PAOLO MORETTI, NAMASTÉ!

Moretti [foto Maestripieri]
Moretti [foto Maestripieri]
PISTOIA. È un lungo addio quello che si sta consumando tra Paolo Moretti ed il mondo della palla a spicchi pistoiese. Iniziato, con buona probabilità, qualche mese fa, ha avuto il suo momento culminante nella conferenza di sabato scorso e sta proseguendo in una serie infinita di omaggi e ricordi commossi dei tifosi sui social.

“Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza” potrei cavarmela così ed evitare a qualcuno la fatica di leggere anche le virgole di questo pezzo per trovare quel puntino sulla “i”, quella mezza allusione, quel complimento che si teme possa mal celare chissà quale ironia su una storia professionale che invece, ovviamente, merita solo rispetto.

Storia professionale, voglio sottolinearlo, perché andare a tratteggiare i lati umani della vicenda imporrebbe di dover scrivere con troppe emozioni di rapporti con città, dirigenza e giocatori, di progetti di lungo periodo, di contratti e di trattative di buonuscita, tutte cose che fanno naturalmente parte della sfera professionale ma inevitabilmente sottintendono un giudizio personale, più o meno lusinghiero, che non ha più senso dare.

Un ricordo del coach sul campo, questo certamente, “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio” quantomeno negli intenti, perché in verità di Paolo Moretti si può parlare anche senza necessariamente collocarsi tra i fanatici al limite dell’idolatria e le vedove inconsolabili dell’ultima ora da un lato e tra qualche ingeneroso detrattore dall’altro.

Credo che la storia di Moretti a Pistoia presenti i classici ingredienti che danno sapore a tutte le storie di successo sia nello sport che nella vita. Un coach molto preparato, infatti, ha potuto dare il meglio di sé all’interno di un ambiente sano che, dalla dirigenza alla tifoseria, tutto ha sempre tollerato delle sue peculiarità senza troppo batter ciglio.

Moretti [foto Maestripieri]
Moretti [foto Maestripieri]
Accanto a questo, una serie di collaboratori molto qualificati, sia in sede di mercato e di costruzione del roster, sia ogni giorno sul campo del PalaCarrara, sono stati essenziali nella realizzazione delle gioie che hanno caratterizzato gli ultimi anni.

Infine, ricordata per ultimo ma assolutamente essenziale per ogni storia di soddisfazione sportiva quali che ne siano i protagonisti, una Dea bendata davvero amica. Si pensi al tap-in di Tyler allo scadere di una partita drammatica, la prima al PalaCarrara di Paolo Moretti, che dette il via alla rimonta salvezza dopo l’esonero di Lasi.

Si pensi ai playoff di LegaDue, la bomba allo scadere di Brkic girò sul ferro e permise a Paolo di buttare via le due partite successive a Brescia senza compromettere la promozione. Si pensi alla clamorosa concatenazione di eventi delle ultime cinque di campionato che, unita alla bravura dei nostri, ha permesso ai biancorossi di ottenere l’accesso ai playoff lo scorso anno.

Certamente, dice bene chi afferma che la fortuna aiuta gli audaci – Un grandissimo coach, Paolo Moretti. Non vi è un suo ex giocatore che, sul piano della preparazione tecnica e della bravura, ne abbia mai parlato male. Qualcuno mi ha detto che, pur non eccellendo in nessun aspetto particolare, Moretti è davvero l’unico che possiede e padroneggia tutti quegli aspetti che servono ad un coach per fare cose grandi.

Personalmente mi è sempre molto piaciuto come gran lavoratore. Sul piano tattico, per quel che vale il mio giudizio, mi è sembrato forse uno dei migliori coach nel preparare la partita, un po’ meno invece nel leggerla e gestirla.

Moretti [foto Maestripieri]
Moretti [foto Maestripieri]
Con la sua partenza sicuramente si torna a quote più normali nel rapporto tra staff tecnico e dirigenza. Oggettivamente, credo, il contratto che incredibilmente il Presidente ha sottoscritto la scorsa estate ha dato la misura di un Consiglio che, ponzio-pilatescamente, aveva deciso di affidarsi ciecamente ad un proprio dipendente, riconoscendogli un ingaggio che, pur meritato sul campo, era francamente eccessivo se relazionato al budget a disposizione per assicurarsi quei giocatori che poi devono fare canestro per tutto il campionato.

La cifra misera che sembra riservata al prossimo coach, se da un lato un pizzico preoccupa perché rende la misura di una difficoltà finanziaria, dall’altra è quantomeno in linea con gli ingaggi che, probabilmente, saranno riservati ai giocatori. Sembrerà tutto molto più logico e normale, credo.

Quanto a Paolo, le sue soddisfazioni migliori hanno da venire e gliele auguro di cuore. Proprio perché sono convinto di questo, nonostante il saluto sia stato gestito con eleganza da tutti, quello di sabato è certamente stato un addio. In bocca al lupo per tutto, coach, ci vediamo alla prima occasione utile e ti saluteremo, davvero tutti, con un grande applauso.

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