PATRIMONIO MONUMENTALE, STIMOLI E RIFLESSIONI – 2

Il porticato abbandonato del convento di San Lorenzo
Il porticato abbandonato di San Lorenzo

PISTOIA. Succede che a Prato Fondazione Cassa di Risparmio, Unione Industriali e Camera di Commercio hanno attivato e riunito per due mesi un super laboratorio, o brainstorming – per usare l’insopportabile anglicismo moderno tanto in voga –, per far discutere la città sui temi dell’economia, del sociale e della cultura. Lo scopo era di disegnare un’idea della città e del suo futuro a partire dal basso, sul modello del crowdsourcing, utilizzando contributi indipendenti di una folla per un determinato scopo.

I progetti risultati vincitori potranno godere di presentazioni davanti a soggetti istituzionali e potenziali finanziatori oltre a fasi ulteriori di consulenze apposite, mentorship per usare un’altra insopportabile dizione.

In sostanza trai temi fondamentali dell’iniziativa pratese ci sono stati, in maniera più o meno diretta, quelli della rigenerazione urbana, della smart city e della resilienza, cioè – semplificando al massimo – la capacità di un organismo di resistere ad eventi traumatici o stressanti come i cambiamenti climatici, l’iper-inquinamento urbano, la pressione antropica delle periferie e l’inadeguatezza di certi servizi a rete. Per avere una panoramica si dia un’occhiata ai seguenti link di quotidiani e media pratesi in riferimento al CrowdPrato: qui1, qui2 e qui3.

Venendo a Pistoia, purtroppo, è primariamente doveroso riconoscere le minori intraprendenza, dinamismo e brillantezza, rispetto ai vicini pratesi, dei semplici cittadini e su fino ai grandi portatori d’interesse. Aggrava tutto la storica litigiosità e il continuo dividersi in fazioni che hanno spesso bloccato ogni tentativo di collaborazione e sinergia, ingredienti costituenti il miglior presupposto per la concretizzazione dei progetti di ampio respiro.

Pensiamo solo al fatto che da noi la Fondazione, come da alcuni è stato scritto, fa repubblica, o califfato, per conto suo, mentre negli anni recenti sia la Camera di Commercio che l’associazione degli Industriali si sono contraddistinte più per chiusura al nuovo e al confronto di merito che per sperimentazioni di proposte innovative.

Il porticato abbandonato di San Lorenzo. 1
Il porticato abbandonato di San Lorenzo. 1

Ci riferiamo in particolare al vecchio presidente di Confindustria Pistoia Giuseppe Oriana, inutilmente invitato (vedi) a interloquire su possibili scenari per la manifattura pistoiese (cioè su economia reale e occupazione), e Stefano Morandi, da anni alla guida di una Confcommercio ingessata e sterile su tutti i fronti, che generalmente ha tuonato a casaccio (vedi) sui parcheggi rimanendo invece zitto e muto quando interpellato (vedi) e quando viene paventata la chiusura di un parcheggio essenziale per il centro (cioè per il commercio) come il Lingottino (vedi).

Ovviamente le cose cambiano e crediamo che sia più che maturo il tempo per cui Pistoia possa davvero trovare quell’unione trasversale troppo spesso mancata per migliorare la potenzialità inespresse locali. A tal proposito il discorso si sposta automaticamente su tutto quello sterminato patrimonio monumentale in abbandono o sottoutilizzato su cui è auspicabile una riflessione collettiva e aperta. Il modello pratese potrebbe essere solo uno dei tanti; Leggere la città, manifestazione più istituzionale potrebbe ad esempio contribuire ad aggregare a dare l’input a idee e riflessioni.

Vista del complesso della Santissima Annunziata
Vista del complesso della Santissima Annunziata

In questa puntata della rubrica poniamo il caso di due ex complessi monastici monumentali: San Lorenzo e la Santissima Annunziata, per il cui approfondimento storico, architettonico e tecnico rimandiamo a due pubblicazioni (vedi1 e vedi2) edite da Settegiorni Editore e curate dall’associazione culturale Pistoia città di tutti. Associazione da cui, evidentemente, l’amministrazione Bertinelli ha preso a prestito il nome per il motto della campagna elettorale.

Il primo convento si compone di una chiesa monumentale di proprietà demaniale e di complesso monastico di proprietà comunale. Attualmente risulta fruibile solo il chiostro principale, nonostante per due volte non sia andato in porto il bando per l’assegnazione e gestione di quello spazio, ma in occasioni saltuarie e talvolta incongrue. Il chiostro era stato recentemente oggetto di un restauro specialistico, voluto dall’attuale amministrazione comunale quanto sprezzato e ignorato dalla precedente, realizzato gratuitamente con bosso e azalee storiche dal vivaista pistoiese Miro Mati. Vedi qui i dettagli.

Il convento della Santissima Annunziata è di proprietà in parte del Demanio e in parte dell’ordine dei Serviti. Entrambi i due edifici sono stati interessati dalla presenza di caserme e custodiscono orti-giardino non fruibili ed un semichiostro abbandonato: quello di San Lorenzo lo mostriamo nelle immagini. Il tema della valorizzazione dei chiostri pistoiesi rappresenta sicuramente una sfida per la sfera del turismo e dell’eccellenza artistica mentre il più generale capitolo della destinazione d’uso delle strutture monumentali pare tutto da riscrivere.

Il complesso di San Lorenzo
Il complesso di San Lorenzo

In passato c’erano state ipotesi (polo archivistico alla SS. Annunziata) che poi si sono perse per la strada e a volte si propone la destinazione scolastica come soluzione ottimale alla questione dei grandi contenitori vuoti.

Resta comunque il fatto che nella congiuntura attuale per mettere a sistema ed in rete le poche energie disponibili serve una cabina di regia e la capacità generale di uscire anche dai tradizionali modelli abitativi e dalla forma mentis abitudinaria, seguita per esempio da istituti di credito, aziende immobiliari e cittadini.

Non è ovviamente semplice perché le risorse materiali, immateriali e umane non necessariamente possono essere reperibili all’interno di un singolo comune e perché dovrebbe esistere una politica nazionale di rigenerazione urbana che ancora non si vede.

Vedi anche:

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