PARTECIPAZIONE: «IN CONSIGLIO UN MANIPOLO DI DISINFORMATI»

popolo buePISTOIA. 30 Settembre 2014 ore 15.00: è dichiarata aperta la seduta del Consiglio Comunale per decidere sulla Richiesta di Delibera per istituire una Consulta dei Beni Comuni (Territorio, Sanità, Acqua, Istruzione…) presentata da Alleanza Beni Comuni di Pistoia nata dall’unione di una trentina di associazioni, movimenti, comitati, G.A.S.

Dopo la presentazione delle finalità e dell’iter burocratico del documento in questione da parte del consigliere Del Bino – Presidente della Commissione competente – si passa alla discussione.

Dai banchi dell’opposizione (Pdl, Pistoria 1117, Fli-Udc) – consiglieri Semplici, Patanè, Bartolomei – niente di nuovo sotto il sole: si plaude alla partecipazione dei cittadini, ma solo tramite i Consiglieri, gli unici che sono stati delegati a ciò e legittimati dalle elezioni. Ogni altra forma di partecipazione viene vista come una forma di usurpazione di potere e come minaccia di sopraffazione del potere costituito.

Risulta chiaro che il “popolo” non ha titolo per esprimersi se non attraverso chi “può e sa interpretare” le reali esigenze dei sudditi, alla faccia della Costituzione, della Legge Regionale sulla Partecipazione e del relativo Regolamento Comunale su cui abbiamo regolato la nostra richiesta. Ma sembra che non se ne siano accorti.

Gli interventi dei consiglieri Giorgi del M5s e Sforzi di Sel sono stati favorevoli all’accoglimento della nostra richiesta, dimostrando che democrazia e partecipazione non sono considerati concetti vuoti; che la Politica (situazione aperta e costruttiva e positiva volta alla soluzione ottimale dei problemi) non va confusa col Partitismo (condizione di gretto arroccamento in difesa di interessi particolari, se non addirittura personali).

Per quanto riguarda la maggioranza (Pd, Psl, Ixpt, Fds, Progetto Toscana) – consiglieri Sarteschi, Gonfiantini, Ruganti, Betti, Lattari, Billero – si sono avuti interventi che dimostravano una chiara e solida non conoscenza di quanto era in discussione ed in particolare sulle modalità di funzionamento della consulta e sulle sue finalità.

In poche parole: la Consulta si sarebbe composta di un numero ristretto di membri perché il suo scopo sarebbe stato quello di raccogliere suggerimenti, proposte, criticità, osservazioni e quant’altro emerso dalla discussione in varie assemblee sul territorio, elaborare un report complessivo e sintetico da presentare all’Amministrazione. Le assemblee si sarebbero riunite per esaminare temi proposti dall’amministrazione ed esprimere il proprio parere.

Delle due l’una: o non è stato letto il testo o la comprensione di ciò che si legge fa difetto. E non vorremmo pensare che si volesse stravolgere il senso della richiesta per ostacolarla e far fronte a chissà quale minaccia o attentato al potere costituito. Non conoscenza o malafede?

Forse è la stessa paura fottuta, già espressa dalla destra, di essere circondati da cittadini che si informano, che pensano, che propongono, che controllano!

È stata una seduta che aiuta a capire come mai le primarie emiliane del Pd dei giorni scorsi hanno registrato un calo dell’80% dei votanti rispetto alle precedenti.

Palazzo di Giano
Palazzo di Giano

Grazie di cuore ai 17 consiglieri di maggioranza che si sono astenuti lasciando agli altri il coraggio e la dignità delle proprie azioni con l’espressione di voto chiara, anche se i 7 non nascono da una scelta ideologica a prescindere, anziché dalla contestazione dei contenuti della richiesta.

Notevole l’accanimento del consigliere Gonfiantini che pretendeva il rispetto del «Regolamento Comunale» sulla partecipazione che prevede e impone un certo numero di firme di cittadini per richieste di questo tipo. Non sapeva che la nostra Richiesta aveva – come previsto e richiesto – oltre 125 firme nella prima fase istruttoria e 675 (necessarie 625) nella seconda fase del percorso per essere accolta dal Consiglio Comunale. Che dire?

Che delusione vedere un Consiglio Comunale che si arrampica sugli specchi pur di evitare la collaborazione coi cittadini sul tema dei Beni Comuni! E pensare che sono gli stessi cittadini che li hanno votati, che si sono fidati delle liste di prescelti dai partiti, che erano convinti di aver eletto rappresentanti consapevoli del ruolo civico che ricoprono, che avevano riposto in loro la fiducia che la dignità e i diritti sanciti dalla Costituzione sarebbero stati salvaguardati.

Che peccato aver scoperto un manipolo di disinformati che temono che i cittadini si esprimano secondo quanto previsto dalle leggi vigenti, comprese le “loro”, come alcuni hanno rivendicato parlando del Regolamento Comunale.

Questa è l’ultima conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che il “potere” usa il concetto di partecipazione non con il significato di essere in tanti (se non tutti) ad occuparsi di qualcosa per giungere ad una decisione comune e condivisa, ma col significato di “comunicazione” (come le “partecipazioni di nozze”): ti faccio sapere che abbiamo deciso di ….

La partecipazione vera è una cosa seria e fa paura a chi si sente al di sopra del “popolo bue”.

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