PISTOIA ANCORA KO, LA GIORGIO TESI NON DECOLLA

Baraonda Biancorossa 123
Baraonda Biancorossa

PISTOIA. L’unico vero sorriso di giornata, in una domenica ancora una volta da dimenticare, lo regala il mitico Luca Silvestrin, che a fine partita si collega su facebook per postare una foto che lo ritrae assieme a Dan Gay e, rivolgendosi alla tifoseria biancorossa, si domanda deve rimandare il lungo americano a Pistoia. Una battuta, certo, ma di quelle che forse riescono a spiegare il concetto meglio di tante parole.

Proviamo a leggere la partita analizzando l’ultimo minuto di gioco. Qualcuno si è arrabbiato perché, come si legge sui social “non si può perdere quando stiamo vincendo di 5 a 50 secondi dalla sirena”. In linea generale non sono mai d’accordo con un’affermazione del genere: nella pallacanestro 50 secondi sono una vita e possono durare un’infinità di tempo. Non solo, quando capita a noi di vincere in rimonta all’ultimo secondo non viene mai da pensare che te l’hanno regalata, ma si tende ad esaltare la bravura ed il cuore oltre l’ostacolo dei ragazzi. Ovvio, quando la perdi così brucia il doppio, ma non è un’eventualità così poco frequente. Vero è che gli ultimi 50 secondi sono lo specchio dei limiti della Giorgio Tesi Group in questo inizio stagione, e forse sono anche il segno che, voglio correre il rischio di blasfemia, anche Paolo Moretti sbaglia.

Riviviamoli insieme. Ray segna la tripla, Pistoia sopra di due palla in mano attacca il canestro e Cincia decide di provare una tripla, forse un pizzico affrettata. Perché, si sono domandati in molti? Perché non cercare di entrare, magari trovando un fallo? Per me è molto semplice, e rispondo collegandomi al concetto espresso da Silvestrin. Questa squadra sotto canestro, almeno per ora, non esiste. Cincia aveva spazio, si è sentito il tiro ed ha fatto non bene, ma benissimo a cercare i tre punti. Purtroppo il tentativo non è andato a segno e quello successivo di Fontecchio invece sì. Ma sull’attacco con cui Bologna ha vinto la partita scriverò tra un attimo.

Prima preferisco tornare sul concetto espresso da Silvestrin, che trova conferma anche negli ultimi 15 secondi di gioco, quando Pistoia ha cercato di capovolgere nuovamente le sorti della partita, senza purtroppo riuscirci. Diciamo la verità, l’attacco provato negli ultimi secondi dai biancorossi è la prova che la scelta di Cinciarini nell’azione precedente aveva un senso. Un tentativo confusionario di attaccare il ferro, infatti, ha prodotto solo un triste scontrarsi contro il muro dei lunghi bianconeri. Quello stesso muro contro cui si è affannato per 35 minuti il nostro Linton Johnson.

Come giudicare la prova del Presidente? Dieci punti, nove rimbalzi, ma la sensazione desolante di un giocatore che incide solo a cavallo tra la fine del terzo quarto e l’inizio dell’ultimo tempino e che comunque predica poco, e male, nel deserto. Domanda da cento milioni di dollari: ma l’onesto Magro, che tra l’altro è italiano e nel giro della nazionale e quindi qualcosa probabilmente lo stiamo pure pagando, cosa l’abbiamo tesserato a fare? Otto minuti spezzettati nell’arco dei quaranta che sembrano un garbage time per far riposare gli altri, più che un utilizzo convinto. Cosa volete che porti alla causa comune un giocatore utilizzato così?

Boys Bologna
Boys Bologna

Moretti a fine gara ha detto che i minuti per l’azzurro arriveranno, ma che contro i bolognesi ha preferito puntare su un quintetto piccolo. Altra domanda da cento milioni di dollari, allora: ma quando a metà gara leggi le statistiche e, ammesso che qualcuno dei 4mila del PalaCarrara non se ne fosse ancora accorto, vedi che Bologna ha preso 25 rimbalzi, di cui 11 in attacco, mentre la tua squadra ne ha presi 12 (dodici!) totali, possibile che non sia l’ora di porsi qualche problema? Al netto della gestione dell’ultimo minuto, davvero qualcuno pensa che sia semplice portare a casa una partita con questi numeri sotto canestro? Il dato finale parla di 41 rimbalzi totali degli ospiti contro i 30 dei nostri, ed ecco spiegate la battuta di Silvestrin e la scelta di Cinciarini: sotto canestro, perdonerete la monotonia, siamo leggeri!

Eppure Milbourne ha giocato bene. Mi concedete la vena polemica, oggi? Sarà un caso che il giorno che Milbourne si sveglia, con 17 puntoni e nove rimbalzi, scompare dal gioco Mr. Brown? Non sarà mica davvero che il famigerato 4 non lo abbiamo e che questi due ragazzi sono due meravigliosi doppioni?

Passo oltre e ripenso a Cinciarini. Diciassette punti, uno dei pochissimi, se non l’unico, a riuscire a penetrare ed a segnare da sotto, eppure passa quasi tutto l’ultimo tempino a scaldare la panchina. Misteri della fede in San Paolo Moretti, non può essere spiegato razionalmente.

Come non può essere spiegato razionalmente la totale avversione del tecnico aretino al fallo tattico a fine gara. Paolo è sicuramente coerente, non l’ha mai chiesto ai suoi ragazzi. Chi scrive manderebbe sempre in lunetta gli avversari per vedere quanti ne segnano e poi restare comunque padrone del proprio destino, ma qui si entra nel campo delle visioni “filosofiche” della pallacanestro, se mi passate il termine, ed è legittimo che ognuno abbia la propria.

Se dunque sarebbe molto scorretto puntare l’indice contro la scelta di Moretti solo perché stavolta è andata male, pare invece legittimo domandarsi come sia possibile lasciare Fontecchio solo soletto a segnare il canestro della vittoria. Inevitabile chiamare in causa la difesa di Filloy, autore di una partita senza infamia e senza lode fino a quel punto, ma che diventa inevitabilmente insufficiente proprio sull’ultimo possesso degli ospiti.

La maglia di sostegno al piccolo Manuel
La maglia di sostegno al piccolo Manuel

Cosa sperare, quindi? Al netto delle critiche espresse, non c’è alcun dubbio che questa squadra migliorerà, non può essere altrimenti, sia perché pare difficile combini qualcosa di peggio, sia perché Moretti, pur non essendo infallibile, resta un gran lavoratore e saprà dare identità a questa squadra che oggi gira a vuoto.

Contro Bologna non siamo nemmeno partiti malissimo, resta il fatto che anche l’ultimo degli allenatori sa perfettamente che per metterci in difficoltà, almeno per ora, è sufficiente mettere in campo più muscoli possibile e magari accennare un po’ di pressione a tutto campo per togliere secondi importanti alla costruzione di un gioco già deficitario di suo.

Sicuramente il calendario non ci è amico. Chi, infatti, continua a ripetere come un mantra che lo scorso anno a questo punto del campionato avevamo due punti in più dimentica chi avevamo affrontato nelle primissime partite, vale a dire Milano, Sassari, Avellino e Cantù. Pistoia adesso è attesa alla trasferta di Trento prima e Venezia successivamente, per poi ospitare Roma e ci fermiamo qui per non spaventare troppo chi legge. Non sarà una passeggiata di sicuro, tuttavia sarà necessario non demoralizzarsi e lavorare per far funzionare al meglio una squadra di esterni che oggi si pestano i piedi, ma che prima o poi, come tutti gli appassionati pistoiesi si augurano, riuscirà a trovare il bandolo della matassa.

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