pd e spesa pubblica. «ROSSI, MEGASTAFF PRESIDENZIALE DA UN MILIONE DI EURO»

Tommaso Fattori
Tommaso Fattori

FIRENZE. Questa non è una corte rinascimentale, questa è la regione Toscana e siamo nell’anno 2016. Eppure lo staff personale del presidente Rossi, anzi la sua corte, è composto di 27 persone, più 4 consulenti, e ci costa 960 mila euro. È peraltro prevista nella delibera di giunta dello scorso luglio la possibile assunzione di altre 7 persone, che porterebbe il costo complessivo dello staff a 1 milione e 328 mila euro.

All’interno di una generalizzata riduzione delle spese e del personale che sta investendo, da anni, tanto il potere legislativo quanto il potere esecutivo regionale – a seguito dei tagli dei trasferimenti statali e delle nuove normative nazionali che lo impongono – ebbene, c’è solo un dato in controtendenza: la composizione dello staff del Presidente Rossi, il quale è bravissimo a tagliare a tutti quanti fuorché a se stesso. Anzi. Rispetto alla scorsa legislatura nella nuova Rossi ha ulteriormente accentrato poteri, deleghe e anche personale: il numero dei membri del suo staff è passato da 17 a 27 addetti, senza considerare i 4 consulenti a rimborso spese.

Questo dato è incontrovertibile. Leggo che Rossi replica con cifre confuse e con il gioco delle tre carte. In un paese poco abituato al “fact checking”, ossia alla verifica dei fatti, è probabile che nessun giornalista ponga a Rossi la domanda più semplice: “È vero o no che lo staff del presidente è aumentato di ben 10 persone rispetto alla scorsa legislatura e che quindi oggi è composto di 27 persone più 4 consulenti?”. La risposta sarà sì, ovviamente. Questo segnala il compimento di un processo pericoloso: l’eccessiva concentrazione di poteri e deleghe nelle mani di una sola persona e la costruzione di una sorta di presidenzialismo estremo.

Rossi Monarca del Granducato
Rossi Monarca del Granducato

Allo stesso tempo, un simile staff pletorico e tante persone dedicate alla “comunicazione” del presidente, trovano ragione nella corsa di Rossi alla segreteria del Pd. Insomma, Rossi si rivela ottimo allievo di Renzi anche quando si tratta di usare denaro pubblico e pubbliche istituzioni come trampolino per la propria personale carriera.

Mentre Rossi ingigantisce il suo staff, accentrando su se stesso potere e personale, dimezza i fondi destinati all’autorità sulla partecipazione: taglia cioè i fondi destinati a promuovere la partecipazione della popolazione sulle “grandi opere” e sui progetti infrastrutturali che investono i territori, proprio quando i cittadini chiedono di avere voce in capitolo sulle scelte strategiche territoriali. Parliamo di porti, aeroporti, opere grandi e piccole, inceneritori e alternative all’incenerimento per la gestione dei rifiuti.

Una simile ripartizione di fondi, che vede 960 mila euro per lo staff presidenziale e una riduzione da 700 a 400 mila euro all’autorità per la partecipazione, rivela una precisa idea di democrazia: quella dell’uomo solo al comando. Meno i cittadini partecipano e meglio è.

Cosa proponiamo nell’immediato come Sì Toscana a Sinistra? Basterebbe intanto invertire le cifre: dimezziamo i costi e lo staff di Rossi e raddoppiamo i fondi per la partecipazione dei cittadini, riportandoli a 700 mila euro. Semplice e fattibile. Crediamo che Rossi possa accontentarsi di uno staff di 15 persone e di mezzo milione di euro l’anno. Ci sarebbe poi da democratizzare la democrazia, costruire effettive possibilità di partecipazione dei cittadini, rendere forza e poteri alle assemblee elettive, oggi sempre più svuotate; ma questo è un compito di più lungo respiro.

[sì toscana a sinistra]

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