PISTOIA. Dopo che la città di Pistoia è stata classificata come “capitale del glifosate” i vivaisti hanno resistito e portato le loro ulteriori rassicurazioni: i pesticidi diserbanti, sono usati secondo le raccomandazioni dei produttori, le concentrazioni normali e le indicazioni dei regolamenti di igiene; quindi non c’è alcuna pericolosità.
Il problema – lo ricordiamo ai distratti – è la quantità assoluta che viene poi diluita nel terreno (e dunque nelle falde acquifere) e non quella unitaria per ettaro che, se applicata per le superfici coperte da vivai, fanno di Pistoia una provincia, da sempre, densamente “avvelenata” dai pesticidi.
Il giardiniere californiano che ha ricevuto dal giudice della Corte della California – perché condannato a morire di cancro – un indennizzo milionario inimmaginabile è emblematico di una situazione di sicura relazione di causa effetto tra il pesticida e le gravi lesioni tumorali che l’uomo ha sviluppato.
Se è vero che “è la dose che fa il veleno”, è anche vero che la nostra Provincia di Pistoia è la più esposta a questi veleni, che agiscono certamente in modo combinato e moltiplicatorio alle altre fonti di inquinamento.
Cosa diranno adesso i vivaisti pistoiesi?
Avranno altri motivi di rassicurazione per la comunità?
[Alessandro Romiti]