PISTOIA. L’associazione Palomar, nata nel 2010 per iniziativa di un gruppo di persone impegnate in settori e esperienze diverse della vita politica e culturale della città e il cui primo promotore e presidente è stato l’attuale sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli, rilancia la sua attività.
Il dibattito e le proposte che l’Associazione ha promosso nella sua prima fase di vita sono diventate una parte importante dell’impianto politico-programmatico dell’Amministrazione Bertinelli. Questo importante risultato ha reso necessario un nuova organizzazione dell’associazione alla luce dei nuovi ruoli e delle responsabilità assunte dai suoi fondatori e principali promotori.
In questi due anni si sono svolti numerosi incontri con le realtà cittadine e con persone interessate a vario titolo ad animare un dibattito serio e vivace sul presente e sul futuro città. Nel corso dei tre appuntamenti assembleari svoltisi il 20 giugno, il 3 luglio e il 29 luglio, si è arrivati al rinnovo degli organi associativi con l’elezione del presidente, del comitato direttivo e del collegio dei tesorieri.
Durante l’assemblea del 3 luglio è stato eletto Nicola Ruganti come nuovo presidente e il comitato direttivo composto da Francesca Bartolini, Daniela Belliti, Alessandra Bruni, Francesca Matteoni, Paola Pupino, Sonia Soldani, Manuela Trinci, Filippo Buccarelli, Marcello Bucci, Cristiano Coppi, Stefano Cristiano, Marco Frediani, Francesco Giovannini, Sandro Landucci, Ezio Menchi, Mattia Nesti, Andrea Paci, Walter Tripi.
Si tratta dunque di un gruppo di persone impegnate e partecipi alla vita cittadina che intende svolgere un ruolo di stimolo e di proposta. Un impegno che trova la sua migliore garanzia nell’ampio pluralismo di personalità e identità politiche che caratterizza il mosaico dell’associazione e che risulta costitutivamente irriducibile a strumentalizzazioni e manovre propagandistiche e di facciata.
L’associazione si propone un anno di lavoro con un ricco calendario di iniziative che sarà presto reso noto e a settembre 2015 tirerà le fila del lavoro svolto in un insieme di iniziative che non saranno soltanto di natura convegnistica, ma che avranno una chiara impronta laboratoriale e di confronto aperto con tutta la città.
Gli approfondimenti saranno sviluppati da gruppi di lavoro divisi per aree tematiche: l’occupazione e sviluppo economico, il welfare, l’ambiente e l’assetto idrogeologico del territorio, la scuola, i nuovi assetti amministrativi del territorio, la progettazione in chiave europea e la riflessione politica e culturale.
Palomar intende restituire valore alla parola critica anche affrontando questioni importanti per il nostro territorio; cercando di seguirle e approfondirle con rigore e determinazione. Una priorità su tutte: la progettazione e riorganizzazione dell’area del Ceppo.
In una lettura che vede la città di Pistoia inserita in contesto più ampio, sia nazionale che internazionale, Palomar intende affrontare anche questioni che superano i confini municipali. Non è infatti accettabile che temi come la questione meridionale o i molti e gravi conflitti che dilaniano la scena internazionale siano continuamente rimossi o trattati in modo riduttivo e distorto, senza memoria e senza coerenza, nel dibattito pubblico. Un comitato di redazione curerà i testi e la loro diffusione, sia nelle iniziative pubbliche sia tra i numerosi soci.
“La scena pubblica pistoiese – commenta il presidente Ruganti – ha bisogno di un luogo di riflessione che non ricalchi l’ordine del giorno del Consiglio comunale, non coincida con gli organi esecutivi del Comune e neppure si attardi nella dialettica delle ‘parti’ che guida il dibattito politico-culturale di questi mesi a Pistoia.
Ci sembra necessario oggi un luogo dove si possano immaginare pensieri lunghi, ispirati da una prospettiva che ci veda inseriti nel nostro tempo, e nella nostra storia: in una dimensione internazionale e allo stesso tempo consapevoli dei luoghi del nostro abitare.
Crediamo si possa tratteggiare anche da qui un disegno di cambiamento: Palomar è un luogo dove è possibile discutere e dove può consolidarsi un lavoro culturale che contribuisca alla trasformazione della città come un luogo collettivo di cui tutti siamo responsabili”.
[comunicato]
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