PISTOIA. L’eccessivo statalismo, con la pretesa altezzosa di regolamentare con l’indice alzato ogni attività privata, imponendo spesso e volentieri divieti di vario genere, annienta l’iniziativa privata e il giro di denaro che ne segue.
Abbiamo letto e ascoltato una serie di amenità, che poi si sono purtroppo tradotte in fatti concreti, riguardanti il Pistoia Blues e le nuove restrizioni imposte ai proprietari dei locali del centro città e a quelli delle bancarelle tipiche del luglio pistoiese.
In poche parole, più tempo passa, e più l’amministrazione pubblica mena fendenti mortali al periodo estivo che rende Pistoia nota in tutta Italia e fa vivere alla città giorni prosperi.
Abbiamo già scritto del divieto imposto ai proprietari delle bancarelle di vendere la propria merce davanti alle vetrine dei negozi del centro, accontentando i negozianti pistoiesi che hanno avanzato questa assai poco simpatica richiesta.
E adesso, terminata anche quest’edizione del Pistoia Blues, è interessante conoscere l’opinione di uno di quei proprietari dei locali nel nostro centro città per quanto riguarda il divieto impostogli di non mettere davanti al proprio locale il classico banco per vendere birra, sangria e panini.
Il locale in questione è il Covo Bukowski e Diego Ferrario è uno dei proprietari. Diego, presente nel settore della ristorazione ormai da alcuni anni (dunque con diversi Blues sulle spalle), ci dice senza tanti giri di parole che tale divieto gli ha comportato un venti per cento di incassi in meno. È una percentuale che tradotta in quattrini sonanti significa molti soldi in meno guadagnati, con tutto ciò che comporta.
L’assurdità – sottolinea Diego – è che sulla porzione di suolo pubblico su cui vorrebbe esporre tale banco, egli già paga una tassa dovuta alla presenza dei tavoli e delle sedie di fronte al locale.
Si tratta dunque di una totale assurdità. Oltretutto l’immagine ormai rovinata di quello che era il vero Pistoia Blues ha come conseguenza la presenza di nuove persone solo ed unicamente per i concerti. I ristoratori, insomma, ormai traggono ben pochi benefici da questa brutta copia dell’evento più importante dell’anno.
Per quest’anno, come si suol dire, è andata. Confidiamo in un’inversione di rotta per il prossimo anno, con una guarigione immediata da questo statalismo a oltranza.
[Lorenzo Zuppini]