pesticidi. O DEMOCRATICI, «CCÀ NISCIUN È FESS!» DISSE TOTÒ

La Nazione esordisce con un titolo suggestionante che nasconde la vera questione: si apre la campagna elettorale per la Regione sulla pelle della gente

FESSO CHI LEGGE (E LA BEVE)


Effetto pesticidi sulla vegetazione

 

FIRENZE-PISTOIA. Si sveglia oggi il governatore Enrico Rossi e annuncia un’inversione di marcia, con la sua vocazione nascosta, quella ambientalista, scoperta in chiusura di legislatura e in trinità con i due assessori Federica Fratoni (Ambiente) e Marco Remaschi (Agricoltura)

La notizia è la promessa che tra soli 14 mesi la Regione Toscana, diventerà “glifosate free”. A nostro parere si tratta di un annuncio farlocco, utile a intercettare i voti dei residuali fedeli, ancora scettici e incerti se indignarsi o tapparsi il naso e rivotare il Pd: la data designata per il miracolo, è il gennaio 2021, cioè sei mesi dopo la tornata elettorale. Gli elettori abboccheranno come tinche di lago?

C’è dell’altro e non ha alcun effetto si positiva sensazionalità come dice La Nazione di oggi: il famigerato glifosate – reso celebre dal nostro articolo di denuncia “Agosto, glifosate mio non ti conosco”, è stato un argomento tenuto sempre di “basso profilo” forse per la considerazione del parco elettorale dei vivaisti che è in forte apprensione per la limitazione e la “regolamentazione stretta” di questi prodotti velenosi. Rossi, nell’imminenza della campagna elettorale, procede dunque con una rapida “inversione di marcia”, dimostrando come, fino a oggi ha giocato sulla pelle dei toscani avvelenati?

Il glifosate è classificato dallo Iarc come probabile cancerogeno, ma è solo un erbicida. Cosa dice Rossi della più vasta categoria dei fertilizzanti e pesticidi, antifugini e affini, dei quali niente riferisce: vuole forse blandire l’opinione pubblica? E perché solo oggi? Lo dobbiamo spiegare noi che il Puff (Piano Utilizzo Fito Farmaci) della Regione Toscana è anacronistico (non tiene conto della relazione dell’Arpat del 2015) incompleto e viziato? Dunque: lo possiamo cestinare? Non ci sono già le norme della legislazione nazionale che delineano la misura di prevenzione generale per il corretto impiego dei fito-farmaci?

Enrico Rossi si è svegliato ambientalista?

Quella di Enrico Rossi sembra una maldestra pennellata di vernice, data su di un argomento davvero pericoloso per la imminente tornata elettorale: la Regione cerca di attenuare gli effetti della slavina che potrà precipitare addosso al Pd (l’Umbria è il un nuovo incubo dei post-comunisti) a giugno 2020, in conseguenza alla discussione e imminente approvazione della mozione di Fabrizio Nerozzi.

Infatti è da Agliana che l’amministrazione Benesperi sembra determinata ad aprire le danze sulla nuova ipotesi di regolamentazione della distribuzione di pesticidi e fitofarmaci (non solo il glifosate), annunciata dalla mozione anti fitofarmaci presto in esame al consiglio comunale.

Insomma, quella del trio Rossi/Fratoni/Remaschi ci sembra una prise de cul che li trova contrapposti come Golia al piccolo Davide di Agliana, capogruppo di opposizione Fabrizio Nerozzi, un politico “bi-fronte” per le sue competenze tecniche maturate al Dipartimento prevenzione di Usl Centro.

Questa mozione, integrata da diversi emendamenti, trova il consenso trasversale sull’approvazione della mozione “anti-fitofarmaci” sia dalla maggioranza di centro destra che dall’intera squadra dell’opposizione, Vannuccini incluso.

Alfredo Nerozzi

Anche la Lega, con il satrapo Giancarlo Noci, aveva delle perplessità sulla mozione che si sono rapidamente dissolte alla luce dell’evidente collegamento con le dichiarazioni del Governatore Rossi in un chiaro intento di ricerca di “consenso elettorale”.

La domanda che si pongono le coalizioni è: sono prevalenti gli interessi dei vivaisti o quelli della maggiore categoria sociale dei “gretini/ambientalisti”? Del resto, la Lega è già “verde” e dunque non avrà problemi ad abbracciare la suddetta considerazione che vede ben applicato il “Principio di precauzione” a tutela della salute pubblica. 

I vivaisti, dovranno incominciare a pensare “bio”, facendo ricorso alla pacciamatura dei vasi e dei vivai, magari ricorrendo alla vecchia innocua zappa. È la salute (pubblica)… bellezza!

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]
Ci salvano, ma solo dopo le elezioni…


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