PIOT SAN MARCELLO: OGGI LA VISITA DELLA DELEGAZIONE DELLA VALLE D’AOSTA

Da sx il direttore sanitario Asl Valle D’Aosta dott. Veglio, Abati, Cormio, Turco e Biagini
Da sinistra: il direttore sanitario Asl Valle d’Aosta dott. Veglio, Abati, Cormio, Turco e Biagini

PISTOIA. Diventa un modello di integrazione tra cure territoriali ed ospedaliere potenzialmente esportabile il Piot – presidio integrato ospedale territorio – di San Marcello della Ausl 3 di Pistoia. L’esperienza di qualificazione e riorganizzazione del presidio della Montagna, è stata “studiata” dall’Azienda sanitaria unica della Valle D’Aosta che ha successivamente chiesto alla direzione della Ausl 3 di conoscerla da vicino.

Oggi una della delegazione della Asl di Aosta si è quindi recata in visita al Lorenzo Pacini, per prendere diretta conoscenza di una realtà che potrà essere replicata anche nella regione valdostana.

Nel presidio della Montagna è stato, infatti, operato un innovativo progetto di qualificazione e di riorganizzazione, avviato nel 2013; il protocollo adottato è tra l’altro citato nel nuovo piano socio sanitario regionale come esempio di integrazione.

La delegazione proveniente dalla Valle D’Aosta era composta dal direttore sanitario Massimo Veglio, di area territoriale Massimo Pesenti Campagnoni, dell’area amministrativa Giuseppe Villani, dalla dirigente dei servizi tecnici e di riabilitazione Giuliana Vuillermin e dalla coordinatrice infermieristica Helga Zen.

La presenza dei medici di famiglia all’interno del Piot, riuniti in aggregazioni funzionali, il loro contatto diretto con gli specialisti, soprattutto per risolvere le problematiche cliniche croniche, il forte sviluppo della “rete” territoriale con i servizi di base diffusi e garantiti anche a casa dei pazienti, sono alcuni degli aspetti che hanno maggiormente colpito ed interessato la delegazione sanitaria proveniente da una realtà geografica, solo in parte simile a quella della Montagna pistoiese.

Del tutto diverso, soprattutto per dimensioni, è invece l’assetto sanitario nell’Azienda sanitaria di D’Aosta, sono presenti 74 Comuni e 128 mila cittadini; 4 distretti socio sanitari e un presidio ospedaliero con 295 posti letto a cui se ne sommano ulteriori 150 di altre due strutture.

“L’esperienza che abbiamo conosciuto oggi ci è sembrata molto avanzata e sicuramente replicabile; propone percorsi assistenziali per noi di assoluta novità ed oltre a questo – è stato il commento del direttore sanitario Veglio – alla luce dei cambiamenti imposti dalle minori risorse economiche e dagli avanzamenti tecnologici questo modello coniuga soluzioni virtuose con gli standard sanitari che dobbiamo garantire ai pazienti e risponde alle aspettative di salute della popolazione locale”.

Il direttore generale Roberto Abati ha illustrato i passaggi più significativi dell’intero percorso evidenziando che esso non è ancora concluso: i monitoraggi sulle attività, concordati con le amministrazioni locali, proseguono, per verificare che i risultati siano corrispondenti a quelli attesi.

Il dg ha anche ribadito che la recente normativa regionale ha riconosciuto al Piot anche la funzione di “pronto soccorso” e pertanto, ha assicurato, quello attuale sarà ampliato nel corso del 2015, sia da un punto di vista strutturale che funzionale.

Nel presidio montano, sono stati compiuti significativi investimenti e ristrutturazioni, grazie ai quali è anche stata superata la verifica di accreditamento istituzionale prevista dalla Legge.

All’incontro erano anche presenti il direttore sanitario Lucia Turco, il responsabile della rete ospedaliera Roberto Biagini, il responsabile della zona distretto pistoiese Daniele Mannelli, la responsabile del Piot Sara Melani, il direttore del dipartimento sviluppo della Montagna Simone Fini. Ha partecipato anche il Sindaco di San Marcello Silvia Cormio.

[ponticelli – asl 3 – venerdì 9 gennaio 2015 ore 17:30]

 

MA STUPIDI NO

E dietro i montanari, la Zeno Colò
E dietro i montanari, la Zeno Colò (ma non il pronto soccorso)

 

CERTO potrà darsi, forse, che i montanari dell’Appennino abbiano un loro problema locale con la sanità proposta dal dottor Abati, capo di un’Asl che ha realizzato in pieno il declino della sanità del fu modello toscano; ma stupidi no, non sono: ci rifiutiamo di crederlo.

Sono così poco stupidi che stanno subito sulle scatole: e Abati, quando ha visto una delegazione di «lottatori» ad attenderlo, ha immediatamente avuto una sorta di istintivo rifiuto; ha perso la sua calma serafica e ha mostrato i segni di insofferenza di chi non sa come far passare a tutti i costi le proprie idee, specie se non sono razionali.

L’occasione era delle peggiori: non ci doveva essere contestazione; neppure muta come c’è stata. Non si doveva mostrare, al collega che veniva da Aosta, che qualcosa potesse non andare in ciò che i bocconiani avevano suggerito come modello, il Piot (ma dalla Bocconi non è venuto anche Mario Monti? E i risultati non si vedono, forse?).

Qualche scintilla c’è stata. Pazienza. I montanari d’Appennino soccomberanno comunque, perché con il potere di Abati e di Rossi, con i rottamatori (delle ossa degli italiani) chi può farcela, se non un bel 14 luglio 1789 improbabile?

LA CONTESTAZIONE - SAM_5761
Ospedale Lorenzo Pacini? No, molto molto Piot…

È una struttura castrata, insomma, in cui si entra per un primo soccorso e si aspettano anche cinque ore senza concludere niente perché l’ortopedico part-time (metà giornata!) non arriva a fare servizio “per motivi personali”, come ha avuto modo di spiegare Abati per l’assenza del 30 dicembre scorso, testimoniata dall’ex Sindaco di San Marcello Sauro Romagnani.

Il resto del Piot sono parole, suoni d’aria: di pochi dirigenti ben pagati contro la testimonianza diretta di circa 15mila montanari lasciati in balia delle onde del disservizio.

Se si esporta il Piot, chissà che anche il problema non si trapianti nelle valli alpine… In fondo il male attacca molto prima del bene.

Edoardo Bianchini

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