PISTOIA. Per la prima volta da anni, intendo cogliere l’occasione, come cittadina che ha avuto ruoli istituzionali nel settore delle politiche culturali, per intervenire sul Pistoia Blues, alla vigilia dei concerti principali della manifestazione. Lo faccio a ragion veduta, avendo avuto modo di collaborare con questa grande realtà che tanta parte della cultura e della tradizione cittadine rappresenta.
Mi pare che in generale, si debba notare che in questi ultimi anni le serate del Pistoia Blues in Piazza del Duomo sono triplicate, e che si è scelto di estendere progressivamente il Festival, coinvolgendo tante altre piazze e strade della città storica (e non solo).
Sono infatti molte le iniziative, gli spettacoli, i concerti (in gran parte gratuiti) che animano le strade del centro storico, con un’offerta culturale e musicale di qualità che non si limita alle serate, ma investe quasi tutto l’arco della giornata.
L’obiettivo mi pare sia quello di incontrare i gusti e le esigenze di un pubblico sempre più numeroso e composto da tanti giovani, ma anche da sempre più numerosi turisti e famiglie, diversificando l’offerta culturale. Una formula che ho sperimentato direttamente da Assessore alla Cultura della Provincia, con l’allora Progetto “Sounds of Tuscany”, volto a mettere insieme proposte musicali fra loro anche molto diverse.
Una diversificazione che credo possa avere ricadute importanti e positive anche per il commercio, con un’attenzione particolare soprattutto alla musica, che torna ad essere la naturale protagonista del Festival Blues, come accade nei migliori festival musicali europei. Un Festival Blues che, in questa logica, rappresenta, in vista dell’anno della Capitale della Cultura, un’occasione formidabile per la promozione della nostra città.
Credo infatti che, alla vigilia dell’anno più importante del futuro di Pistoia, l’obiettivo debba essere quello di lavorare per la sicurezza urbana, e per incentivare la promozione turistica e commerciale di qualità.
Ho potuto apprezzare, da persona avvezza a valutare gli aspetti marcatamente culturali, l’accresciuto numero dei concerti e delle serate in questi anni, e mi è sembrata bella la sinergia con Avis per la Notte Rossa, con il concerto di Cristiano De André, cui ha corrisposto l’inaugurazione del giardino dedicato all’indimenticabile Fabrizio.
Credo che sarà interessante valutare i tanti eventi collaterali che accompagneranno le serate clou del Festival, con dj set gratuiti dopo i concerti, e street band ad animare le varie piazze.
Un’attenzione, importante oggi più che mai, a chi non può permettersi il biglietto per i concerti del Main Stage (pure più contenuto di molti altri festival di pari livello nel panorama nazionale).
Anche se alcuni sentono oggi la mancanza dei mercatini – e d’altronde non poche erano le rimostranze che da tempo immemore si registravano in città, soprattutto da parte dei commercianti cittadini- credo che questa scelta possa segnare una ripartenza per l’intera manifestazione, consentendo a cittadini e turisti di concentrarsi soprattutto sugli aspetti musicali e culturali – quelli per cui il Festival stesso è nato, d’altronde. E magari trovare soluzioni interessanti per gli anni futuri.
Chi, come me, ha avuto l’onore ed il privilegio di occuparsi di cultura sa quanto sia difficile comporre realtà fra loro molto diverse, con sensibilità diverse, ed a volte perfino contrapposte.
A me pare che la presenza di tanti giovani, quest’anno più che in altre edizioni, e la volontà di coinvolgere tutto il tessuto urbano del Centro Storico, consentendo di ascoltare artisti di strada e di respirare un po’ del cielo stellato di Piazza del Duomo a chi non può partecipare ai concerti principali, siano un ottimo viatico per l’anno della Capitale Italiana della Cultura.
Perché la Cultura di Pistoia è di tutta la città, e di tuti i pistoiesi.
Ed anche di chi viene e verrà a visitare questa piccola, grande città che ha fatto della musica una sua specificità.
Chiara Innocenti
Ex Assessore alla Cultura Provincia di Pistoia