pesci & palombi giudiziari. 1° APRILE CON UNA VECCHIA MA SIGNIFICATIVA STORIA DI FALSA TESTIMONIANZA IN TRIBUNALE

Non è uno scherzo e lo potrete vedere con i vostri occhi. Lo sapete che quando sparo ad altezza d’uomo, prendo la mira con proiettili di carta sempre incontestabili. Seguite la narrazione e grattatevi la zucca: il vostro tribunale è anche questo, cari pistoiesi di via degli Orafi e del Globo, e cari giornalisti agli ordini della procura…


L’auto intasava la strada stretta. Ma quale strada, signori stalker dei civici 14-18 come la prima guerra mondiale?

CARI GENI DELLA PROCURA, MIA MADRE

NON È PIÙ POTUTA TORNARE A CASA SUA!

MA VOI SIETE BUONI E PER “TERRA APERTA”:

I PROBLEMI CE LI SCARICATE TUTTI A NOI


Revised • April 01, 2023 • 6:55:26 PM

Alla giudice Garufi dettero a bere che quella era una strada stretta. E furono tutti bravi: dall’avvocato fiorentino scorretto al falso testimone, il creativo abusivista Sergio Luciano Giuseppe Meoni

 

Il 4 dicembre 2008 la giudice Daniela Garufi (oggi destinata, a mio parere, a fare danni altrove) adottò una decisione da far passare alla storia delle stronzate giudiziarie pistoiesi.

Infatti, dopo che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi – favorito dal Comune di Quarrata e ben tutelato dalla procura di Pistoia – aveva ottenuto illecitamente i passi carrabili dove non dovevano essercene; essendo stato cancellato contra legem il diritto di uso pubblico insistente sulle piazzole di parcheggio di Via Lecceto 1, l’unico spazio su cui lasciare un’auto, per chi abitava nel Tronco Nord di via Lecceto, numerazione pari, era rimasta la particella a comune n. 430 del foglio 44. Che, in quanto tale, non era una strada, come fu dato a bere alla signora Garufi.

Ma i sedicenti proprietari dei civici 14-18 non erano d’accordo. Dovevano rompere i coglioni ai residenti e alla proprietà dei civici 10-12-16: la cui unica colpa era costituita dal fatto che non volevano cedere loro, per tre lire, la casa col numero 16.

Insomma: un vero e proprio ricattino bene orchestrato da: Mara Alberti, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni. Regia dell’avvocato fiorentino di grido (viale Giovine Italia) Roberto Ercolani.

Per impedire il quieto vivere, questi stalker scientifici guidati con l’uso distorto del diritto, si inventarono che l’auto che vedete, lì lasciata in sosta, era d’intralcio al loro «parcheggio privato» (ma che cazzo stavano a dire?) dichiarato come esistente nel loro orto: perché la particella da loro individuata come posto auto era solo un orto e orto era sempre rimasto ed è rimasto ancor dopo. Anche nonostante i cartelli pappagallati.

Avevano altri due parcheggi, realizzati apposta come tali, per una capienza di una decina di auto. Ma come il non-dottor Perrozzi, il loro interesse era costringere la proprietà del civico 16 a mollargli la casetta per 25 € o poco più… Ganzi, no?

Se Curreli e Grieco vogliono andare a controllare davvero, ce li porto di persona. E se ritengono opportuno, gli offro anche il posto per dormire. Capiranno molte più cose di quante ne abbiano finora comprese. L’invito è, ovviamente, esteso a tutta la procura e al tribunale penale di Pistoia.

Mara Alberti, Margherita Ferri, Sergio Luciano Giuseppe Meoni: tenete in mente i nomi. Anche questi tre stalker protetti da tutti – in futuro dirò perché – avevano usato la tecnica-Perozzi: scasare gli abitanti dei civici 10-12.

Sicché il loro legale, una specie di factotum unto da Dio, intentò una causa di manutenzione dell’area a comune (parlando di strada stretta) a favore dei suoi disturbati clienti: e ottenne la facile vittoria da parte della Daniela Garufi, giudice – a mio avviso, e non solo in questa causa, approssimativa e distratta. Senza dubbio assai frettolosa.

Fu determinante – per questo – la falsa testimonianza di Sergio Luciano Giuseppe Meoni, di professione pensionato addetto a mettere in atto abusi edilizi dovunque. Lo stesso creativo che ieri l’altro era incazzato perché avevo pubblicato la foto della sua Jeep, con targa visibile, dinanzi alla mia auto. Una Jeep così sistemata da lui e dalla gentile consorte Margherita Ferri, per trattenermi a forza (vedi qui) finché non arrivassero ad arrestarmi i carabinieri del luogotenente Salvatore Maricchiolo o (in subordine, come fu) i vigili della comandantA Pamela Michelozzi di Quarrata.

Sergio Luciano Giuseppe Meoni, non altrimenti appellabile che falso testimone in aula, si presentò il giorno 4.12.2008 dinanzi alla discutibile giudice Garufi e “sbrodolò” quanto suggeritogli dal suo efficacissimo, quanto falsificatore, legale fiorentino di grido.

Renzo Dell’Anno era per i bassi profili (e per i nessun risultato…)

La Garufi, senza perdere tempo, concluse ordinando di togliere l’auto incriminata perché impediva il passo dei Meoni-Ferri-Alberti verso il loro posto auto, in quanto ingombrava una strada stretta.

Ma quale, mi chiedo e ci chiedemmo allora, se questi veri stalker dei civici 14-18, avevano tanto di quel parcheggio da (perfino) poterlo affittare in due altri punti delle loro asserite, ma non ancora accertate, proprietà?

Per questo fu fatta una segnalazione-esposto alla procura (allora c’era Renzo Dell’Anno) e alla stessa Garufi. Mai stata presa neppure in considerazione, perché questo è in generale il costume pistoiese di una procura che – spiace doverlo pensare, ma è così – non è né terza né imparziale né attenta a ciò che le passa di sotto il naso.

Quale data migliore del 1° aprile 2023, per illustrare il modus operandi del terzo piano di palazzo del tribunale?

Edoardo Bianchini
In nome di Benigni, Mattarella e art. 21
[direttore@linealibera.it]


 

Giuseppe Grieco

 

Per i più curiosi, domani mattina vi narro la storia di un acquedotto tagliato con la sega, e dell’interruzione di un pubblico servizio per 8 giorni 8.

Il tutto passato sotto silenzio da una procura connivente che non ha voluto vedere neppure una lontana ipotesi di violenza privata.

Il tutto a firma del signor Giuseppe Grieco & C., con dovizia di particolari.

E poi gli stalker sarebbero i giornalisti di Linea Libera, vero?


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