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PISTOIA. Scrive Michele Parronchi, ex Assessore provinciale Idv:
Parto subito con una domanda. Mi sapete dire se avete visto interventi, negli ultimi cinque anni, atti ad agevolare la vivibilità indipendente della città dei diversamente abili?
Lo dico sinceramente, sarei felice che qualcuno mi proponesse un elenco dettagliato, da parte dell’attuale amministrazione, di azioni concrete portate a compimento che vadano in quella direzione.
Personalmente ho delle difficoltà in proposito, anzi ho visto il deteriorarsi continuo del manto stradale, dei marciapiedi ed anche delle opere poste precedentemente in essere. Se provate a prendere una carrozzina, vi potrete accorgere dell’impossibilità di girare da soli per la città.
Non solo, dove sono adibiti per legge gli scivoli dei marciapiedi possiamo trovare spesso impedimenti vari, non dovuti solo alla maleducazione cittadina.
Segnaletica stradale il cui palo ne riduce l’accesso, cassonetti della spazzatura che impediscono il passaggio, se non addirittura i classici panettoni di cemento posti proprio nel mezzo dello scivolo. Ma la disabilità non è solo motoria.
Allora altra domanda. Quanti sono i semafori in città che hanno il segnale acustico, perlomeno funzionante, per i non vedenti?
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O le fermate dell’autobus con il segnalatore vocale dell’arrivo dei vari mezzi ed eventuali ritardi? Non devo certo darvi io la risposta. Eppure in Toscana le leggi per risolvere certe problematiche ci sono e ci sono anche per trovare i fondi necessari.
Come del resto anni addietro la Regione stanziò diversi milioni di euro per la geo localizzazione del servizio mobile pubblico, utile appunto a certi bisogni. E dove sono andati a finire quei soldi? Come sono stati spesi?
Senza parlare delle stazioni ferroviarie che, dopo aver adeguato di opportuni ascensori i sottopassaggi (è più il tempo che sono fuori uso che funzionanti), non sempre una carrozzina può salire sul treno senza il generoso aiuto dei cittadini.
Le solite cose all’italiana, si spende per non risolvere adeguatamente il problema. E allora la domanda la rivolgo ora a me stesso, è mai possibile che una città che si fregia di essere quest’anno Capitale della Cultura possa essere così culturalmente indietro?
Ma nella valutazione di certi titoli, si considerano solo i musei, le opere architettoniche, gli eventi culturali senza prendere minimamente in considerazione l’accessibilità a tutto questo?
Oltretutto una miopia anche dal punto di vista economico, dal momento che il mondo dei diversamente abili (odio certe terminologie, ma sono necessarie per farsi capire) rappresentano una fetta di turismo estremamente importante.
Nei miei due anni e mezzo da Assessore Provinciale alle politiche sociali ho avuto la fortuna di avere dei collaboratori estremamente competenti e carichi di tanta energia.
Con loro e grazie a loro ho portato avanti con forza l’Osservatorio Provinciale sul Superamento delle Barriere Architettoniche.
Un lavoro fatto di innumerevoli sopralluoghi, incontri, sperimentazioni, collaborazioni universitarie che ha prodotto anche un testo unico nel suo genere e l insegnamento anche ai giovani di buone pratiche e di una cultura vera dell’inclusione.
Oggi tutto ciò non lo ritrovo, anzi Pistoia sta tornando indietro a periodi certamente meno illuminati in tal senso. Ed è profonda tristezza.
Michele Parronchi
Ex Ass. Prov. Idv