PESCIA. È inutile dire: il duo Varanini-Morini, prima 5 Stelle e ora “Percorso Comune”, ha dato sempre un estremo fastidio al manovratore Oreste Giurlani e al suo partito. E lo ha fatto sia prima, che di recente con il nuovo oggetto politico in cui si è distaccato dai pentastellati.
Le ultime mosse, le ricorderete, sono state un vero e proprio terremoto. E basterà che rileggiate questi articoli: Pescia: «Certificato del casellario? Peggio della febbre gialla» e Pescia. Morini e Varanini: «Fuori le carte!».
Quando i due esponenti dell’opposizione pesciatina hanno deciso di tirare fuori le unghie, se ne sono viste delle belle: prima la maggioranza ha cercato di far cambiare la parola impegnano in invitano il Sindaco e la Giunta; poi c’è stata una levata di scudi [semi]compatta in consiglio: strenua difenditrice della privacy, l’avvocata Barbara Vittiman (ascoltabile qui).
Di fatto, alla fine, il Consiglio – sia pure con alcune defezioni nella maggioranza stessa – ha votato contro la mozione Varanini-Morini: ma la crepa c’è stata.
Per questo, però, visto che la scelta è stata fatta su basi ben documentate di norme di legge opportunamente richiamate dalla Vittiman, ci siamo presi la briga di fare qualche domanda diretta a uno dei diretti interessati, il dottor Varanini, dato anche che Morini è attualmente in ferie.
– Una cosa è certa, dottore: avete provocato un terremoto. Non si può chiedere, a chi esercita il potere, di “mettere il sedere alla finestra”… Non lo sapevate che certe domande sono indiscrete e “politically uncorrect”…?
La pubblicazione del casellario giudiziario lede la privacy dei privati cittadini: su questo non ci sono dubbi. Ma noi Consiglieri e, in particolar modo, il Sindaco e la Giunta, non saremmo i primi a dover superare certe iperprotezioni, se non altro perché ricopriamo il ruolo di pubblici ufficiali e, come tali, dovremmo essere i più irreprensibili di tutti? E se l’avvocata Vittiman era pronta, come ha detto e fatto vedere in consiglio, a mostrare i suoi certificati alla stampa, per rendere palese cosa risultava a suo carico, perché tanto riserbo a produrre quel documento in Comune? Non le pare…?
– Sì. Ma dovete anche capire, voi consiglieri “arruffoni” della minoranza, che non si può chiedere più di quanto la legge consenta…
La mozione di Percorso Comune a parere del segretario comunale non sarebbe legale. Ma allora, scusi, perché, nella riunione ristretta prima del Consiglio Comunale, insieme a Brizzi, si sono scomodati così tanto per cambiare un semplice verbo al testo (“invitare” anziché “impegnare”) quando potevano rimandare la mozione al mittente fin dall’inizio? Questo, a nostro parere è una palese illogicità: e l’illogicità manifesta è sintomo inoppugnabile di un pensiero debole. È che non vogliono far vedere – almeno questo crediamo noi – cosa ci possa essere fra gli scheletrini sospesi negli armadi degli amministratori pesciatini…
– È certo, però, a quanto si è detto e letto, che una parte della maggioranza non era d’accordo con Giunta e Giurlani…
Sì. Dalle votazioni è emerso che una parte della maggioranza non era d’accordo a contrastare e silurare questa nostra richiesta. Ciò ha dimostrato un aspetto fondamentale, a nostro avviso: che abbiamo raggiunto il risultato che volevamo, cioè far vedere, senz’ombra di dubbio, che la maggioranza pesciatina è un gigante con i piedi d’argilla. Non solo barcolla, ma rischia di schiantarsi a terra a ogni passo che fa.
– Tanto per essere un po’ gli avvocati del diavolo… Non vi sembra, a voi prima 5 Stelle e ora “Percorso Comune”, di essere dei giustizialisti impenitenti…? È proprio necessario fare la figura degli irriducibili più realisti del re…?
Noi non siamo affatto giustizialisti. Riteniamo, però, che un minimo di trasparenza sia dovuta nei confronti dei cittadini che ci hanno votato. E facciamo notare che, per fare un concorso pubblico o partecipare a una gara di appalto, c’è l’obbligo di esibire il casellario giudiziario. Dunque perché no se si vuole fare gli amministratori della cosa pubblica, scusi?
– A osservarvi dall’esterno, però, sembrate davvero troppo duri e intransigenti…
Sta sbagliando, direttore! Non vogliamo fare né i santi né i più puri! Crediamo, al contrario, che l’etica in politica vada considerata oltre alla legalità e al di sopra di essa. E la politica, specie oggi, dopo tutti gli scandali e gli sperperi che abbiamo visto e subìto, ha assoluta necessità di etica e di saldi princìpi morali in senso assoluto. È l’ora che la politica torni ad agire in virtù della trasparenza, anche se la legge non lo impone, anche se non lo richiede espressamente: fare un passo avanti in questo senso, pensiamo possa essere un segno fondamentale per riuscire a riconquistare la fiducia dei cittadini, e la loro stima; offrendo loro la possibilità di andare a letto e dormire sonni tranquilli senza dover patire di alcun sospetto…
– Ma per essere concreti o almeno più concreti e chiari sotto questo punto di vista…?
Vorremmo far sapere ai nostri concittadini – e vorremmo che fosse tutto estremamente chiaro – che nessuno vuole fare politica servendosi della Giustizia e della Magistratura come arma: non è assolutamente questo il nostro fine. Ci sono però delle cose – e su questo siamo tutti d’accordo – legalmente accettabili ma moralmente condannabili, come ad esempio le pensioni d’oro dei politici: legalmente nessuno le può togliere, eticamente, tuttavia, sono indecenti e, diciamolo pure, indegne in un momento di così profonda crisi. Perché non iniziare a pensare in maniera diversa anche sulla trasparenza dei politici stessi?
Il discorso di Paolo Varanini non fa una grinza: altro è la legge, altro è l’etica. Come dargli torto, in fondo…? Non siete d’accordo?