PIOT, RIFLESSIONI A MARGINE DELLA VISITA DEI VALDOSTANI

Un Piot non è un neccio con la ricotta...
Un Piot non è un neccio con la ricotta…

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Mi è venuto un dubbio leggendo della visita della delegazione valdostana sulla nostra Montagna per esaminare il Piot di San Marcello.

Avranno i nostri amici valdostani, oltre alle dotte dimostrazioni in loco dei vertici Asl 3, voluto fare un giro, avvicinando qualche persona in piazza o per strada, e chiedendo semplicemente: siete soddisfatti dei servizi sanitari di cui potete usufruire? Siete soddisfatti dei servizi erogati dal Piot?

Lo avranno fatto, gli amici della Valle d’Aosta? Sono certo che no e se volete sapere perché, è semplice. Per la proprietà transitiva, ad ogni Abati, Turco e simil dirigenti, corrispondono omologhi di cognome diverso ma a loro uguali (al 99%) residenti in Val d’Aosta, perché pensare che in quelle terre, a differenza della Toscana, comandino i migliori e l’eccellenza pubblica della meritocrazia detti tempi e modi, è come pensare che l’asino voli, come pensavano certi comunisti (che magari, oggi, credono  che a volare sia Renzi).

Non vi tedieremo, perché potrete farlo da voi, illustrandovi le diversità del territorio, la densità abitativa, il reticolo stradale e quant’altro che ci divide da quelle terre che, non dimentichiamolo, essendo Regione a statuto speciale, con soldi pubblici anche nostri, sono realtà che possono permettersi beni e servizi ai quali anche noi, lo ripeto, contribuiamo. Se quindi sono costretti a farsi spiegare cos’è un Piot per poi trasferirlo in loco, significa che anche questi signori non sanno più come fare.

Paradossalmente arriviamo ad affermare che anche quell’abominevole progetto che si chiama Piot, di derivazione mentale bocconiana – lo garantisce la Cormio… –, per loro possa avere un senso perché le loro località sono servite da strade che possono chiamarsi tali, la popolazione non è distribuita come sul nostro territorio e la voglia, comunque, di pappare nel piatto pubblico probabilmente è la medesima.

Perché siamo su un territorio chiamato Italia, distrutto dalla politica di bande irresponsabili che stanno finendo di sparecchiare: da Courmayeur a Trapani, passando da Roma, a Napoli, a Firenze.

Dunque se il Piot di San Marcello è esportabile, prepariamoci ad altre visite di altre Regioni che vengono ad imparare come fare per uccidere i servizi sanitari, riducendo le garze per medicazione e ampliando le false esposizioni di benefici che non esistono; e di fatto istruendo i prossimi dirigenti della sanità pubblica a dissanguare la popolazione, magari insegnando loro anche a fare sparire 400 e passa milioni di € (come a Massa).

I signori del “gommone” San Jacopo hanno allargato la schiera dei loro seguaci?

Le “pettorine”, presenti come sempre, stranamente ignorate nei resoconti della stampa allineata locale (i pòeri non contano mai), saranno riuscite a insinuare un “lecito dubbio” in qualche componente della commissione valdostana?

Ma l’Abati, la Turco e gli “umani allegati” del San Jacopo, gli avranno spiegato, agli ospiti, anche cosa sono i necci o si saranno limitati a dire che un neccio non è come il Piot – perché il neccio è buono, naturale, schietto, si mangia e dopo… si ‘escrea’, mentre il Piot è sostanzialmente ineliminabile?

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