piscina dietro la BCC (allora) di Vignole: oggi Banca Alta Toscana.
Svegliatevi, dormienti, perché, per quanto io posso rammentare con la mia mente addormentata dal libero pensiero, toccò all’architetta Nadia Bellomo (quella che aveva concesso anche i permessi al Perrozzi per chiudere le piazzole inchiudibili) la supervisione dei lavori piscinosi di Vignole.
Sennonché la Bellomo conviveva more uxorio con Mauro Dugheri, presidente delle attività sportive del Pd materializzabili nella Uisp, associazione con cui la piscina doveva essere con-realizzata.
Non solo: costui era anche socio della ditta appaltatrice dei lavori, a quanto si diceva. In altre parole una bella pizzettina quattro (ma anche otto, ma anche sedici) stagioni e non senza una balla di profumato origano: tanto i soldi erano dei quarratini e, quindi, anche di me, miei.
Ora nella narrazione venite anche voi, passerini e passerine desiosi di tuffarvi in acqua, perché i fatti sono recenti. Nel giro di questi ultimi anni mazzàntici, è venuto fuori un qualche inghippo per prima cosa di natura tecnica (errore, credo, nella progettazione e nelle prime colate di cemento) e poi di natura finanziaria: fra Mazz & SSG ci hanno regalato un bel debitone da pagare al costruttore. Avete capito? Non parlo di quanti euro, perché anche la mia memoria ha qualche limite.
Nel frattempo con una piscina (anche qui potrebbe dirvelo il Romitino che di lavori pubblici era l’intendente generale) da 5 o 10 milioni, ma fottuti, Okkióne I si era sentito (ma questo solo a parole) con una ditta pistoiese specializzata in costruzioni sportive, per realizzare, se non una piscina, almeno una tinozza adatta alle anatre: spesa massima 1 milione. La ditta, ovviamente, rispose marameo perché sei morto. Non so se sono stato sufficientemente chiaro, altrimenti chiedete e tornerò sull’argomento.
Ecco la Quarrata del futuro del Mazzanti: tutti brigidini, torroni (anche morbidi) di Lamporecchio e – soprattutto – duri di menta.
Nel frattempo, quarratini fedeli al regime, andate a nuotare alla Laghina con le cicogne, gli aironi e i rospi ululoni.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Prodezze della sinistra quarratina
Tanto sono soldi del popolo…