PISTOIA. “Call me Ishmael”: “Ishmael” è il titolo della mostra fotografica che si è inaugurata sabato 18 giugno nella sede espositiva di Palazzo Sozzifanti a Pistoia.
Promossa e realizzata da Fondazione Caript, la mostra raccoglie una selezione di circa ottanta fotografie di grande formato realizzate da Rita Lintz, artista e performer newyorkese che conduce la sua particolare ricerca artistica attraverso diversi linguaggi espressivi, dalla fotografia, alle installazioni, alle performance.
In mostra scatti rubati e prospettive insolite invitano lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio – tra cinema, arte, letteratura ed esperienze private – muovendosi in una rete che collega la Toscana a New York, il cui trait d’union è la lavorazione del filet a modano, eseguita a Pistoia dal 1897 fino alla Seconda Guerra Mondiale, e osservata e fotografata dall’artista sulle colline pistoiesi.
“La mostra trae ispirazione dalla visione di una porta d’ingresso a vetri di una casa a Lucciano, che ha una tenda in filet – racconta Rita Lintz – Il punto di vista delle fotografie, che sono state scattate a New York e a Lucciano, è quello di chi sta sulla porta e guarda tra i quadretti vuoti del filet, come se fosse stata eliminata ogni distanza tra le due realtà”.
«Chiamatemi Ismaele è l’indimenticabile incipit del capolavoro di Melville, che diventa titolo e chiave di lettura di questa mostra così particolare e intrigante – scrive Luca Iozzelli, presidente della Fondazione Caript – Tra le citazioni scovate dal Sotto-vice-bibliotecario che l’autore premetteva al romanzo c’era anche questa: “La balena è un mammifero senza i piedi posteriori”. Il percorso costruito da Rita Lintz e Riccardo Fattori, almeno in parte, assomiglia a questa definizione: fotografie e citazioni letterarie si intrecciano assieme senza incontrarsi. Così la mostra diventa un viaggio di percezioni tra loro distanti, geograficamente e culturalmente, che trova un finale sorprendente e capace di ricondurre all’unità».
La mostra, in un certo senso, è anche specchio della realtà contemporanea, del villaggio globale in cui siamo immersi, dove ai panorami delle colline toscane, popolati da anziani, conigli e galline, corrisponde un altrove di umanità affollata e di giardini abitati solo da colorati animali di legno.
Alla mostra, inoltre, si accompagna un catalogo a cura del designer Riccardo Fattori, che scrive: «Questo libro è il frutto di un fitto scambio di opinioni, chiacchierate ai tavoli di ristoranti cinesi, lunghe telefonate tra New York e Bacchereto, dove abito. “Call Me Ishmael”: “Ishmael” interpreta la visione dell’artista come un viaggio circolare, come se sfogliassimo su uno smartphone una gallery di immagini, in un percorso a ritroso fatto di tutto quello che abbiamo voluto fissare nella memoria e in cui ritroviamo anche cose di cui avevamo perso le tracce».
Visitabile fino al 31 luglio con orari: martedì-venerdì 15-19; sabato e domenica 10-18.
Ingresso libero.
[fondazione caript]