PISTOIA. Mi è venuta forte la tentazione di non parlare più (di letteratura) con chi non abbia letto il “Viaggio al termine della notte” di Cèline.
Dicono che “l’artista spesso è un errore biologico rispetto all’opera d’arte”; ma io vorrei sottolineare che l’opera è intangibile oltre tutte le disgrazie che travolgono l’uomo: al di là della vita miserabile e del suo miserabile antisemitismo Cèline rimane un grande poeta.
E la poesia è sempre salva.
Per questo, indipendentemente dalle tare dell’autore e del mondo, l’opera chiede un giudizio che la riguardi, un giudizio riferito a essa sola: questa è l’autonomia dell’arte, la quale continuamente nel quotidiano manifesta lo spazio dell’eterno.
Eccoci al punto: da circa un mese sto rileggendo il “Viaggio” di Cèline. Perché i libri, mi diceva Marino Biondi, non basta leggerli: è necessario ri-leggerli. Quelli veri, s’intende, che non sono molti. Gli altri, arrivati a pag. 17, si possono anche buttare via. E poi dimenticarli.
Ma con quale metodo rileggo il “Viaggio”?. A spizzico; per saltum; di palo in frasca; senza alcun ordine. Prendendo appunti con la matita Staedtler 6B sulla prima pagina bianca del volume e qui ve ne riporto alcuni esempi.
A pag. 253 – Si diventa maledettamente vecchi in un colpo solo.
A pag. 555 – Céline, lo scandalo di un secolo.
A pag. 391 – Vivere per vivere, che gattabuia!
A pag. 220 – Il comunismo allegro della cacca!
A pag. 325 – La gente non ha niente da dirsi.
A pag. 135 – Cento individui ogni giorno decidono la tua povera
morte.
E infine, a pag. 64: Lola! “Il suo corpo era per me una gioia che non finiva mai. Non ne avevo mai abbastanza di percorrerlo, quel corpo americano. A dire il vero ero un gran maiale. Lo restai”.
E più sotto “Ricevetti così nelle immediate vicinanze del didietro di Lola il messaggio di un nuovo mondo”.
L’ultimo libro di questo grande è uscito per Adelphi nel 2016, qualche settimana fa “Lettere alle amiche”: Cèline, nel 1932, alla giovane amica tedesca Erika: “Ma sa che la letteratura è Morte. A tenerci in vita è solo l’affetto per le persone e le cose. Tutto il resto è niente”. E poi: “Lei ha fascino, avrà anche del vizio quando vorrà. Badi alla sua salute – alle sue cosce, alla sua intelligenza”. Ancora: “Divenga decisamente viziosa sessualmente. È una cosa che aiuta molto e libera dal romanticismo, la peggiore delle debolezze femminili – e delle debolezze tedesche soprattutto”.
Quanti buoni consigli da questo pseudo maestro di vita! Che – del resto – si definiva un “merdaiolo”. (sic).
Gianpiero Ballotti