pecunia non olet. MA INSOMMA… “MISERICORDIE” O IMPRESE CON FINI DI LUCRO?

Il Presidente regionale delle Misericordie della Toscana Alberto Corsinovi
Il Presidente regionale delle Misericordie della Toscana Alberto Corsinovi

FIRENZE-PISTOIA. L’avvocato Alberto Corsinovi lo incontrammo nella sua sede istituzionale fiorentina nel novembre 2013, nel corso della nostra inchiesta sulla gestione della Misericordia di Agliana: ma non ne apprezzammo alcun risultato perché, nonostante le sue promesse di interessamento, non cambiò un bel nulla.

Oggi proponiamo una riflessione sulle sue dichiarazioni riguardo alla sussistenza di “zone grigie” tra il volontariato e il lavoro retribuito (apparse su Il Tirreno del 19 scorso).

In esse il Presidente Regionale denunciava e criticava la “retribuzione” (sotto forma di rimborso spese) di alcuni volontari, un fenomeno non nuovo e preso di mira anche a livello nazionale e per altre associazioni di volontariato.

Dice Corsinovi: “La Misericordia di Oste non ha avuto Misericordia”. Speriamo che questa esortazione, non valga solo per le Confraternite minori, ma venga estesa all’intera organizzazione, ovvero che la divina Misericordia accompagni – oltre ai volontari – anche i dirigenti e confratelli che ne presiedono i consigli.

Il Tirreno - Prato, 19 agosto 2016
Il Tirreno – Prato, 19 agosto 2016

Vediamo i fatti. In tempi non sospetti, ci occupammo della gestione “lucrativa” del servizio di assistenza agli anziani che svolto dalla Misericordia di Pistoia e che, crediamo, sarà attuato anche da tutte le Arciconfraternite, vista la crescente domanda di mercato: mentre, infatti, la tariffa media oraria di una badante è di soli 5-6 euro (quando va bene), ben diversamente il servizio offerto dalla Misericordia pistoiese presenta una tariffa più che doppia di 13 € l’ora.

Questa enorme differenza non appare ben giustificata e chiederebbe chiarezza dal momento che risulta iniqua rispetto all’altra delle badanti.

Qual è, allora, quella giusta? Siamo di fronte a un’evidente sperequazione che incide sulla dignità delle persone (le badanti) spremute da “poco misericordiosi” familiari di anziani e all’apparenza sfruttate da un’organizzazione imprenditoriale lucrativa sostenuta da Arciconfraternite che erogano servizi a tariffa libera?

Badante al lavoro
Badante al lavoro

Non ci immaginiamo certo che i sindacati possano intervenire per le necessarie proteste e vertenze del caso, trattandosi di un argomento decisamente impopolare….

Sappiamo bene come ai vertici delle Arciconfraternite siedano consulenti che sembrano averle fatte mutare da associazioni onlus di solidarietà a “banche d’affari” (la lite tra Prato e Oste è solo l’ultima riprova in ordine di tempo).

Ci rivolgiamo ancora una volta a Corsinovi chiedendogli di non liquidare l’argomento con una risposta formalmente ineccepibile, e cioè che un servizio di questo genere è solo una società lucrativa (la solita s.r.l. di servizi) estranea a ogni misericordioso controllo, con distinti risultati economici di bilancio.

Insomma, ed ecco la domanda al Presidente Regionale delle Misericordie: va tutto bene così? È questa un’altra “zona grigia” o un autentico “pozzo nero” del pianeta delle Misericordie?

[Alessandro Romiti]

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2 thoughts on “pecunia non olet. MA INSOMMA… “MISERICORDIE” O IMPRESE CON FINI DI LUCRO?

  1. Buon giorno Aessandro, mi permetto d’intervenire, nella veste di istruttore per persone non vedenti, con cognizione di causa, perchè, in generale il terzo settore è pieno di opacità. Io ti posso dire che in generale, le Cooperative del terzo settore vengono compensate dagli Enti Pubblici di riferimento (sopratutto Comuni e Asl) con un compenso orario/lavoratore che osclla tra i 20 e 30 euro. Di questi ai dipendenti finiscono in tasca solo 5-6 euro l’ora. Questo pone un grosso interrogativo su due aspetti fondamentali:
    – la professionalità dei dipendenti di dette cooperative
    – il fatto che siano, coe prevede la legge, senza scopo di lucro, norma che tra l’altro si può facilmente aggirare, comprando immobili che ovviamente servono all’attività della cooperativa stessa….in teoria. In pratica resta pur sempre un reinvestimento di utili aziendali.
    Massimo Scalas

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