PESCIA. [a.b.] La lista “Percorso Comune” ha depositato nei giorni scorsi all’Ufficio Protocollo del Comune una interrogazione a risposta scritta riguardo la “situazione dei residui attivi risultanti in sede di chiusura dell’esercizio finanziario 2014”. Si tratta della prima interrogazione protocollata dal nuovo gruppo consiliare (ex Movimento Cinque Stelle di Pescia).
“Avere i documenti che hanno portato a questa interrogazione – spiega Angelo Morini – è stata un impresa ardua. Abbiamo infatti fatto numerosi accessi agli atti ed il comportamento da parte dell’ufficio Finanziario è stato vergognoso perché hanno preso tutto il tempo che potevano per ritardare il più possibile l’accesso. Sarò andato in Comune almeno una trentina di volte e spesso tornando a mani vuote o con dati non richiesti o parziali”. Alla fine comunque i consiglieri comunali hanno avuto modo conoscere la reale situazione delle casse comunali “che al contrario di quanto raccontato dall’asse Peria/Giurlani – si legge in una nota – presenta una situazione disastrosa al limite del dissesto finanziario”. È’ per questo motivo che scoperte le incongruenze con quanto dichiarato sul bilancio i rappresentanti del gruppo consiliare hanno segnalato il caso anche alla Procura generale della Corte dei Conti della Toscana.
Ma andiamo con ordine: secondo la lista “Percorso Comune” sulla base dell’analisi dei dati risulterebbe per il Comune di Pescia “una innegabile realtà di dissesto finanziario”.
“Le riscossioni effettuate sulle partite di entrata considerate – spiegano i consiglieri Angelo Morini e Paolo Varanini – abbracciano il periodo anno 2012 e precedenti. I risultati definitivi ottenuti sugli anni 2013 e 2014 verranno presi in esame in sede di rendiconto anno 2014, anche se una prima analisi, certifica le stesse situazioni critiche rilevate negli anni precedenti. Ad esempio il dato rilevante è rappresentato dai risultati ottenuti nell’anno 2014 sul versante della lotta all’evasione, che non rispecchiano le previsioni inserite in bilancio. I due atti amministrativi, a firma del dirigente del servizio gestione delle risorse, emessi in data 31.12.2014, evidenziano accertamenti pari ad €.801.098,67 (€. 474.247,67 a titolo di Ici/Imu ed €. 326.851,00 a titolo di Tarsu) che nei confronti delle previsioni di bilancio di complessivi €. 1.305.000,00, certificano una minore entrata di €. 500.000,00 in cifra tonda. Le entrate più significative del prospetto preso in esame si riferiscono alle imposte e tasse comunali, ai proventi contravvenzionali e ai proventi mense scolastiche, trasporto alunni ed asilo nido: il loro residuo iniziale da riscuotere ammontava ad €. 5.255.723,40, le riscossioni effettuate ad €. 289.242,23”.
“Queste stesse entrate nel periodo 2010/2013 sono state oggetto di clamorose cancellazioni pari a diversi milioni di euro e pertanto – continuano gli esponenti di Percorso Comune – appare ragionevole pensare che il procedimento di acquisizione dell’entrata alle casse comunali non funziona, non risponde per niente ai principi di efficacia ed efficienza”.
Il Comune di Pescia nel corso dell’anno finanziario 2014 ha ratificato ed approvato varie situazioni di contenuto finanziario, come la salvaguardia degli equilibri di bilancio e l’assestamento definitivo di bilancio, ma nessuno degli addetti ai lavori, esterni ed interni, ha evidenziato – come spiegano i due ex grillini – in qualche modo e responsabilmente le anomalie sopra riscontrate.”
“Gli amministratori comunali, da parte loro, si sono limitati ad esternazioni di trionfalismi fuori luogo e a sperticati, quanto inopportuni, complimenti alla gestione contabile del Comune. La mancata riscossione dei cespiti in entrata condiziona notevolmente l’azione amministrativa del Comune causa il proliferarsi dell’anticipazione di cassa (ormai in essere dall’anno 2009) che, alla data del 31.12.2014, ammontava ad €. 2.337.925,96.”
“La prova dimostrata che in un intero esercizio finanziario la macchina burocratica del Comune di Pescia è riuscita a riscuotere, a fronte dei crediti esistenti all’inizio dell’esercizio 2014 ammontanti ad €. 6.155.000,00, appena il 4,70%, non può che rappresentare una innegabile dichiarazione di sconfitta” .
Questa la risposta da parte della Giunta comunale:
Nei giorni scorsi il consigliere Morini ha pubblicamente denunciato la presenza di un numero rilevante di crediti dell’Ente (residui attivi) non ancora incassati a distanza di anni. Dal punto di vista concreto non è né una novità, né una grande scoperta, poiché bastava leggere la relazione di fine mandato del sindaco Marchi o quella di inizio mandato del sindaco Giurlani per trovare tali masse di residui attivi. Sono peraltro mesi che diciamo in ogni occasione istituzionale o pubblica quale sia l’estrema gravità della situazione ereditata ed il disastro che, da sette mesi a questa parte, siamo chiamati a gestire, sperando di cavarne le gambe, non tanto per noi, ma per la città di Pescia.
Quello che appare particolarmente scorretto è, invece, che il consigliere cerchi di attribuire all’attuale Giunta la responsabilità di una tale complessa situazione, dimenticandosi, tra l’altro, tutte le correzioni dei conti già effettuate dall’Amministrazione Giurlani ed in particolare l’emersione di un disavanzo non considerato nel consuntivo 2013 di oltre 154.000 euro, che abbiamo dovuto integralmente finanziare in assestamento.
I residui attivi di cui parla Morini, infatti, si riferiscono agli anni 2012 e precedenti e niente hanno a che vedere con la nostra gestione. Essi derivano dal conto consuntivo 2013, approvato dal precedente consiglio comunale; l’ Amministrazione Marchi li ha ritenuti crediti veri, certi ed esigibili, si ritiene dopo averne attentamente valutato i requisiti e noi non potevamo certo metterli in discussione senza alcun elemento a sostegno della loro inesigibilità.
Nel corso dei nostri 7 mesi di gestione nessuno dei dirigenti responsabili di quei crediti ha infatti segnalato la necessità di doverli stralciare; il mantenimento dei residui, o la loro eliminazione non può essere effettuato a casaccio, ma deve essere frutto di un’attenta analisi da parte del dirigente responsabile, che deve verificare, ponderare ed attestare le ragioni della conservazione o della cancellazione. La stragrande parte dei residui di cui parla Morini, peraltro, è stata trasferita ad Equitalia per la riscossione coattiva. In altri casi si tratta di crediti nei confronti di soggetti con procedure concorsuali o fallimentari, rispetto ai quali il comune si è insinuato nel fallimento e sta aspettando dal giudice precise risposte conclusive.
Quei residui attivi, minimamente imputabili alla nostra gestione, lo ripetiamo, peraltro, non sono, come sostiene Morini, i residui definitivi al 31-12-2014. Essi, infatti, per poter essere validati come tali, necessitano di un passaggio non ancora avvenuto, che è il riaccertamento dei residui attivi e passivi effettuato dal Ragioniere Capo con propria determinazione dirigenziale. Solo dopo quel passaggio, sul quale abbiamo richiesto il massimo rigore alla Ragioneria e prima ancora a tutti i dirigenti che si dovranno esprimere sulla sussistenza o meno dei crediti, si potrà sapere quali saranno i residui attivi conservabili e quali invece andranno stralciati prudenzialmente.
Questi ultimi, anche se rappresentano crediti di difficile esigibilità, vanno in ogni caso perseguiti e bisogna effettuare ogni azione per incassarli, anche se prudenzialmente non fossero più iscritti in bilancio. Il Comune non può, infatti, rinunciare a neanche un euro dei suoi crediti legittimi. Non solo: cancellare i crediti dal bilancio senza fondati motivi e non perseguirli è palesemente danno erariale per il dirigente che si rendesse responsabile di tale azione.
Solo a metà di marzo si saprà, pertanto, quali saranno i residui attivi 2014 ed anni precedenti da conservare a bilancio; se dal riaccertamento emergeranno anomalie o scorrettezze, l’Amministrazione provvederà senza indugio a segnalarle agli Organi di controllo competenti.
[comunicato]