pistoia. «CREDEVAMO DI CAMBIARE IL MONDO»

SessantottiniPISTOIA. Ormai sono una aficionadas di “Linee Future”, unica voce di chi non ha voce. Questa volta non segnalo problemi, non perché non ve ne siano, per carità, ci riempiremmo il treno della Transiberiana.

Proprio perché ce ne sono molti (parlo per me naturalmente), non ne voglio più parlare. O meglio, hanno avuto, Comune, Assessori e chi ci amministra, tutti, nessuno escluso, la capacità, grande (?) di portarci alla paranoia, al disinteresse, alla perdita dei nostri diritti acquisiti.

Ci hanno sentito, per iscritto o verbalmente, ma non ci hanno mai ascoltato, ci hanno visti, ma mai guardati con attenzione. I nostri problemi che dovrebbero essere i loro, non ci sono, perché mentre noi siamo a casa a cercare di combattere il caldo con ventilatori, condizionatori e ventagli per chi non si può permettere di pagare bollette salate, e ce ne sono, loro sono a Palinuro, in Costa Smeralda, alle Canarie. E la voglia di disinteressarsi di loro, della loro sporca politica, e, purtroppo, di andare a votare cresce.

Per me, come per chi ha la mia età, ha fatto il 68, ha preso manganellate alle manifestazioni degli anni 70, è una bella sconfitta. Noi che credevamo di cambiare il mondo, abbiamo cambiato… un bel nulla. È vero, la nostra generazione, ha ascoltato la musica più bella, ha visto leggi importanti nascere, ha avuto miti difficilmente replicabili, ma ha portato, stranamente, un lassismo nei costumi e nella morale che poco ha a che vedere con queste nostre battaglie.

E adesso che siamo sulla sessantina abbondante, stiamo vivacchiando alla meglio, delusi, sfiancati da gente che ben poco ha a che fare con i principi sani di una civile società, ma che sta ottenendo una grande vittoria, la “non cultura”. Perfetto! Una società ignorante, si guida molto meglio di una acculturata.

Le biblioteche si chiudono, non si aprono alle menti, a chi ha voglia di sapere e senza tutto ciò una civiltà muore, sia essa la più sviluppata. Ed anche noi muoriamo un po’, quando a Pompei si fa la pipì negli angoli nascosti di quelle ville meravigliose, di quando non si consolida la base del David di Michelangelo, di quando si prende a martellate la Pietà, di quando si affittano le Sale degli Uffizi per i compleanni dei ricchi.

Mi scusi lo sfogo Direttore, ma vedere che il mondo, un po’ anche mio, mi lascia così… fa male. Chi se ne dovrebbe occupare, sia amministratori locali che il Governo, non hanno coscienza, puntare su di loro è come puntare su una corsa ippica su Ronzinante il cavallo di Don Chisciotte. E in fondo Don Chisciotte, non era ammattito, per aver letto troppi libri di cavalleria? Spero che fra i tanti giovani, qualcuno si svegli un giorno e si dica che appartiene a questo mondo, ma che il mondo appartiene a lui.

Fulvia Pratesi

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