pesticidi. UNA CATENA DI NEGLIGENZE, RETICENZE E CHIACCHIERE

Alfredo Nerozzi, capogruppo di Agliana Cambia

 

PISTOIA. Il distretto vivaistico pistoiese è uno dei più grandi d’Europa con 5.200 ettari di estensione e dunque è un grande giardino che ospita le aree di residenza dei cittadini di quattro comuni principali.

Questo giustifica la sensibilità della lista civica “Agliana Cambia” che rilancia la mai risolta questione dei pesticidi in agricoltura.

Ne parliamo con il capogruppo Alfredo  Nerozzi:

— La mozione sui pesticidi ha “scosso” i palazzi. Quali sono i motivi che vi hanno impegnato in questa iniziativa di sicura rilevanza pubblica?

La nostra lista, persegue il “bene Comune” e non ha davvero linee di partito o diktat di lobby da assicurare nell’indirizzo della politica territoriale.
Il romanzo “Il Gattopardo” si è applicato anche troppe volte nella nostra realtà: adesso basta, soprattutto perché è in gioco la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini.

— La situazione si è caratterizzata per gli effetti correlati alla salute pubblica espressi dall’oncologa Carla Breschi, consigliere comunale, fuoriuscita dal Pd, in alcune dichiarazioni rilasciate al nostro giornale, in cui ha parlato di “emergenza sanitaria”.
Condividete la sua denuncia?

La dottoressa Carla Breschi, medico e consigliere comunale di Pistoia

Noi, non disponiamo di elementi per giudicare sul piano epidemiologico l’effettiva sussistenza di una eventuale emergenza sanitaria, ma ciò non serve, viste le posizioni di allarme espresse dall’Ordine dei Medici provinciale e anche dall’indice di “prevalenza” delle malattie correlate, che dimostra l’area metropolitana di Prato e Pistoia come gravata da un incremento di +31 %, un dato oggettivo molto preoccupante, agganciato alla nuova branca della medicina nota come “epigenetica”.

Anche se l’Ue è sempre stata sibillina, sulla pericolosità dei pesticidi-fitofarmaci (sopratutto a base di glifosate), sembra di capire che vi interessa rilanciare un’attuazione severa del “principio di precauzione”.
È questo un istituto preminente, molto citato ma forse poco attuato?

Trattandosi di sostanze probabilmente cancerogene (Iarc), il principio di precauzione si rispetterebbe solo con il divieto assoluto.
Ciò non è stato fatto, anche se il Parlamento europeo aveva deliberato in tal senso entro il 2022: tale principio non si potrà usare a comando, seguendo mode o impulsi di mera propaganda, essendo precauzionale e non consuntivo!
La prevenzione si fonda su delle “azioni preventive” delle quali ci siamo riempiti le orecchie da sempre, senza avere alcun riscontro esatto dal mondo della politica, anzi in contraddizione con le norme che hanno imperversato in questi anni.

— La Piana di Pistoia e Prato è esposta all’uso indiscriminato di pesticidi-antiparassitari che non hanno una loro mappatura nell’uso.
Come si applicherebbe il principio di precauzione?

Federica Fratoni, Assessore Regionale, rassicura: va tutto bene

Ci richiamiamo solo a due norme che non sono mai completamente rispettate (Art. 18 D. Lgs. 81 del 2008 c.1- q; e l’altra art. 14 e 15 del D. Lgs. 150 del 2012).
La prima prevede “che il datore di lavoro deve prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno, verificando periodicamente la perdurante assenza di rischio”, l’altra è determinata all’attuazione delle misure di rispetto e monitoraggio del territorio, che dimostrano la mancata vigilanza sul rispetto di queste due norme.

— La Regione Toscana avrebbe dovuto adottare delle misure di contenimento e limitazione dell’uso dei pesticidi- fitofarmaci: l’Assessore Fratoni ha più volte rassicurato, ma è stata anche smentita.
C’è dunque inerzia nell’attuazione di una fattiva “politica di prevenzione”?

La riduzione dell’uso dei pesticidi è già in atto, secondo i dati del Presidente Rossi e dell’Assessore Fratoni, ma non sappiamo sulla base di quali dati.
I nostri dati sono stati pubblicati sulla mozione in esame e risultano nel triennio 2011/2014 ben dieci volte superiori alla media nazionale, dunque, in costante aumento.
Serve adottare un sistema informatico (già esistente: il SISPC) per la preventiva comunicazione utile al monitoraggio in tempo reale dei consumi fitosanitari del territorio, permettendo al sistema della rete dei controlli un’efficace attività di vigilanza e controllo ai fini della salute pubblica.

— Sembra di capire che anche i bacini idropotabili (clamoroso è quello della cava Briganti di Agliana, da noi segnalato tre anni fa) siano scoperti e si trovino esposti a potenziali forme di contaminazione delle sostanze usate in modo indiscriminato da operatori con pochi scrupoli nei vivai di prossimità…

Il cartello dell’età della pietra è chiaro: 200 metri di distanza dal bacino

Siamo tutti aggiornati dai vari comitati ambientalisti che operano nel territorio sulle segnalazioni di un uso indiscriminato di pesticidi, ricordandoci della interrogazione del consigliere di opposizione del Comune di Agliana, che nel 2016 ebbe a lanciare il “sasso nello stagno”.

Se c’è un uso improprio o spregiudicato, esso ricadrà anche nelle falde acquifere e nei pozzi e bacini di acque idropotabili.
Il problema centrale da impegnare come risolutivo è l’obbligo di adempimento alla segnalazione preventiva dell’uso dei pesticidi: solo così si potrà intervenire e reprimere usi illeciti, cosa che oggi non accade, per il termine di trenta giorni dopo l’utilizzo che è fissato per disperdere i dati e le concentrazioni nei terreni connessi alla falda acquifera sottostante.

Ci preme far notare che in via Giovannella, in prossimità del perimetro che delimita il bacino della Cava Briganti, è presente un cartello posto dal Sindaco Giunti oltre 20 anni fa, che vieta l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti nel raggio di 200m.
Sarà stato rispettato questo divieto? Sicuramente no, anche perché mi risulta che non sono mai stati apposti dei cartelli come stabilito dal Pan.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


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