ROMA. “In Italia c’è un capo di una delle 5 forze di polizia, Cesare Patrone, che risulta rinviato a giudizio, assieme ad altri indagati, nell’ambito di una delicata inchiesta per associazione a delinquere, truffa, peculato, falso in atto pubblico, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
In Italia c’è un capo di una delle 5 forze di polizia sotto processo che ha ‘lavorato’ per sopprimere i forestali, il cui nome in passato è addirittura emerso in alcune intercettazioni telefoniche, come ricorda il Movimento 5 stelle, relative al discusso Cipriano Chianese, considerato l’inventore dell’ecomafia in Campania.
In Italia c’è un ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, che, rispondendo in Parlamento ai deputati pentastellati Terzoni e Bernini, ha dichiarato di essere all’oscuro del rinvio a giudizio che riguarda Patrone. È appena il caso di ricordare che Martina non può non sapere, in quanto la Procura in questi casi deve dare comunicazione alla pubblica amministrazione e perché il pubblico dipendente (Patrone) deve informare del procedimento penale in corso”.
È il commento di Marco Moroni, segretario generale del Sapaf, il maggior sindacato per numero di iscritto del Corpo forestale dello Stato.
“8 mila forestali – dice Moroni – dovranno essere sacrificati, militarizzati, annullati nelle loro competenze e professionalità per fare un favore a Patrone e Martina? Al di là della presunta necessità di ‘razionalizzare’ le forze di polizia, ci chiediamo adesso che cosa ci sia sotto. Forse davvero quello che era solo un sospetto, l’idea che qualcuno volesse depotenziare la lotta ai reati ambientali, a questo punto rischia di trovare tragiche conferme. C’è una sola soluzione: dimissioni immediate di Patrone e pausa di riflessione di almeno un anno sulla riforma con contestuale avvio di un tavolo di lavoro che coinvolga il Governo, il ministero e le organizzazioni sindacali. Possiamo ancora uscire da questa bruttissima situazione”.
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