AGLIANA. Lo avevamo previsto in diversi post dello scorso anno (post2 e post3 e post4) ed ecco che, fatalmente, stanno arrivando. Purtroppo, non potremmo evitarlo. Stiamo parlando del partito delle tre emme che oggi, con l’arrivo sul proscenio del “nuovo” Giacomo Mangoni (anzi nuovissimo, perché – evviva l’opportunità – anche politicamente inesperto) è mutato in quello delle “quattro emme” (permetteteci di lasciarvi indovinare le altre due): Magnanensi (non sbaglio era bersaniano?) si predispone così – dopo la trombatura nazionale – alla ricollocazione in qualche poltrona assessoriale nella giunta che sarà probabilmente insediata nel suo ex-feudo.
Così, come succede a Roma, anche ad Agliana il Pd è stato oramai fagocitato dalla vecchia Dc e il proclama-appello del consigliere Zucchelli di questi giorni è la definitiva dimostrazione del fatto compiuto.
Non potremmo far mancare le nostre note filologiche alle dichiarazioni del renziano, ma sconosciuto, Mangoni che ad Agliana avrà la strada spianata, visti i consensi bulgari riscossi dal neo segretario del Pd e negati dalle figure dell’organigramma: è solo questione di tempo, stanno tutti silenziosamente scendendo da un carro per salire sull’altro. I periodi riportati nelle dichiarazioni esposte dal candidato sono però ricchi di ovvietà e contraddizioni, oltreché farciti di retorica. Ma vediamo alcuni dei periodi, cominciando dal titolo.
“Oggi Agliana riparte”: facile previsione, dopo i cicli di crisi c’è sempre una ripartenza che, per questa precisa basale legge economica, non potrà essere appuntata sul petto come una medaglia di merito, essendo naturale e scontata a tutti e tutto.
“Le scelte della Ciampolini sono condivisibili in linea di massima, ma non al cento per cento (Magnanensi dixit)”: stupisce questa tardiva sensibilità dell’ex-Sindaco che ha tanto sostenuto la sua Eleanna. Ma quali sarebbero le note che mancano a raggiungere il 100%? Perché non le ha precisate in chiaro, vista la grande e continua predicazione all’insegna della trasparenza e partecipazione che presuppone la comprensione piena e non la confusione nell’elettore con ammiccamenti e sfumature argomentative?
“Questa attenzione al lavoro che rivendica Giacomo, non mi sembra di averla vista ad Agliana negli ultimi anni”: complimenti! è chiaro che il tema “attenzione al lavoro” lo sentono anche i sassi della Brana, mica ci voleva un rimpatriato, per scoprirla. Lo dice lui stesso nella sua biografia che, negli ultimi anni, ha vissuto più all’estero che in Italia.
“… non a caso, per la presentazione è stata scelta l’ex mostra di mobili Fantacci”: perché, forse il teatro Moderno era troppo confortevole e la sala presso l’Asl 3 era fredda e poco centrale o forse il “caso”, non è stato un “caso”, ma una ragione di opportunità, giustificata dal probabile effetto suggestionante e dalla concessione gratuita dello spazio.
“Mangoni è alla prime armi con la politica… forse, oggi è una buona carta”. Levate il forse, con i Soloni che lo circondano e lo supportano, il giovane e inesperto Giacomo, saprà bene orientarsi e soprattutto “orientare” la res publica, se diverrà Sindaco.
“Una laurea in Scienze Politiche, due master alla Cattolica… e all’Università della Svizzera Italiana… un’esperienza (… che tipo di esperienza?) a Cambridge, corsi di approfondimento all’Università di Bruxelles e al Centro Studi Bancari di Lugano e, per finire, un bel triennio di lavoro in un istituto bancario svizzero”: perbacco! A noi spiace che tali e tante competenze siano oggi svilite a compilare fatture fiscali per la vendite di spinaci e rape bollite ai supermercati della piana. Un’autentica ingiuria alla superiore competenza e raffinatezza finanziaria che il Nostro ha sicuramente conquistato nel triennio di lavoro nella patria delle banche e della finanza.
“Il Comune, deve lottare per favorire la crescita e lo sviluppo, facilitando la vita a chi lavora”: una tale ovvietà la poteva risparmiare il preparatissimo candidato. Ci siamo, per un attimo, sorpresi di tanta acutezza e capacità di analisi e argomentazione.
Ma un’altra amenità giunge subito dopo: “La politica nuova, deve essere fatta da persone nuove, per questo serve un grande patto generazionale”. Qui non siamo d’accordo. Nel lessico della Seconda Repubblica, questo si chiama inciucio. Nessun patto con chi detiene i propri privilegi nelle profonde sacche di corporativismo dell’odierno assetto repubblicano. Vale il detto à la guerre, comme à la guerre!
E ultimo, ma non ultimo, sul tema di grande rilievo strategico: l’inceneritore del Cis. “Condivido la linea del Pd di andare verso lo smantellamento”. Questa no: ci spiace contestare il neo-politico-candidato. Non sa lui che il tema “inceneritore” è – nella Piana – come la pelle dei gemellini che si tira al massimo in campagna elettorale? Gli sia chiaro che il Pd è sempre andato verso il raddoppio dell’impianto, e non verso la dismissione: anche oggi con la raccolta differenziata al 70%.
Il Nostro ha mai sentito parlare di indagine epidemiologica della Usl 3? È informato del disastro del 2007, con le condanne dei vertici del Cis o, in quei giorni, era a fare un master negli Usa?
La collega Faragli ha proprio mancato di chiedergli la disattesa precisazione sulla tempistica e questa volta, il dettaglio non è tale, visto che sulla Salute (quella con la maiuscola) non si potrà fare sconti. Forse, lo poteva chiedere all’assessore Magnanensi, lui sì che avrebbe potuto rispondere con esattezza, a prescindere dalle valutazioni sanitarie che sono già disponibili agli addetti.
Se questo è il nuovo, stiamo freschi ad Agliana!