Incontro, a Cosenza, con un perseguitato eccellente del sostituto-scout Claudio Curreli. Il francescano Padre Fedele Bisceglia, ingiustamente trascinato per le aule dodici anni prima di Linea Libera ci affida il suo messaggio
E SPERIAMO CHE I PERSEGUITATI
POSSANO DAVVERO AVERE GIUSTIZIA!
PISTOIA- COSENZA. L’incontro con un francescano dal curriculum e dalla “storia giudiziaria” straordinaria come è stato Padre Fedele Bisceglia, è un atto di devozione, da intendersi quale somma cronaca e intenzione dell’esperienza sacrificale di uomo, ma soprattutto un religioso che ha visto la sua esistenza rovinata, spezzata da una abnorme-paradossale vicenda giudiziaria, poi dimostratasi una vera e propria “esecuzione civile”.
Padre Fedele è stato assolto con la formula più ampia, e – fatto grave ma non secondario – le azioni di rivalsa per le calunnie ricevute a fronte del reato di violenza carnale, sono sparite dagli archivi giudiziari. Se questo è vero, dite come ciò sia stato possibile e chiedetevi se anche nell’amministyrazione giudiziaria non strisci e serpeggi più mafia di quanto si possa pensare.
Con il francescano abbiamo già avuto un lungo colloquio/intervista, grazie a una videoconferenza, all’indomani dell’incardinamento del processo penale contro i giornalisti di questo giornale. Potete rivedere il tutto qui. Oggi, se è vero che il tempo cancella il dolore, della disgraziata attività giudiziaria perpetrata contro Padre Fedele resta l’amarezza dell’impunità che è stata assicurata a un Pm – nel caso specifico il discutibile/discusso Claudio Curreli –; un Personaggio che, seppur disponendo di una relazione “liberatoria” redatta dallo Sco di Roma (Servizio Centrale Operativo) per l’allora imputato Bisceglia, la tenne nascosta nel cassetto e successivamente la inviò all’archivio, mancando così di rispettare la prescrizione dell’articolo 358 del c.p.p. e, cosa non meno grave, l’articolo 54 della Costituzione, che parla del dovere da svolgere «con disciplina ed onore».
Padre Fedele ricorda la sua drammatica vicenda. Per la quale ha visto anche 100 sacerdoti sottoscrivere un commento malevolo contro di lui e in difesa della suor Tania (la falsa Me Too) e ciò senza una valutazione tecnica dei documenti e a “processo aperto”. Fu un fatto ignobile, spinto come fu da una motivazione politica e non certamente da un sentimento di giustizia.
Tra i 100 firmatari comparve anche Padre Alex Zanotelli, che è sempre alla ribalta pronto a difendere gli ultimi, i perseguitati e gli oppressi; e dunque primo a battersi per l’affermazione della verità. Ma in questo caso – e nonostante la piena assoluzione di Padre Fedele – lo Zanotelli non si è preoccupato di rivedere le sue posizioni e magari di provare a chiedere scusa. Nessun atto di dolore per il documento contro il Bisceglia, reso del tutto innocente dagli esiti processuali.
Adesso non sarebbe giunta l’ora di fare ammenda? Padre Zanotelli potrebbe procedere alla revisione storica degli eventi e riconciliarsi con il suo confratello documentatamente indicato come perseguitato con una azione preordinata di stalking giudiziario che non è un reato fasullo come lo stalking giornalistico inventato da Curreli e dalla procura pistoiese contro i giornalisti che non tacciono e non vogliono farlo.
Abbiamo anche il video di Padre Fedele. E lo proponiamo – con la sua approvazione – ai lettori, con la nostra dignità e la consapevolezza dell’esortazione augurale ricevuta dal padre cosentino: «Siate forti e tenaci, certi che la giustizia trionferà. Dobbiamo essere duri e prepotenti contro le forze del male: sta scritto che il Regno dei Cieli è dei coraggiosi».
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.info]