Tutti i partiti scendono in piazza per fare propaganda e anche ad Agliana, domani, sabato di mercato, non mancheranno i banchini di Fi, FdI e Lega. Ma non era meglio se si davano all’ippica? Quando tornerà di moda un po’ di vergogna?
September 16, 2022 – 10:47:49 AM
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AGLIANA. Domani, sabato 17, i partiti scenderanno al mercato di piazza Bellucci per chiedere il voto del 25, anche se non si capisce che cosa hanno da rivendicare i rappresentanti del centro destra aglianese che, in oltre tre anni di gestione del Comune, hanno dato esempio di vergognosi riconoscimenti lecchìnici al Pd, cucinati nel consociativismo diccì in salsa avetana del Ciottoli, l’uomo che non si ricordava dell’avvocato Nesi e che mentì (impunito) al giudice Gaspari. Ci vorrebbe Giachetti per ricordare come hanno la faccia!
Sabato scorso abbiamo incontrato Annalisa Volpini (coordinatrice di quel che resta di Fi e, a sua volta, coordinata dai dirigenti piddizzati), Beatrice Flore, Francesca Biagioni (la presidente di commissione soubrette, che non fa domande ambientaliste ancorché sia specialista quale ingegnere ambientale), con un’altra soubrette della politica, Elena Innocenti (Fdi, che non ha mai parlato), la Milva Pacini (morta la Betta, è lei la vera Regina dell’inciucio: la faremo conoscere nel commonwealth) e il consigliere Luca Belli (anch’egli, quanto a favella, assai scarico: che si debba eleggere nuovo principino dell’inciucio al posto di Charles?).
Un incontro, quello di sabato scorso, sorprendente ed eccitante: i rappresentanti della maggioranza, quando vedono i giornalisti di Linea Libera scappano come topi e specialmente la Simona Siringo, che ci dicono abbia avuto un diktat specifico dal supervisore Agnellone: “ignora il Romiti”.
I politici non sopportano di essere richiamati al proprio dovere: e in questo, purtroppo, sono aiutati da una magistratura che – altrettanto pavida dinanzi alla verità – li sostiene nella loro tendenza seriale alla menzogna e alle vergogne istituzionali (neretto del direttore).
Dunque, dopo tanto tempo, non potevamo mancare di richiamare cotali esponenti delle “forze politiche del cambiamento” (maddeché?) sulle trascorse sciagurate manovre di inciuciamento con i demokrats già sotto ai vari Magnanensi, Ciampolini, Mangoni (commissariato da Fragai) e abbiamo chiesto spiegazioni delle tre principali vicende di perfetta attività politica orientata alla soddisfazioni delle varie agenzie rosse di Agrumìa: la dazione libera di 6 mila euro alla parrocchia di San Piero, la mancata attuazione dei crocefissi in spregio alla delibera consiliare approvata a colpi di maggioranza e la nomina a donna dell’anno della ex assessora e segretaria Pd Lucilla Di Renzo, la determina della posizione organizzativa a lungo termine alla Giuseppina Chiaroni, i mancati provvedimenti disciplinari al Nesti.
Questi sono solo alcuni episodi che hanno fatto venire il voltastomaco anche agli elettori più sensibili dinanzi alle pulsioni diccì della giunta aglianese del cambiamento (in peggio), provocando la scissione leghista preannunciata da Linea Libera.
Anche la presidente del consiglio Pacini, ci dice che Agliana è un Comune difficile e ci vuole maggiore esperienza.
Ma allora, se il cosiddetto centrodestra (?) sa di essere un’armata di dilettanti allo sbaraglio, almeno sia umile e non faccia l’arrogante e lo spocchioso usando una malcelata indignazione per le corrette critiche politiche che gli abbiamo rivolto e continueremo a rivolgergli.
Infatti, nella riunione dei partiti del centro destra tenuta lo scorso 5 settembre a Pistoia, nessuna parola è venuta fuori sul ridicolo consociativismo con il Pd del Comune di Agliana.
I presenti parlarono solo di organizzare il “tavolo al mercato” per la solita propaganda dei “massimi sistemi”, tutta roba che non ha alcuna conseguenza pratica su di un cambio effettivo di conduzione dell’amministrazione che sa tanto di orchestrina per tromboni e grancassa.
Quella dei riformatori del centrodestra – a parer nostro – è solo un’amministrazione-fotocopia (e brutta) di quella dei tempi del Fragai con una prevalenza dei dirigenti (su politici epigastràlgici, remissivi e incompetenti) sugli indirizzi politici, esercitati a colpi di determine e delibere addomesticate, qual è stata la numero 447 dell’8 settembre 2020, ricordate?
Dopo la definizione del maxi processo politico a Linea libera, gli archivi del giornale saranno pubblicati interamente e resi trasparenti e parlanti. E i documenti mostreranno la fondatezza delle critiche all’amministrazione di Benesperi, un vero calunniatore coadiuvato dal camerata Ciottoli.
La avete ascoltata la telefonata del settembre 2019 fra il direttore Bianchini e l’assessore Agnellone? Vi è piaciuta? Farete finta di niente? E soprattutto come potrà giustificarsi il giudice Gaspari che ha dato credito alla calunnia con la quale il povero sindachino del niente si è dipinto – con l’aiuto dell’avvocata Elena Augustin e di due certificati medici del valore dei soldini del monopoli – un ruminante rovinato dalle minacce ddella nostra testata delinquenziale?
Se non lo avete fatto, ecco, vi riproproniamo l’audio. Viene da una copia forense chiesta dallo stesso giudice Gaspari e, per questo motivo, non può essere contestata in alcun modo. Buon divertimento!
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
Non prendiamoci in giro
Benesperi e Ciottoli vittime dei giornalisti di Linea Libera? Bisogna essere magistrati pistoiesi per crederci.
Il primo ha consumato le scale di Careggi ancor prima assai di essere eletto sindaco; l’altro aggredisce la gente per strada e sgambetta gli elettori aglianesi direttamente in Comune.
Dunque: occorre essere proprio «ciechi per non voler sentire» e «sordi per non voler vedere».
Come la procura e il tribunale di Pistoia.
e.b.