«PER LA TOSCANA CHE VOGLIAMO»

ora tocca a noi - locandina Pd

PISTOIA. Dai giovani della sinistra riceviamo e pubblichiamo:

Viviamo la più grave crisi economica della storia degli ultimi secoli che diviene, in Italia e in Europa, crisi sociale, culturale, di valori e di prospettiva. È ormai parere di molti economisti che la gravità di questa congiuntura negativa sia superiore anche a quella vissuta dopo il 1929.

In questi anni, prima con il governo Berlusconi e poi con i governi di larghe intese (Monti e Letta), la politica italiana si è dimostrata incapace di intervenire sulle ragioni strutturali di questa situazione, allineandosi o subendo le politiche imposte dall’Europa in mano alle tecnocrazie e a una maggioranza politica di centrodestra. Questo ha voluto dire alimentare l’austerità, il taglio dei salari e dei diritti, la precarizzazione del lavoro.

Scelte che hanno finito per far precipitare ancora di più il nostro paese in una spirale di contrazione della domanda, assenza di investimenti, taglio dei salari, disoccupazione.

Viviamo così una dimensione della politica completamente imbrigliata da vincoli imposti, a livello nazionale ed europeo, dall’ideologia neoliberista. “There is no alternative” avrebbe detto la signora Thatcher.

Ci viene imposto in questo modo un presente immutabile, in cui anche la sinistra ha progressivamente perduto la capacità di immaginare una società diversa, di guardare al futuro pensando ad una trasformazione economica, sociale, culturale, di costruire un nuovo paradigma di sviluppo, di gettare nell’azione del presente le fondamenta di “un altro mondo possibile”.

In questa involuzione sono travolte le giovani generazioni, stritolate nella morsa della precarietà, della disoccupazione e di un terrificante deserto culturale.

Non tutto, però, è perduto.

L’insofferenza per la quotidianità che siamo costretti a vivere e la volontà di sprigionare i nostri sogni e il nostro desiderio di cambiamento, rappresenteranno un formidabile strumento di riscatto.

Non si tratta, vogliamo dirlo, di innescare conflitti di natura generazionale: al governo Renzi – che come Monti prima di lui vorrebbe utilizzare la nostra generazione come alibi per togliere diritti e dignità a chi è tutelato dallo Statuto dei Lavoratori – noi vogliamo rispondere con un’iniziativa politica per l’estensione dei diritti, che abbia un valore unificante del complesso del mondo del lavoro: dagli studenti ai pensionati, dai lavoratori dipendenti ai finti autonomi, dai precari di ogni tipo ai disoccupati.

Rimettere in condizione di essere motore di cambiamento e fulcro di un nuovo modello di sviluppo tutti coloro che vivono solo del proprio lavoro, materiale o cognitivo, e che non hanno rendite o profitti su cui contare, è la sfida che possiamo e dobbiamo vincere.

È innegabile, tuttavia, che vi siano peculiarità, di cui le nostre generazioni sono portatrici, che non trovano spazio nel dibattito politico odierno e, purtroppo, nemmeno in tanta parte delle organizzazioni della sinistra esistenti.

La sinistra stessa, insomma, rischia di perdere la connessione con un pezzo importante del proprio universo di riferimento, rischia di scoprirsi afona di fronte a un mondo che cambia a velocità vertiginose, a nuovi linguaggi, a nuove forme delle relazioni sociali, a nuovi bisogni e desideri.

E nel dire questo abbiamo in mente una pluralità di soggetti, dal precariato cognitivo per cui un’alta formazione non vale un lavoro dignitoso, ai giovani disoccupati abbandonati all’individualismo e alla rabbia nelle periferie urbane, dai nuovi italiani, migranti che sono nati nel nostro paese o vi risiedono da anni, a studenti che vedono nel rinnovo infinito di contratti a termine o nella fuga all’estero la loro unica prospettiva di futuro.

Con la consapevolezza di questo scenario, abbiamo scelto, negli ultimi anni, di fare politica, a sinistra, nel nostro territorio: la Toscana.

Una Regione, storicamente feudo della sinistra, che ha saputo farsi promotrice, anche in tempi recenti, delle più avanzate esperienze di governo del territorio. La capacità di reagire alla crisi e di mettere in campo strumenti per limitare la perdita di posti di lavoro, ampliare le tutele sociali per le famiglie vittime della crisi, promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro di migliaia di giovani… ci parlano di una realtà politica regionale permeabile al cambiamento e a una visione realmente progressista.

Crediamo, in ogni caso, che proprio in virtù di quanto detto si possa e si debba compiere un salto di qualità ulteriore, dentro la sinistra e dentro le istituzioni, con l’ambizione di legare pratiche di buon governo e un’idea di altra società possibile, a partire dall’estensione dei diritti, dalla tutela e dalla gestione partecipata dei beni comuni e dei servizi pubblici, dalla centralità del lavoro e dall’accesso per tutte e tutti ai saperi.

Vogliamo misurarci, insomma, con proposte programmatiche ambiziose ma calate nella realtà concreta del nostro territorio, parlando di riconversione dell’apparato produttivo regionale, per garantire rispetto dell’ambiente e maggiore occupazione, di ripubblicizzazione del servizio idrico e di gestione democratica dei servizi essenziali, di introduzione di forme di sostegno al reddito, di diritto all’istruzione e di politiche per la ricerca, di una revisione degli strumenti di formazione professionale e di inserimento nel mondo del lavoro, di spazi sociali e culturali e di diritto all’abitare per tutti…

Vogliamo far sentire la nostra voce ed essere protagonisti di una proposta politica per la Regione capace di stare nella complessità della situazione reale senza rinunciare a conquistare scelte politiche e amministrative sempre più avanzate, sul piano dei diritti e delle condizioni di vita dei toscani.

E vogliamo farlo con la consapevolezza che esiste una nuova classe dirigente della sinistra, una nuova generazione di ragazze e ragazzi impegnate nelle organizzazioni politiche e sociali, o direttamente nelle amministrazioni locali, che può essere il motore di questo processo.

Con questo spirito vogliamo stimolare un percorso collettivo che ci porti a lavorare, anche in vista delle prossime elezioni regionali, alla costruzione di una spazio e di un soggetto politico unitario della sinistra, autonomo e non settario, ambizioso nei programmi e capace di farsi attraversare dalle sollecitazioni e dall’entusiasmo delle nostre generazioni.

Con questo spirito unitario auspichiamo che il nostro percorso possa promuovere una proficua interlocuzione nel campo largo della sinistra e del centrosinistra.

Per compiere il primo passo di questo cammino, e cominciare insieme a svolgere i titoli solo accennati in questo documento, abbiamo quindi deciso di incontrarci a Firenze domenica 23 novembre alle ore 15:30 presso la sala Arci in Piazza dei Ciompi, per un’assemblea aperta a quanti vorranno portare il proprio contributo all’avvio di questo percorso comune.

Come dicemmo qualche anno fa in occasione della prima manifestazione nazionale delle precarie e dei precari: “il nostro tempo è adesso!”. Oggi come allora crediamo che sia ora di rimboccarci le mani e osare in prima persona il cambiamento: cominciamo, insieme, a costruire la Toscana che vogliamo.

Letizia Andreini (Sel Pisa), Diego Blasi (Leftlab Prato), Stefano Carlesi (Sinistra Lavoro Pisa), Beatrice Corsi (Cons. Comunale Sel Sesto Fiorentino), Giulia Giraudo (Leftlab Prato), Tommaso Grassi (Cons. Comunale Sel Firenze), Alberto Guercini (Cons. Comunale Agliana In Comune), Mattia Nesti (Sinistra Lavoro Pistoia), Marco Sabatini (Sel Grosseto), Carlotta Sorrentino (Sinistra Lavoro Grosseto)

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