PISTOIA. Una corrente di pensiero, chissà come chissà perché sorta ma che tra le proprie fila annovera illustri personaggi, vorrebbe che a Pistoia non potessero andare d’accordo calcio e pallacanestro. Ne sono così certi, questi fenomeni di pensatori (quelli del “va per le terre” per intendersi, improvvisati accademici della Crusca), che per provarlo hanno inventato il “teorema dell’altalena”, ovvero nelle stagioni di vacche grasse per il pallone, la palla a spicchi scompare o quasi e all’inverso nelle annate d’oro del basket, il calcio naviga in pessime acque.
Chissà come chissà perché chissà a chi giova un ragionamento del genere, che tenderebbe pure a mettere di fronte, l’un l’altra armate, due tra le nostre più floride aziende vivaistiche, la Giorgio Tesi Group e la Vannucci Piante.
Noi, invece, da sempre piccoli e neri come Calimero saremmo per la pace e la gioia, anche perché non comprendiamo né la voglia né il motivo di dividere sempre il mondo in due parti, i buoni e i cattivi. Non si può, al contrario, andare d’amore e d’accordo specie in una città e in una provincia come le nostre che certamente non hanno bisogno di ulteriori paletti, di nuovi punti di demarcazione?
Anche alcuni rappresentanti dei mass media hanno tentato, taluni pure con successo, di mettere zizzania, di rappresentare uno sport migliore dell’altro, di far sì che la gente discutesse, persino s’accalorasse, sul nulla. Hanno preso a pretesto tutto e il contrario di tutto, hanno fatto germogliare il seme dell’incultura sportiva. Non ci mancava, ne avremmo fatto volentieri a meno.
Ma vallo a spiegare che c’è spazio per tutti, soprattutto per chi vale. Soprattutto per le eccellenze. Parrebbe semplice, è la cosa più difficile del mondo. Di questi tempi, almeno.