per farsi male. FIRENZE E L’INTERESSANTE «UDIENZA DEL NULLA» DAL GIUDICE DI PECE

Un 17 di giugno, ieri, che ha portato bene come il numero dei superstiziosi e come ruzzolare una scala. E in un’Italia che si rappresenta a Bruxelles con Ilaria Salis debitrice impenitente e raddrizzatrice di crani, potremmo aspettarci di meglio da certi cosiddetti “giudici” anche se di basso livello come quelli di pEce?


Il palazzo che rende folli come nei film di Asterix

LA STAZZA NON È TUTTO, GENTE MIA:

CE L’HA MOSTRATO DAVID CON GOLÌA


Avvocati in attesa da uno dei giudici di pEce fiorentini

 

È [d]istruttivo, anche alla mia età, perdere un paio d’ore di nulla nel nulla dell’amministrazione della giustizia che non vale nulla, dove la colpa morì fanciulla.

Ieri, lunedì 17, sono passato dal giudice di pEce a Firenze per seguire una storiella di una persona trascinàtavi da una piccola associazione per delinquere composta da tre stalker stronzi più un avvocato stronzo, in malafede, tendenzialmente delinquenziali e falsatori di carte: che però è gradita a Dio padre onnipotente della masso-avvocateria.

Si parlava di una cifra di presunto-accampato credito di € 200 e qualche spicciolo. Una signora stronza, dagli occhi sottili suini, che dice di essere proprietaria di immobili che, in realtà non le appartengono, ha trascinato una persona normale dal giudice di pEce fiorentino per tale cifra. Ha sostenuto che lei ha dovuto pagare tale somma all’ufficio delle Entrate dal momento che, dopo aver vinto una causa, la persona vittima delle mosse stronzili ha pensato bene di non pagare come bollo di registrazione per la soccombenza subìta.

Ma attenzione. Non è che la persona, vittima degli stronzi, lo abbia fatto a capocchia come spesso agiscono i signori giudici e certi valenti avvocati. No. La persona stronzizzata dalla piccola associazione per delinquere, aveva in precedenza pagato una fattura per una riparazione di un certo guasto idraulico.

Era una fattura per un ammontare di 400 € più Iva. E poiché la riparazione, effettuata e regolarmente pagata, era stata richiesta dall’avvocato stronzo della stronza dagli occhi suinici, e spettava (lo hanno ammesso direttamente i sedicenti creditori: quindi la circostanza è pacifica) per due terzi agli stronzi in presunto vantato credito, e per un terzo alla persona stronzizzata, per quale mai motivo la stronzizzata da tre stronzi+avvocato avrebbe dovuto pagare per loro 200 € alla sedicente creditora della minchia, visto e considerato che dei 400 € più Iva spesi, da dividere in 3, più di 300 toccavano alla cliente stronza occhi-suini dell’avvocato stronzo, tanto che la persona stronzizzata aveva perfino diritto a un rimborso di più di 162 €?

Approfittando di questo gran danno, rompono l’anima da qualche anno

Ma gli stronzi, in quest’Italia da Salis & Tabacchis, sono tanti; milioni di milioni come le stelle di Negroni: che però, in questo caso, non vogliono assolutamente dire qualità, a meno che dietro a tale parola non si aggiunga lo specificativo epesegètico “di merda”.

Così ho voluto seguire de visu il cosiddetto “mercato delle vacche”: un viavai formicoloso, a porta aperta, tra il giudice, i sensali e i bovini da compra-vendere.

Il giudice aveva fissato l’udienza di queste stronzerie da 200 € (peraltro più che pagati) per le ore 11. Ritardo, normale. Ripetizioni di via-vai di entrate e uscite, normali. C’erano in giro una 15ina-20 persone. La foto che vedete è solo un momento di relativa quiete. In aula una manciata di aspiranti azzeccagarbugli in tirocinio. Ma torniamo all’udienza.

In Vocabolario Treccani (e Dugàtti), al punto 3 leggo: Udienza «Nel processo, la fase che si svolge di fronte al giudice, normalmente col contraddittorio delle parti». Ma non ci vuole la Crusca, e nemmeno la Semola di Firenze, per capire cosa significhi udienza – anche se oggi i numerosi mentecatti che escono da licei e università riforma-Berlinguer aromatizzata a crediti e spicchi d’aglio, sono sempre più asini.

E invece l’udienza di ieri mattina? Il giudice, di fatto, non ha fatto parlare nessuno. La sua prima battuta è stata: «Qui che abbiamo?», a dimostrazione che non aveva nemmen letto le deduzioni e le controdeduzioni delle parti. Bello, no?

In più il giudice non ha dato ascolto (= udienza, appunto) a nessuna delle parti. E si è espresso più o meno con queste parole: «Dovete accordarvi, perché lo sapete che, se non vi accordate, andrete a spendere un sacco di quattrini». Parola del Signore.

Ma la gente si alza la mattina per scassare la minchia agli altri…?

Alla faccia della mentula canis, Vostro Onore! Ma la persona stronzizzata non si era già accordata, e ben bene, con la sedicente padrona del mondo intero dagli occhi suini? Le aveva perfino condonato 162 € della spesa effettuata pur di non averci a che fare subendone la sgradevole-teratologica presenza. Più di così…

E l’accenno allo “spendere un mucchio di quattrini” cos’era, giudice di pEce? Una sua personalissima, amabile minaccia per levarsi di culo dei laidi che tormentano persone normali da anni e anni e anni, oppure un preannuncio, poco simpatico, del tipo: «paga e non rompere, sennò ti costringo io a pagare»?

Lo avete capito o no, gente, che la giustizia italiana non di rado è fatta da stupidi per stupidi e stronzi che non hanno null’altro da fare che rompere i coglioni alle persone?

Chi troppo in alto Salis cade sovente, precipitevolissistronzamente!

Ve lo ridico ancora: la terza guerra mondiale è inevitabile.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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