FIRENZE. “È un buon inizio. Un segnale di equità, di concretezza e di buona amministrazione. L’importante era partire con i Piani di cessione. La Regione ne monitorerà gli esiti così da verificare il funzionamento del meccanismo e, se necessario, apportare modifiche migliorative”.
L’assessore regionale alle politiche per la casa, Stefania Saccardi, commenta così l’approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano regionale di cessione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica in applicazione alla Legge regionale n. 5 del 2014.
Si tratta di 4.447 appartamenti individuati da 9 Lode (Livello ottimale di esercizio) toscani su 11 (quello di Livorno non si è espresso e quello dell’Empolese Valdelsa ha scelto di non procedere con le vendite). Il Lode fiorentino metterà in vendita complessivamente 1.414 appartamenti, seguito dal grossetano con 582, dal pisano con 573, dalla lucchesia con 501, dall’area apuana con 459, dall’aretino con 317, dal pistoiese con 270 e dal pratese con 104 (scarica Lode di Pistoia).
“Com’è noto – aggiunge l’assessore – la normativa prevede che si possa vendere un numero di abitazioni esattamente pari a quelle nuove costruite. I nostri uffici stanno completando i calcoli relativi allo scorso anno, ma si stima che nel corso del 2015 in Toscana possano essere messi in vendita, a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato circa il 10% degli appartamenti previsti. Insomma dovremmo attestarci sotto quota 500. E la Regione farà da tesoriera dei ricavi, restituendoli ai territori con l’obbligo di destinarli interamente alla realizzazione di nuovi alloggi pubblici o alla riqualificazione di quelli esistenti”.
Il patrimonio toscano di edilizia residenziale pubblica è composto da 49.140 alloggi e la vendita di circa il 10% del totale degli alloggi prevista dalla legge 5/2014 mira ad una razionalizzazione del sistema, permettendo ai singoli affittuari di diventare proprietari a prezzi vantaggiosi dell’immobile che occupano conseguendo una maggiore economicità di gestione delle strutture a cui appartengono senza svendere o dismettere il patrimonio di edilizia pubblica.
Nel caso in cui l’affittuario non abbia perso i requisiti per la permanenza nell’alloggio e non sia interessato all’acquisto o non abbia le possibilità economiche per trasformarsi in un proprietario, la normativa non lo obbliga a farlo e gli permette di rimanere un semplice affittuario.
Quanto ai prezzi di vendita, questi si ricavano dai valori determinati dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) scontate del 25% e di un ulteriore 0,5% per ogni anno trascorso dalla costruzione dell’immobile, fino ad uno “sconto” massimo del 40%. Prendendo ad esempio l’ambito fiorentino, appartamenti di circa 80 metri quadrati potranno essere venduti da un minimo di 73.000 euro (contro un valore stabilito dall’Osservatorio di 105.000 euro) a Palazzuolo sul Senio ad un massimo di 160.000 euro (ma è di 230.000 euro la stima dell’Omi e 250.000 euro il valore di mercato) se situati in particolari zone di pregio come ad esempio a Greve in Chianti. In genere è di livello intermedio, pari a 124.000 euro, l’ipotetico prezzo di vendita per zone periferiche come San Bartolo a Cintoia. Ma in questo caso il valore di mercato può arrivare sino a 240.000 euro in relazione alla tipologia edilizia ed a particolari dinamiche locali.
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