AGLIANA-PIANA. È recente la notizia che i reati ambientali in Italia, nel 2013, sarebbero stati ben 30.000: vogliamo dunque richiamare l’attenzione sul dato, per poterne comprendere l’autentica portata approfittando del caso di due artigiani che, sicuramente, sarà stato stato annoverato nell’inquietante numero. Ma cosa avrebbero fatto i due malcapitati? Formalmente hanno violato due articoli del codice penale (81 e 110) oltre a ben tre articoli del Decreto Legislativo 152/2006 (esattamente, il 183-c.1;208;256-c.1,2).
In pratica, i due hanno semplicemente posticipato – oltre al termine formale di un anno – lo smaltimento di “rifiuti speciali” (attenti: che non sono rifiuti “pericolosi” ovvero tossico-nocivi) nella intenzione di accumulare quantità che permettessero loro di ammortizzare il forte costo di trasporto per procedere nello smaltimento: si tratta infatti di una piccola azienda a conduzione familiare, con produzioni di quantità singole di poche decine di chilogrammi che non sono trascurabili quanto ad alto costo del trasporto.
Si noti bene, che i due artigiani, non hanno interrato, disperso, incendiato o nascosto i materiali in modo illecito e doloso, ma solo ingenuamente prolungato, il deposito dei pochi residui di lavorazione all’interno della loro fabbrica oltre il rigoroso termine di un anno previsto dalla legge che, sappiamo tutti, anche se dura, va rispettata. Da tutti, indistintamente, almeno in linea di principio. Comunque, i due artigiani, potranno evitare il procedimento penale pagando la modica sanzione di oltre 31.000 euro: davvero modica, non c’è che dire.
Orbene, il decreto legge, così rigorosamente applicato, ha un altro interessante articolo, che sembra essere distrattamente dimenticato, anche se riguarda un’enorme discarica di rifiuti “tossico-nocivi” da bonificare (così sono classificate le ceneri di risulta dell’inceneritore di rifiuti di Montale), specificamente quella costituita intorno all’impianto di incenerimento del Cis.
L’articolo 242, infatti, comprende ben tredici commi tutti dedicati alle “procedure operative e amministrative” per la bonifica dei siti inquinati: in esso è scritto ben chiaramente “chidevefarecosacomeequando”, ma nonostante le comunicazioni formali, né Comuni, né Provincia, né Regione Toscana hanno preso iniziative di carattere cognitivo – non vogliamo pensare a quelle operative –, ma hanno solo pensato di allestire dei “tavoli” sui quali – reggetevi forte – avrebbero deciso che il Cis (cioè il responsabile storico della discarica della Piana) dovrà provvedere a fare indeterminate e non meglio identificate analisi.
La notizia fu lanciata dal blog Quarrata/news già nell’aprile 2013 e ancora attende una risposta concreta: se non si stabilisce formalmente che le ceneri sono tali, anche l’azione penale, sarebbe “sospesa”? Insomma, l’argomento è ben oltre che una semplice intuizione suggestiva e anche la Procura della Repubblica, nel colloquio intrattenuto con due associazioni ambientaliste lo scorso 10 gennaio, ha riferito che la discarica c’è e che era conosciuta attraverso un esposto, poi archiviato per intervenuta prescrizione penale.
Ma la discarica di ceneri non si è certamente prescritta, né è stata bonificata e i cittadini ancora attendono, nel generale silenzio degli enti preposti: l’Usl 3 e l’Arpat – e non è solo questione di ferie…
LA MAGGIORANZA DEI MAGISTRATI, E’ RACCOLTA IN LOBBY.
Le leggi si applicano e si interpretano, a sua volta le interpretazioni diventano leggi.
Quindi, NON è più il parlamento che legifera, tutto ciò è Costituzionale?
Pier
E’ senz’altro vero che la magistratura forma una delle tante caste esistenti in Italia (almeno a certi livelli e quando deve scattare la protezione di luridi interessi di altrettanto luridi personaggi). Ma è anche vero che se avessimo un parlamento un po’ meno infestato di pregiudicati, di collusi, di squallidi personaggi in odore di frequentazioni mafiose o mafiosi essi stessi senza bisogno di intermediari, forse qualche legge un po’ migliore, meno “interpretabile”, meno malleabile, meno adattabile verrebbe fuori. O no?
Piero Giovannelli
Caro Piero,
tutto vero quello che dici del parlamento (con la p minuscola). Il fatto è che i magistrati sono come i preti: si fanno da sé per libera scelta e giurano di avere solo la legge sopra la loro “cabeza”. Lo fanno, poi? Io – in stramoltissimi casi – ne dubito assai. Più colpevoli, quindi, dei parlamentari.
Mi viene da pensare: 1. alla storia dell’acqua bene comune; 2. alla storia delle ceneri sotto l’inceneritore di Montale; 3. alle truffe continue e costanti del libero (???) mercato delle comunicazioni, luce e gas; 4. a Publiacqua che slaccia i contatori; alla
Regione che moltiplica i dirigenti e sperpera quattrini di tutti; e a mille altre trappole delle riforme volute da Berlusca+Prodi_1 in giù…
Hai mai visto una Procura muoversi e bloccare un traffico di illeciti alto come un Everest? Ogni giorno è uno scandalo.
E se il Parlamento è pieno di gente come dici tu, gran parte della colpa è anche loro, che dovrebbero difendere il buon andamento e la legalità e invece non se ne curano, distratti da altro, calcio compreso.
Come tutti, anche loro piantano radici: e succhiano dal suolo il veleno del posto, perché l’Italia è tutta una terra dei fuochi, e non la abbiamo fatta così né tu né io.
Una volta i magistrati viaggiavano con il materasso sul groppone e non gli permettevano di attecchire. Oggi non più. Mariti e mogli lavorano negli stessi tribunali: Firenze è piena di questi esempi… E si sa: l’uomo non è di legno, dice Manfredi in “Vedo nudo” (se non erro), quando spiega al pretore (guarda caso) perché si è… fatto una gallina: «Vostro Onore, mi camminava dinanzi così provocatoriamente che…». L’uomo non è di legno, appunto…
Un caro saluto.
Edoardo