pescia. MARCO BARZANTI (PCI TOSCANA) SULLA CHIUSURA DEL PONTE ALL’ABATE

“Comune, Regione e Provincia si facciano carico dei danni alle attività della zona”

I lavori a Ponte all’Abate

PESCIA. Marco Barzanti, Segretario regionale del Partito Comunista Italiano, è intervenuto sulla vicenda dei lavori al Ponte all’Abate sulla SR Lucchese con una lettera indirizzata, tra gli altri, ai Presidenti della Regione Toscana e della Provincia di Pistoia Eugenio Giani e Luca Marmo e al Sindaco di Pescia Riccardo Franchi.
I lavori, riepiloga Barzanti, dovevano iniziare ad aprile 2024 senza chiudere il ponte al passaggio pedonale, con i servizi (Enel, TIM, acqua e gas) da realizzare in modo concordato e contemporaneo in circa un mese, per arrivare alla conclusione dei lavori entro lo scorso novembre e alla realizzazione di una passerella pedonale entro dicembre 2024. 

Tuttavia, il progetto della passerella è stato accantonato e il ponte chiuso totalmente in seguito all’intervento della Soprintendenza, che ha chiesto di rivedere il progetto provvedendo a un restauro conservativo completamente diverso rispetto al progetto messo in gara e alla base dell’appalto, comportando una variante in corso d’opera con conseguente lievitamento dei costi d’appalto a circa 2 milioni di euro e un forte slittamento dei tempi di conclusione dei lavori, dei quali probabilmente si parlerà ancora in primavera.

Due gli aspetti che per Barzanti emergono dalla vicenda: la gestione scriteriata e approssimativa da parte degli organi preposti del progetto e dell’appalto e il danno cogente e futuro, in molti casi irreparabile, per gli oltre 20 operatori commerciali, artigianali e professionali che gravitano nella zona.
Trattandosi di opera di oltre 70 anni, prosegue Barzanti, e interessando oltre alla Soprintendenza anche le aziende erogatrici di servizi, occorreva, prima di avviare la fase progettuale, convocare una conferenza di servizi per elaborare un progetto adeguato da subito alle esigenze della Soprintendenza e coordinare in tempi limitatissimi gli interventi delle suddette aziende con costi e tempi sicuramente molto più ridotti.

Tutto questo è stato ignorato e, a causa della chiusura del ponte e dei lavori prolungati, le attività della zona, già pesantemente provate dalle chiusure imposte dal Covid, hanno visto un progressivo calo dei clienti e degli utenti se non l’azzeramento del volume degli affari, con conseguenti licenziamenti di personale. Gli esercizi che non hanno chiuso debbono continuare ad accollarsi tutti i costi fissi d’impresa: affitti dei locali o Imu per i proprietari, bollette dell’energia e dell’acqua, Tari ecc.
Barzanti chiede dunque che il Comune si faccia carico della Tari per l’intero periodo di chiusura del ponte e che Regione e Provincia si facciano carico, con i rispettivi errori, del danno agli operatori professionali e commerciali della zona, calcolando danno e ristoro sulla base del fatturato di piena attività del 2019 (anno precedente alla pandemia), della valutazione dei costi fissi d’impresa per almeno 2 anni e della stima del danno su un periodo di riferimento almeno doppio rispetto alla durata dei lavori, dovendo stimare in almeno un anno il tempo necessario a un esercizio per recuperare parte del volume di affari precedente: molti clienti e utenti, infatti, si sono stabilmente rivolti ad altri operatori e alla riapertura dell’esercizio, dell’officina, dello studio, molti dovranno ripartire da zero a ricostruirsi un bacino d’utenza e una clientela.

Danno che non può essere ignorato e deve essere sostenuto con un adeguato supporto finanziario da parte degli enti responsabili dei lavori al ponte.

Partito Comunista Italiano – Segreteria regionale Toscana

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