pinocchio’s nose. “SE LA COPERTA È CORTA”: RICHIAMO AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI PISTOIA MAURIZIO BARBARISI

Considerazioni sui riflessi reali della compresenza dei coniugi Claudio Curreli (sostituto Pm) e Nicoletta Maria Caterina Curci (giudice delle esecuzioni) sotto lo stesso tetto dello stesso immobile cielo ora arroventato da un impietoso Caronte


Costretto a varcar l’uscio tosto tremo
come se penso al malo pesce Remo


SANT’JACOPO SI VESTE IN TINTA ROSSA

MA LA CITTÀ NON SA DARSI UNA SCOSSA


 

Maurizio Barbarisi, presidente del tribunale di Pistoia

Le impossibili difese delle incompatibilità di due magistrati pistoiesi (che non sono gli unici a lavorare nello stesso tribunale dove opera anche la moglie o viceversa), da parte del dottor Maurizio Barbarisi, con un piccolo sforzo dovrete andare a ripescarvele qui.

E stavolta, dopo esservi ripassata la lezione sul giornalismo montanelliano (quello vero, di noi di Linea Libera, non quello del contraddittorio e “in potenza” delegittimato Claudio Curreli che, essendo il tutto e il nulla del magistrato costituzionale modello, è entropicamente destinato ad implodere); dopo esservi ripassata la lezione dello zio Indro, dicevo, vi proponiamo un mirabile esempio di amabile menzogna di quelle che Maurizio Barbarisi ha cercato di venderci approfittando della sua cattedra.

E devo dire che non si fa così, specie con il popolo datore di lavoro; il popolo sovrano; il popolo spogliato dei propri diritti naturali da chi, surrogatosi ad esso nei poteri, ha finito con l’arrogarsi ogni diritto a spregio degli esseri umani e non solo.

Ecco, nei fatti (Curreli non vorrà sentirselo dire, perché lui si sente infallibile e noi non siamo niente: anzi solo stalker da bastonare), una bella indagine – cosa che a Curreli non torna mai o quasi comoda a mano: e infatti viola di continuo il famoso art. 358 ccp – di tipo giornalistico: “molto più meglio assai” di quelle svolte dai suoi carabinieri di polizia giudiziaria che, nei secoli fedeli, sono finiti, spesso e volentieri, per essere fedeli anche nella parzialità delle indagini svolte. Perché a Pistoia questa è la realtà effettuale.

Guardate – senza nomi e senza fatti, ma su documenti ufficiali del tribunale stesso – la compresenza, la convivenza, la «prossimità sociale» e coniugale fino all’aderenza alla stessa tematica e dello tesso caso giudiziario:

  1. da una parte, in civile, affidato alla signora Nicoletta Maria Caterina Curci, giudice delle esecuzioni;

  2. dall’altra, in penale, messo in mano a Claudio Curreli, consorte convivente della Curci medesima.

Basterà, questo, a fare arrossire tutto il tribunale di Pistoia dai vertici in giù, fino a tutti gli impiegati che lavorano, spesso imparentati fra loro, fra le stesse mura?

Claudio Curreli e Luca Gaspari

Curreli chiede l’archiviazione

Gaspari risponde sì

E ogni volta che entriamo in tribunale a Pistoia, possiamo porci la domanda «dove entriamo? In un ambiente pubblico o in un’azienda privata appaltatrice di servizi pubblici?», come accadeva con il “cavalierato romano” che, gestendo lo stato in questo modo, in età imperiale ne causò anche la fine per infamie di ogni tipo e genere, dati i presupposti familistici.

Nicoletta Maria Caterina Curci

Nicoletta Mria Caterina Curci. 1

Ogni altro commento è superfluissimo. Ha ragione il presidente Barbarisi, quando dice che «tutto va ben, madama la marchesa»? Oppure abbiamo ragione noi di Linea Libera quando affermiamo che Curreli e Curci sono incompatibili – e aggiungiamo, anche, che a Pistoia non solo i soli in tale condizione.

Cosa dobbiamo fare? Chinare la schiena alle bastonate di quella vergogna che è stata il maxiprocesso politico impancato, con l’avallo di Coletta, da Curreli, Grieco, Martucci e Gaspari; e oggi proseguito, per persecuzione nuda e pura, dalla seconda ondata d’assalto, in cui sono entrati anche De Gaudio, Serranti, Contesini, Gambassi e chissacchì?

È troppo serafica e “templare”, la vostra Pistoia del silenzio, del Sarcofago, dei farisei e dei pubblicani (i riscuotitori delle tasse, storicamente), che agiscono nel settore delle esecuzioni e non solo.

E i compagni comunisti della liberazione dal fascio, che ci hanno fatto a Pistoia per 75 anni? Solo un covo di comodo pelo morbido, come quello delle coniglie, da lasciare nelle mani di una destra che sta sembrando peggiore di chi lascia 24 mila euro nella cuccia del cane?

Nicoletta Mria Caterina Curci. 2

Nicoletta Mria Caterina Curci. 3

Pistoia non ha mai potuto contare sulla giustizia, se non in rari casi di magistrati rispettabili, osteggiati, però, e messi in difficoltà. Per questo è una città vergognosamente cadavere, anche se mette il cappotto a San Jacopo. E per questo censeo Pistoriam delendam esse

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


E chissà che Pistoia ’un vada ’n dietra
or che qual senatore c’ha il La Pietra


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