PARTECIPAZIONE: LE DISCUTIBILI ASTENSIONI DI UNA PARTE DELLA SINISTRA

alleanza beni comuniPISTOIA. L’Alleanza Beni Comuni scrive:

In data 30 ottobre 2014 il Consiglio Comunale di Pistoia ha respinto la Proposta di delibera di iniziativa popolare sulla partecipazione promossa dall’Alleanza per i Beni Comuni e firmata da 675 cittadini pistoiesi, presentata sulla base del “Regolamento degli Istituti della partecipazione” del Comune di Pistoia.

Tralasciando il voto contrario (scontato) da parte dei partiti di destra che siedono in Consiglio Comunale, determinante per la bocciatura del provvedimento è stata l’astensione (con motivazioni ridicole) dei consiglieri del Pd, di Rifondazione Comunista e di Insieme per Pistoia. Gli unici voti favorevoli sono venuti dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra Ecologia e Libertà.

Con il loro voto i Consiglieri del Pd (per non parlare dei consiglieri del Prc e di Insieme per Pistoia che si sono comportati in modo inqualificabile), nonostante il programma elettorale in cui si affermava la centralità della partecipazione, hanno dimostrato ancora una volta come il rapporto con i cittadini sia solo strumentale, opportunistico e indirizzato a dare legittimità solo a quei soggetti che possono essere orientati verso le loro compatibilità nell’inutile tentativo di recuperare una credibilità sociale irrimediabilmente perduta.

Il panorama politico di Pistoia è veramente desolante. Ogni movimento sociale che si sviluppa nel territorio, invece di essere considerato una ricchezza, è trattato come una controparte e ogni forma di dissenso è messa ai margini e anche quando viene stabilita una qualche relazione, è ben visibile la strumentalità con cui questa avviene.

La partecipazione che, a parole, è posta come centrale per la trasformazione della realtà viene nei fatti negata da un potere locale che vuole le mani libere sui beni comuni al fine di spartirsi quote di potere. Solo in quest’ottica è comprensibile il voto del Pd che si rivela sempre di più un oggetto incomprensibile, culturalmente subalterno alle logiche di potere; un partito ormai senza futuro e lontano anni luce dal dettato costituzionale, là dove si afferma (art. 3, comma 2): «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Il rispetto di questo articolo avrebbe imposto ai consiglieri di maggioranza (che della Costituzione declamano a parole di essere i paladini) di cogliere l’occasione offerta da Abc per dare voce ai cittadini, non solo e non tanto al momento del voto, ma nelle decisioni da prendersi nel corso del mandato elettorale.

La “Proposta di delibera di iniziativa popolare” sulla partecipazione da noi promossa cercava di rispondere ad un bisogno reale presente nel nostro territorio, dando ai cittadini la possibilità di contare, di poter accedere alle informazioni, di essere messi nella condizione di discutere e di concorrere davvero alla formazione delle decisioni, mediante la creazione di meccanismi istituzionali innovativi.

Con la scelta di astenersi i consiglieri del Pd, andando addirittura contro lo stesso programma elettorale su cui sono stati eletti, hanno mostrato di essere ormai solo il prodotto di un carrozzone elettorale finalizzato ad esercitare un potere del tutto vuoto e fine a se stesso.

[comunicato abc]

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