MONTEMURLO. Non tutta l’Italia è Macerata, verrebbe da dire, conoscendo il progetto di “alternanza scuola lavoro” che da alcune settimane è iniziato al liceo artistico “Umberto Brunelleschi” di Montemurlo, grazie alla sinergia tra scuola, Comune di Montemurlo, Provincia di Prato e Cas Montemurlo.
Un pò una sfida contro pregiudizi e stereotipi, che vede lavorare insieme, con impegno e passione, all’allestimento dello spettacolo Sei Personaggi in cerca d’autore e d’identità gli studenti delle classi quarte (più una classe del biennio) dei corsi di “arte e costume”, “grafica” e “architettura”, in tutto 120 studenti, e i richiedenti asilo del Centro di accoglienza straordinaria di Montemurlo, gestito da Coop 22.
Una performance che, prendendo a prestito il famoso testo pirandelliano, affronta le tematiche dell’identità e della incomunicabilità e della quale ancora una volta, sotto la regia di Stefano Luci della compagnia teatrale “Ciurma Storta”, saranno protagonisti gli ospiti del Cas (con i migranti del Cas Montemurlo Luci ha già messo in scena Una Nuova Odissea sul tema del viaggio e il successivo Big Bang Orestea sull’incontro di civiltà e sul tema della giustizia n.d.r).
« Siamo molto orgogliosi di questo progetto, perché si tratta di un’esperienza di qualità che mette a frutto le conoscenze acquisite a scuola e la arricchisce con competenze interculturali», commenta il preside del liceo Brunelleschi, Tiziano Pierucci.
Per l’assessore alla pubblica istruzione, Rossella De Masi si tratta di «un progetto dalla valenza educativa a 360 gradi, un esempio virtuoso che va raccontato e fatto conoscere».
In tutto sul territorio di Montemurlo i richiedenti asilo sono 70 (più dieci dello Sprar), accolti nelle strutture di via Alfieri e via Lamarmora. Una convivenza che non ha mai creato problemi, come spiega l’assessore all’intercultura, Giuseppe Forastiero: « L’esperienza dell’alternanza scuola – lavoro tra liceo e Cas è frutto di un lungo lavoro di integrazione portato avanti da diversi anni sul territorio che ha visto i migranti impegnati in diversi progetti, come la pulizia del parco di Villa Giamari, svolta in collaborazione con l’Auser o la partecipazione a Puliamo il mondo. Una collaborazione stretta che ha prodotto risultati positivi e che può essere considerata a tutti gli effetti una buona pratica da esportare».
Infine, anche la vice-presidente della Provincia di Prato, Paola Tassi, ha ricordato la validità del progetto scuola- lavoro attivato al Brunelleschi.
Sono circa venti i richiedenti asilo che stanno partecipando al laboratorio di “Arte scenica” del Liceo Brunelleschi ed insieme agli studenti realizzeranno le scenografie e i costumi dello spettacolo, che debutterà il prossimo 26 maggio alla Sala Banti.
«Sarà un grande opportunità d’incontro. I profughi con cui lavoro quotidianamente non hanno sempre voglia di raccontare la loro terribile storia, ma lo fanno continuamente con gli operatori legali, per le memorie, con gli psicologi, in commissione, in sede di appello.— spiegano Nicoletta Ulivi, responsabile di Coop 22 e Stefano Luci, operatore del Cas di Montemurlo e regista — Hanno invece tanta voglia di conoscere la nostra storia, la nostra cultura e purtroppo non sempre hanno l’opportunità di farlo se non attraverso i mass media, che spesso mistificano o deformano la realtà del nostro Paese, strizzando l’occhio e ammiccando ad un benessere facile e superficiale.
Il teatro può essere invece un accesso privilegiato, per loro, che possa finalmente introdurli nel nostro tessuto sociale, costruendo lo spettacolo insieme alle nuove generazioni di studenti italiani».
Scenografia e costumi saranno ispirati allo stile Liberty avranno la funzione scenica di esasperare la distanza tra ricchi e poveri, tra un mondo opulento, ostentato e un altro che non ha niente, un mondo di miseria.
I costumi della compagnia di attori professionisti saranno ispirati ai salotti del primo novecento, mentre i sei personaggi avranno dei costumi da miserabili, da operai della seconda industrializzazione; la scenografia della seconda parte dello spettacolo, in particolare, sarà realizzata attraverso l’ausilio della grafica 3D.
L’inizio del lavoro tra richiedenti asilo e studenti ha già dato vita a belle contaminazioni artistiche, come ha rilevato il professor Leonardo Bossio, durante il laboratorio per la creazione delle maschere per lo spettacolo: i ragazzi hanno per la prima volta disegnato insieme e la creatività, la sensibilità artistica africana, molto lontana dai canoni europei, si è fusa ed ha letteralmente contaminato i lavori dei ragazzi, dando vita ad una nuova espressività.
« I rifugiati hanno sempre una storia da raccontare, ma non sempre trovano le parole o il coraggio per farlo e molte volte per ricordare devono prima ritrovare se stessi, il proprio nome, la propria identità — continua Luci — Molto spesso hanno smarrito la propria identità; abbandonata o eliminata da qualche autore matrigno, carceriere, parente, zio crudele,trafficante o scafista che sia.
Attraverso questa loro esperienza ci avvicineremo a questo magistrale testo pirandelliano. Ci avvicineremo al gioco del Teatro nel Teatro. Non sarà un adattamento, ne una trasposizione, ma una fusione, una fusione con il Teatro d’autore italiano».
[masi — comune di montemurlo]