AGLIANA. Dicono che la recente edizione del consiglio comunale del 1 agosto è stata seguita anche dal non-presidente Mattarella e dal premier Draghi in compresenza del Ministro Lamorgese, per l’interessante trattazione della mozione 7 di grande respiro umanistico, condivisa anche dal criptocomunista pentastellato Bartoli: l’apposizione del codice di identificazione degli agenti di Polizia sul casco di sicurezza.
Il Pd di Agliana, ha còlto l’argomento così rilevante e l’ha subito presentato in consiglio, dove la presidente Pacini ne ha curato la trattazione nel rispetto dei solenni presupposti di democrazia e trasparenza che contraddistinguono questa amministrazione (a patto che non si parli del 6000 euro donati alla Caritas del parroco che predica contro Salvini dall’altare!)
Vannuccini vuole scriversi in fronte che lui “è del Pd” e dunque gli suggeriamo un bel tatuaggio, anche a colori: lui non ha evidentemente visto le poche risposte dei feisbucchiani che hanno rigettato a colpi di epiteti al limite dell’offesa, la delirante mozione del Pd, che investe argomenti di chiaro ambito nazionale e nemmeno regionale, ma molto lontani dai sentimenti popolari.
Del resto Qui, Quo e Qua, di cosa devono parlare? Delle folli elargizioni al club degli amici di Ancinnovazione? Delle questioni irrisolte di Pane e Rose? Delle donazioni fatte a don Manone (TvlPistoia) dall’Amministrazione agrumiese dal babbino retta da Paolo Magnanensi negli anni dal 2002 e 2009 firmate dal fu Comandante Andrea Nesti (e sulle quali i due Panarello, ufficiali di polizia giudiziaria della Procura, hanno detto che l’argomento non era giornalisticamente e moralmente meritevole, perché lontano nel tempo. Sic!). Dovevano forse parlare del libro sul “giugno aglianese” o del “libro dei morti”?
Comprendiamo l’imbarazzo del capogruppo Vannuccini, e anche la “cortina fumogena” che i tre tentano di alzare nella azione di opposizione alla consiliatura Diccì guidata da Pedrito per cercare di darsi un profilo dignitoso di opposizione.
Quando hanno trovato un argomento apparentemente interessante, relativo alle anomalie sulle licenze di commercio dell’ambulante al cimitero di San Piero, la vicenda li ha travolti di ridicolo, presentando le irregolarità interpretative sostenute dalla loro comandante Nanni. Non hanno nemmeno presentato la risposta, che abbiamo però pubblicato noi.
Insomma il Pd è nella fossa come il famoso cacio di fossa e noi non possiamo che riconoscerne la neghittosità, l’arroganza e la sistematica illegittimità e illiceità nella gestione della res publica di Agrùmia: tutta documentata grazie agli atti che l’odierno sindaco Luca Pedrito Benesperi ci ha consegnato – quando voleva vincere le elezioni – per la denuncia degli illeciti durante la campagna elettorale del 2019, passata la quale, gabbato lo santo (come direbbe la segretaria Aveta con la sua ascendenza partenopea).
Corsi e ricorsi della storia… Ma tutto questo basterà ad aprire la testa ai leghisti addormentati dal sole ferragostano?
Alessandro Romiti
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