passato & presente. DA BERGAMO A PISTOIA…

Il Panificio Tresoldi
Il Panificio Tresoldi

BERGAMO. Caro direttore, mi trovo, come sai, nella mia città natale, Bergamo.

Fino a un paio di decenni fa, era un centro dell’alta pianura lombarda, dove, ovunque ci si trovasse, si poteva ammirare lo splendido profilo della Città Alta, con le mastodontiche mura venete e i contrafforti delle Alpi Orobie.

Era una città densamente popolata ma contenuta, a misura d’uomo. In un certo senso poteva essere paragonata a Pistoia per quelle piccole grandi cose che fanno la vera qualità della vita (quando in 10 minuti attraversi la città vuol dire che ci puoi vivere bene… mio personalissimo criterio).

Poi l’aeroporto turistico è diventato altro, oggi è la base di Ryan Air in Italia… Poi sono sorti i centri commerciali, sempre più numerosi e sempre più grandi, che hanno sostituito gli oratori, le piazze, e il “Sentierone” come centri di aggregazione giovanile (sigh!). E sono sorti palazzi sempre più alti in periferie sempre più estese.

La Vineria Cozzi
La Vineria Cozzi

Oggi il profilo della Città Vecchia non è più visibile ovunque ci si trovi però, basta prendere la funicolare e subito ci si ritrova in una dimensione, la giusta dimensione, che aiuta l’uomo a ritrovare se stesso.

I vicoli di Città Alta non sono più il cuore miserabile del vecchio mondo contadino, ma puoi comunque sentirne ancora i passi. Mentre sotto la città indaffarata si affanna avvolta dal Pm10, dall’alto delle mura venete puoi ancora viaggiare con i giusti ritmi e perderti assorto e stupito nel constatare che ancora ci sono, numerose, le vetrine della tua gioventù.

Capita così di poter ammirare la vetrina inalterata dagli anni 50 della latteria, una vera latteria, dove vendono ancora il latte e le caramelle sfuse di una volta, con le stesse carte colorate a rivestirle; oppure la vineria Cozzi, col tempo divenuta sempre più raffinata ma con la sua vetrina immutabile e fascinosa.

Una vecchia latteria
Una vecchia latteria

E che dire del Panificio Tresoldi presente in Città Alta dal 1939 a sostituire un panificio presente ancor prima? La storia di questa rivendita di pane è esemplare di una generazione disposta a prendere dei rischi pur di sfuggire alla fame che allora attanagliava l’Italia intera.

Quando vengo a Bergamo i miei sentimenti sono ambivalenti: da un lato l’ammirazione (e naturalmente i ricordi) per una città ancora elegante, ricca di storia e d’arte, dall’altro la vedo come un monito, un monito a città come Pistoia, a cambiare ma senza confondere i centri commerciali con il progresso, le superstrade con la qualità della vita, palazzi che cancellano la città antica con la modernità.

Un caro saluto (questo pezzo è solo per te… Dubito che possa interessare ai miei concittadini… Spero che i tuoi ricordi della mia città siano lieti).

Massimo Scalas

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’O TIEMPO SE NE VA

 

Lo stemma Colleoni
Lo stemma Colleoni. Si capisce o no…?

CARO MASSIMO! Era una canzone degli Squallor. E aveva una sua logica: oggi, però, più che mai.

Allora la tua città – bellissima – l’ho vista abbastanza, lassù. Con lo stemma del Colleoni, con i suoi tre testicoli sullo scudo.

Ma il forno di cui mi parli è importante: ho le foto con la famiglia dinanzi. Nipote compresa, al ritorno da un giro in Svizzera-Austria-Germania.

Credimi, i ricordi sono belli. Anche se, come tutti i ricordi, sono l’essenza della tristezza.

Oggi, al confronto, per citare ancora poche parole della canzone, ripensando a chi ci governa, mangiatore di carote senza cervello (o forse, meglio, senza testa) ’Sta luna pare ’na scorza ’e limone | E comme è blu ’sto cielo ’e cartone…

Le sinistre di allora se lo sarebbero mai immaginato un P[ost] D[c] fatto di democristiani mutanti & smessi che ci hanno fatto ammazzare dall’Europa della Merkel…?

Edoardo Bianchini

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One thought on “passato & presente. DA BERGAMO A PISTOIA…

  1. Direttore… sei un grande. Ora parto. Stasera sono nel Granducato. Un abbraccio!

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