PISTOIA. Il Pcl di Pistoia ci invita a ribattere questo suo articolo:
IL VATICANO PROCESSA
LO STATO TACE
LA SINISTRA ANCHE
IL PROCESSO intentato dal Vaticano contro i due giornalisti italiani Nuzzi e Fittipaldi – responsabili di “rivelazione di notizie riservate” – illustra una volta di più la natura della Chiesa e dell’attuale Pontificato.
Il processo ha natura inquisitoria e totalmente arbitraria, da ogni punto di vista. Esso si fonda sul nuovo articolo 10 del Codice penale vaticano che prescrive pene severe, sino a 8 anni di carcere, “per chiunque riveli notizie e documenti riservati”. Un’aberrazione giuridica di per sé da un punto di vista liberale: significa di fatto negare il diritto alla libera stampa.
Ancor più aberrante la pretesa di applicare questo codice penale non a dipendenti del Vaticano ma a cittadini di un altro Stato, senza neppure la formalità di una richiesta di rogatoria. Per di più i giornalisti italiani processati non hanno potuto né conoscere per tempo gli atti di accusa né scegliersi i propri avvocati: perché gli articoli 24 e 26 dell’ordinamento giudiziario vaticano riservano alla Santa Sede il diritto di ammettere o meno un avvocato in tribunale, e la Santa Sede ha rifiutato gli avvocati scelti dai giornalisti. Insomma: una monarchia assoluta di natura teocratica ha una giurisdizione a propria immagine e somiglianza.
Ma non di tratta solo dell’ordinamento vaticano. Si tratta anche delle scelte politiche di chi lo guida. Il processo in atto riconduce infatti alla precisa responsabilità di Papa Bergoglio. In primo luogo perché il nuovo articolo 10 (iperreazionario) del Codice penale vaticano è stato voluto e dettato dall’attuale Papa nel 2013, in reazione alla rivelazione di documenti segreti avvenuta sotto il precedente pontificato. In secondo luogo perché è stato l’attuale Papa a dare mandato formale al Procuratore di Giustizia vaticano per mettere a processo i due giornalisti, come sottovoce, con malcelato imbarazzo, è stato ammesso dagli stessi organi di stampa.
Il fine dell’operazione è molto chiaro: il papato vuole intimidire a futura memoria chiunque voglia denunciare e documentare l’effettiva realtà della vita della Chiesa, i suoi rapporti col capitale finanziario e con la proprietà immobiliare (4 miliardi di patrimonio immobiliare solo a Roma), le truffe operate ai danni degli stessi fedeli con le speculazioni sull’obolo di S. Pietro e sull’otto per mille, la vita dorata delle gerarchie ecclesiastiche finanziata dal denaro pubblico…
Tutto ciò che smentisce la recita francescana del Papa populista, a caccia di consensi nelle favelas africane. Per di più il Papa vuole che il processo si faccia in fretta e si concluda prima dell’8 dicembre (contro ogni principio di garanzia per gli “imputati”) per non fare ombra all’avvio del Giubileo e alla celebrazione solenne dell’anno della… misericordia, cioè della sua persona.
Colpisce in questo quadro l’ermetico silenzio delle autorità italiane e dei partiti borghesi. Tutti pronti a rivendicare, nel nome della Patria e con aria sdegnata, l’estradizione dall’India di due marò accusati dell’assassinio di pescatori. Ma incapaci di balbettare una sola sillaba per difendere due giornalisti italiani accusati di libertà di stampa dallo Stato Vaticano. Nessuna meraviglia: il compromesso tra borghesia liberale e Vaticano è impermeabile ad ogni evento perché è fondativo della Repubblica borghese.
Alle sinistre politiche e sociali chiediamo invece: non avete nulla da dire su un processo oscurantista contro la libertà? Fino a quando la subordinazione culturale al Papa della misericordia, e il rispetto dell’ipocrisia istituzionale, vi imporrà il silenzio anche su questa infamia?
Vedi: http://pclpistoia.blogspot.it/2015/11/il-vaticano-processa-lo-stato-tace-la.html
oh…per la prima volta in vita mia mi tocca essere d’accordo col PCL…il che la dice tutta….maah…le erbe che infestano facebook con le loro continue dichiarazioni di imperitura fedeltà al capo…non dicono nulla?…come? che dite?…dipendesse da loro Lineefuture sarebbe già chiusa da mò?…aaah…scusate…sono ingenuo.
Gramsci diceva: “La verità è sempre rivoluzionaria”.
È proprio per questo motivo che la politica istituzionale borghese, e non solo quella italiana, si basa soprattutto sulla mistificazione e sull’inganno.
ora non v’allargate che in quanto mistificazione ed inganno abbiamo due esempi che resteranno imperituri nella storia: URSS di Lenin e Stalin e la Cina di Mao….mi sembra che insieme abbiano doppiato più volte le vittime del nazismo….oltretutto i cari leader di queste rivoluzioni rosse non si sono mai fatti mancare ne le dacie, ne le limousine (in salsa russo/cinese) ne il caviale che negavano al popolo. In ogni caso cicci; è in questo pitto che mangiate bene e comunque meglio che in qualsisai altra parte della terra, ed è solo qui che vi permettono, se proprio siete arrabbiati di andare a scassare il che vi pare senza poi pagare mai o quasi mai pegno. Comunque se volete provare l’ebrezza, ho delle entrature in Corea del Nord…fatemi sapere che io e il caro Kim siamo pappa e ciccia.
Buona serata
pitto sta per piatto…scusate l’analfabetismo di ritorno
Che miseria.
Il signor Scalas dovrebbe informarsi meglio sulle caratteristiche politiche di un partito come il PCL, prima di esprimere giudizi così pesantemente offensivi nei suoi confronti.
Ma forse è chiedere troppo. Pazienza. Ce ne faremo una ragione.
Un consiglio ci sentiamo comunque di darlo al signor Scalas: lasci in pace Lenin.
Stalin me lo concedete vero?…Palmiro?…no scherzavo…Palmiro no.
Escluso Lenin, può tenersi tutto quanto ha scritto nel suo precedente commento, compreso Palmiro e tutti i suoi degni successori; perchè fanno parte di una storia politica che non ci appartiene e dalla quale siamo sempre stati e tuttora lo siamo orgogliosamente e fieramente molto distanti.
Può tenersi anche il suo “caro Kim” con il quale sicuramente non sarà proprio “pappa e ciccia”, figuriamoci. Ma, sfruttando quelle “entrature in Corea del Nord” a cui ha accennato, potrebbe con lui condividere certe particolari affinità che avete in comune e che a noi appaiono piuttosto evidenti.
Vi porgo le mie più umili scuse: vi avevo confuso con il Partico Comunista dei Lavoratori. Chiedo venia.
In una nostra precedente replica abbiamo affermato, in relazione a certe sue capacità di analisi e dunque anche di comprensione, che “Forse, è chiedere troppo”. Usando il dubbio, abbiamo evidentemente peccato di ottimismo.
Caro Massimo,
forse non c’era bisogno che intervenissi io perché a questo punto avrà già sicuramente capito da solo. Con questa gente non si può né scherzare, né fare battute, né pensare di avere l’ultima parola. Memore di una mia precedente esperienza, dico semplicemente che sono come dei gattini attaccati ai coglioni. Non mollano mai, sicuri, imperturbabili, inossidabili nelle loro incrollabili, granitiche e dogmatiche certezze. Qualunque controargomentazione uno ponga loro davanti.
Per cui, consiglio da amico: meglio lasciar perdere.
Piero
Buona sera Piero…non si preoccupi, per me interloquire con il PCL è come bere il caffe dopo il pranzo domenicale…un momento di relax che mi da rimandi al mondo della mia infanzia, quando i carri armati russi entravano a Budapest e Praga e loro applaudivano compatti.
Proprio la mancanza di umorismo e autoironia fa di loro un bersaglio perfetto per frizzi e lazzi. Insomma diciamolo: fanno tenerezza.
mah non saprei…l’analisi del sangue la faccio una volta l’anno…ma già che ci sono…visto che qui c’è aria di andare avanti ad oltranza (bello però interloquire così con un intero partito)…ma voi quali lavoratori rappresentate? Le tute blu no perchè non esistono più, gli impiegati di ogni ordine e grado no, perchè sono tropppo impegnati a chattare su wuozzappe….oh!…non è che niente niente, proteggete gli interessi di Squinzi e Marchionne vero?
Dai…scherzi a parte…si può anche ridere o no ogni tanto? In fondo su Nuzzi e Fittipaldi vi do ragione…il resto bè…ognuno ha il diritto di prendersi decenni di musate sul viso e ancora non averne abbastanza. Siamo in democrazia (forse…in parte…mah!)
Buona serata e un abbraccio da uno schifosissimo borghese piccolo piccolo.
Massimo Scalas
Siamo abituati a giocare sempre in campo avverso e dunque a essere sottoposti a feroci critiche e a giudizi poco lusinghieri.
Ci eravamo comunque già congedati dalla discussione con le considerazioni fatte nel nostro precedente commento. Considerazioni che, visto il suo intervento, intendiamo allargare anche al signor Piero.
Saluti comunisti.
Hasta la victoria siempre!….certo fregati pure dai compagni di Cuba deve essere stato proprio un dolore….pure loro vi hanno tradito…tutta sta manfrina della revolucion…60 anni col popolo a pane ed acqua e poi…ti arriva un Obama qualsiasi…un bell’incontro in Vaticano e…oplà…il salto della quaglia è fatto! Ma insomma….non mi avete ancora detto chi rappresentate: quelli con lo smartphone o quelli con l’I-pad? Vi prego ditemelo che non posso rimanere con questo dubbio!
PS. Con la TAV a che punto siamo?
Caspita il PCL oltre a tutto il resto , ha perso pure il senso dell’umorismo ????. Ma non ho capito , chiunque non la pensi come lui/loro è da spedire in Siberia?
E poi: uno scrive per tutti o tutti scrivono per uno ??? C’è della bipolarità da guarire forse???
Notiamo che la discussione, nostro malgrado, continua arricchita (si fa per dire) da nuovi interventi. Tutti basati sulle presunte deficienze del nostro partito. L’ultima delle quali sembra consistere nella nostra mancanza di ironia.
La discussione è nata da un agomento serio. Il signor Scalas, all’inizio della replica ad un nostro commento, diceva testualmente:
«ora non v’allargate che in quanto mistificazione ed inganno abbiamo due esempi che resteranno imperituri nella storia: URSS di Lenin e Stalin e la Cina di Mao….mi sembra che insieme abbiano doppiato più volte le vittime del nazismo….oltretutto i cari leader di queste rivoluzioni rosse non si sono mai fatti mancare ne le dacie, ne le limousine (in salsa russo/cinese) ne il caviale che negavano al popolo. In ogni caso cicci; è in questo pitto che mangiate bene e comunque meglio che in qualsisai altra parte della terra, ed è solo qui che vi permettono, se proprio siete arrabbiati di andare a scassare il che vi pare senza poi pagare mai o quasi mai pegno …».
Queste affermazioni non ci sembrano ironiche ma, come abbiamo già rilevato, pesantemente offensive nei nostri confronti. Se con un minimo di onestà intellettuale si fosse informato sulle nostre posizioni politiche, avrebbe constatato come il trotzkismo sia, storicamente, non solo diverso ma addirittura opposto a tutte le politiche messe in pratica da quei tragici personaggi da lui citati. Ricordiamo, en passant, che lo stalinismo ha combattuto una sua guerra interna con deportazioni, processi farsa, eliminazione fisica contro tutte le opposizioni di sinistra. In particolare contro i trotzkisti nei confronti dei quali l’eliminazioni fisica è continuata in tutto il mondo occidentale da parte di sicari al soldo di baffone. Lo stesso Trotsky fu ucciso in Messico nel 1939 dal sicario Ramon Mercader al quale fu concessa successivamente l’onorificenza di “Eroe dell’Unione Sovietica”. Anche uno dei fondatori del PCdI nel 1921 a Livorno, il nostro compagno Pietro Tresso, dopo essere stato espulso dal partito di Togliatti in quanto trotzkista, fu assassinato dallo stalinismo in Francia nel 1943 durante la Resistenza framcese.
Con questa succinta illustrazione di fatti storici, peraltro molto limitata temporalmente, crediamo di aver spiegato come, da parte nostra, non sia possibile buttarla sull’ironia. Un terreno, forse non a caso, scelto successivamente dal Signor Scalas.
Ci rendiamo conto che di tutto questo molto probabilmente non fregherà niente agli abituali lettori di Linee Future. Ma, da parte nostra, ci è parso doveroso tutelare la nostra immagine politica.
Un’ultima precisazione. I nostri interventi sono stati a firma PCL Pistoia in quanto l’articolo sulle malefatte vaticane che ha dato origine alla discussione è stato scritto dal PCL nazionale e riportato anche sul nostro blog pclpistoia.blogspot.com
In questa occasione mi firmo col mio nome:
Mario Capecchi in rappresentanza del PCL Pistoia
Signor Mario..vede…non è che a tutti i costi io la voglia prendere per i fondelli…ma sa, è davvero curioso che non volendo essere confusi con il PCI e PCUS Lei/voi abbiate scelto di chiamarvi Partito COMUNISTA dei lavoratori (ancora non sappiamo quali).
Quanto alla presunta differenza tra voi e “gli altri” comunisti, dovuta al fatto che prendete a riferimento Lev Trockij…bè…le sue note di “servizio” ci dicono che: “Bolscevico e protagonista di primo piano della rivoluzione russa, Presidente del soviet di Pietrogrado durante le rivoluzioni del 1905 e del 1917, fu tra le personalità più influenti della Russia post-rivoluzionaria e della neonata Unione Sovietica, dapprima come commissario del popolo agli Affari esteri e in seguito come organizzatore e comandante dell’Armata Rossa, commissario del popolo alla Guerra e membro del Politburo.”
Mi parrebbe strano che egli fosse estraneo al bagno di sangue e deportazioni che fecero seguito alla rivoluzione e alla subitanea instaurazione di un regime divenuto pressochè subito dittatoriale e terroristico. Il massacro di Kronstadt, che voi dovreste conoscere bene, probabilmente non può essere malevolmente attribuito alle sue responsabilità, come molti storici fanno, ma è indubbio che egli abbia più volte rivendicato la giustezza dell’intervento bolscevico che lo attuò. (poi vabbè…a Stalin non piacevano altri galli nel suo pollaio e ha fatto presto a levarselo di torno)
Ma poi, siete del tutto fuori dal tempo, vi rifate al pensiero di una persona morta 75 anni fa, che teorizzava della “rivoluzione permanente” ad opera di una classe operaia e di un proletariato che non esistono più da almeno 40 anni, in nessuna parte del mondo e men che meno in Italia. Gli operai oggi non vogliono rivoluzioni permanenti, vogliono un abbonamento a Sky! Insomma, rendetevi conto che vi mancano i fedeli che assistano alle vostre prediche. Si sono estinti. A meno di non voler considerare parte della truppa comunista dei lavoratori, quei 4 fighetti figli di papà nullafacenti, che ogni tanto vanno a far casino ai vari g8 o a spaccare qualche ruspa nei cantieri della TAV.
Con simpatia
Massimo Scalas
Caspita!!!!!!!! E io che pensavo di vivere nel 2015 o 21esimo secolo………..
Con un certo sollievo, devo dire, vedo che il caso “Nizzi-Fittipaldi” è stato ripreso in un altro post sul quale mi riservo di poter intervenire.
Sollievo perché, all’interno di questa nostra lunga discussione, quel tema relativo alle malefatte vaticane è stato accantonato, o si è comunque ampliato fino a chiamare in causa un secolo di storia.
Non voglio abusare dello spazio che mi è concesso, nè tantomeno annoiare quei pochi lettori che hanno avuto la costanza di seguirci fino a qui. Mi preme però in modo particolare affrontare certi argomenti e rispondere a certe nuove critiche che sono state rivolte al nostro partito.
La disinformazione, il qualunquismo, lo scetticismo molte volte derisorio (spacciato ipocritamente per ironia) ha caratterizzato tutti gli interventi contrari al Partito Comunista dei Lavoratori e alla sua storia.
Non posso per evidenti limiti di spazio addentrarmi in una illustrazione dei principi del comunismo. Ma, a prescindere da questo, vorrei sottolineare come anche la Rivoluzione bolscevica del 1917 abbia per forza di cose dovuto fare ricorso alla violenza. Come peraltro è sempre avvenuto in ogni rivoluzione epocale.
Vediamo infatti come la madre di tutte le rivoluzioni moderne, la Rivoluzione Francese del 1789, non si svolse certamente con la delicatezza delle buone maniere. E la storia ci descrive quanta violenza, quanto ”Terrore” generò in tutti i passaggi negli anni successivi (eppure l’attuale dominio della Borghesia è nato proprio da quella rivoluzione).
La stessa cosa si può dire in riferimento alla precedente Rivoluzione Inglese di Cromwell. Fu fatta forse con i fiori in bocca?
La stessa Rivoluzione Americana fu condotta pacificamente? E, en passant, sul genocidio dei nativi americani da parte dei “democratici” europei niente da dire?
Allora possiamo sostenere che anche la triste pagina di Kronstadt fa parte purtroppo della drammaticità degli eventi legati alla Rivoluzione Russa. Su questo tragico singolo fatto sarebbe peraltro e comunque interessante conoscere anche la ricostruzione dei fatti (contestualizzandoli appunto in quel determinato momento storico) e dunque la versione del Capo dell’Armata Rossa. Trotsky ne parla nel suo “La loro morale e la nostra” (un testo pieno di interrogativi da leggere comunque a prescindere, senza pregiudizi ideologici).
Chiudo affermando che, a differenza di quanto comunemente si pensi o si venga indotti a pensare, il Comunismo non si basa assolutamente su dogmi, su una sorta di assolutismo ideologico. Tutt’altro. Il suo fondamento è il Materialismo Storico, il Materialismo dialettico applicato alla storia. Marx ed Engels ne fecero una scienza ribaltando la dialettica hegeliana.
Dicono Marx ed Engels: «Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente».
Per questo non esiste e non può esistere un teorema fisso valido per ogni periodo storico. E dunque, anche le varie teorie dei grandi rivoluzionari comunisti – Lenin e Trotzky su tutti – hanno la valenza di indirizzo strategico usando la tattica in funzione e in relazione ad ogni determinato momento storico (in senso marxista del termine).
Vorrei ancora una volta ribadire come lo stalinismo, anche sul piano strettamente politico, sia in assoluta contrapposizione con i principi affermati con la Rivoluzione Russa. “Il socialismo in un solo Paese” teorizzato da Stalin è l’esatto contrario di quell’”Internazionalismo proletario” fondativo della Terza Internazionale voluta e promossa da Lenin.
Sull’ultima parte dell’intervento del signor Scalas siamo ovviamente di tutt’altro parere, nel senso che la situazione descritta andrebbe affrontata e letta con meno superficialità. Ma ovviamente, anche su questo, non mi aspetto convergenze.
Mi scuso per la lunghezza di questo intervento, spero che mi sia perdonata. Non so se la discussione avrà un seguito. Da parte mia nessun problema ma, come detto in precedenza, non vorrei abusare dello spazio né tantomeno ridurre il tutto ad uno scambio di idee fra due persone e dunque quasi fine a se stesso.
Sempre saluti comunisti.
Mario Capecchi – PCL Pistoia
Grazie Mario. Io la apprezzo per la disponibilità al dialogo perchè comunque molti atri si sarebbero imbufaliti. Le dico solo una cosa ancora: Lei cita, giustamente la Rivoluzione Francese, la Guerra civile americana e la Rivoluzione inglese di Cromwell. Le cita per affermare che tutte le rivoluzioni sono cruente…ed è vero (anche se le rivoluzioni sono fatte da singoli che si uniscono con le loro singole coscienze e responsabilità). Quello però che Lei pare non cogliere è la enorme differenza circa gli esiti. Tutte le rivoluzioni da lei citate hanno portato alla nascita delle moderne democrazie e dei principi laici (anche se in Italia ci sarebbe molto da discuterne…), hanno portato enormi benefici alle popolazioni, sia in termini materiali che dei diritti. Lo stesso non si può dire della rivoluzione russa, senz’altro affascinante agli occhi dello storico, ma fallimentare per il popolo russo, che è passato dalla miseria dello zar alla fame e ai gulag di Stalin. E questo perchè? perchè in definitiva il comunismo resta un’utopia irrealizzabile? Perchè parte dal presupposto sbagliato: che gli uomini siano tutti uguali. Non lo sono, e non solo per fattori socio economici, geografici o simili. Non lo sono perchè basta mettere vicini due neonati, ancora vergini e puri da ogni influsso esterno, per capire cha abbiamo davanti due caratteri, due spiriti, due persone completamente diverse.
Un caro saluto
Massimo Scalas
Gentile Mario,
Scherzi a parte , a prescindere da tutte le battute e le spiegazioni conseguenti, l’articolo da cui si è’ partiti mi trova totalmente d’accordo…
Saluti e alla prossima
Credo che questa lunga discussione sia ormai arrivata alla fine.
Non mi sembra il caso di ripercorrerne i vari tumultuosi passaggi. Mi pare di poter dire che il tono di altezzosa sufficienza con cui si è interloquito inizialmente con il Partito Comunista dei Lavoratori da parte di Massimo Scalas – condito da una evidente senso derisorio malcelato da ironia), via-via supportato da altri interventi, si sia un po’ ridimensionato. E abbia lasciato uno spazio, seppur minimo, ad un discorso di merito.
Mi pare evidente la diversa cultura politica da cui proveniamo e dalla quale, conseguentemente, non possiamo prescindere.
Mi pare di poter dire però, senza per questo cadere in uno stupido vittimismo, che partiamo da posizioni asimmetriche. È evidente che il senso comune nel ricco mondo occidentale è stato plasmato nel corso dei secoli dal predominio di una più o meno piccola minoranza rispetto alla stragrande maggioranza del popolo. In ogni epoca storica, è sempre stata una elite, più o meno illuminata, che ha dominato sul resto della società. Diceva Marx che “L’ideologia dominante è quella della classe dominante”. Come contraddirlo!?
La borghesia, intesa come classe sociale, è la moderna rappresentazione di questa elite. Il proletariato, anch’esso inteso come classe sociale in tutte le sue numerose articolazioni, rappresenta nella società capitalistica quella grande maggioranza del resto della società.
Ebbene, con la Rivoluzione d’Ottobre per la prima volta nel corso della plurimillenaria storia dell’Uomo, si è tentato di rovesciare quell’ordinamento sociale. Si è tentato di cioè di anteporre e imporre gli interessi collettivi di una classe sociale largamente maggioritaria sostituendoli agli interessi elitari di una minoranza.
È chiaro che questo sovvertimento epocale ha incontrato l’ostilità (usando un eufemismo) da parte di quella borghesia, che in quegli anni si era già evoluta e trasformata in borghesia capitalista e imperialista. Un’ostilità che si è manifestata con tutti gli enormi mezzi a disposizione su piano politico (compreso quello militare – le famose Armate Bianche –, propagandistico e mediatico), economico e, in varia misura, anche sociale.
L’esito di questo tentativo, in tutta evidenza, non ha prodotto i risultati sperati. Ma se questa difficile impresa non è riuscita (anche per tutta una serie di concomitanze che qui è impossibile illustrare), ciò, di per sé, non comporta automaticamente la delegittimazione e la negazione della validità dei fini che erano stati prefissati.
Da ateo, mi permetto un accostamento religioso. Sarebbe come se un credente smettesse di credere nel suo Dio perché il “sacerdote” predica bene e razzola male (ogni riferimento alle ultime vicende vaticane non è assolutamente casuale).
La propaganda borghese ha ovviamente fatto tutto il possibile per screditare quella Rivoluzione. La paura di un possibile sovvertimento epocale ha portato a spostare sul piano idealistico, nel senso più ampio del termine, quel senso comune tanto facilmente manipolabile, come anche la storia recente e la cronaca ci insegnano.
Per finire. Massimo Scalas afferma che «… Perchè parte dal presupposto sbagliato: che gli uomini siano tutti uguali. Non lo sono, e non solo per fattori socio economici, geografici o simili. Non lo sono perchè basta mettere vicini due neonati, ancora vergini e puri da ogni influsso esterno, per capire cha abbiamo davanti due caratteri, due spiriti, due persone completamente diverse». Ebbene, anche di fronte a questo assioma salta fuori quella nostra diversa formazione culturale politica che ho richiamato all’inizio. La concezione materialistica della storia, fondamento della cultura marxista, ce ne offre una valutazione diversa. Non posso qui dilungarmi oltre, consiglio però a Massimo Scalas e a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguire le mie considerazioni, la lettura dell’”Antidhuring” di Engels. Un testo a parer mio eccezionale dove viene trattata, spiegata e illustrata con esempi estremamente significativi, ogni branca della conoscenza umana in senso dialettico, in contrapposizione alla visione metafisica, rappresentata dalla filosofia idealistica di cui anche un certo socialismo si è nutrito.
Chiudo lanciando una proposta al Direttore di Linee Future. Aprire una rubrica di cultura politica aperta ad ogni contributo, dove si possa liberamente discutere senza appesantire la cronaca giornaliera. Credo che nel desolante panorama politico-culturale, ogni tentativo di alzare il livello della conoscenza sia meritorio e apprezzabile. A prescindere.
Grazie comunque a tutti coloro che sono intervenuti. Anche a quelli che non sono andati oltre alla banalità.
Mario Capecchi – PCL Pistoia