“PISTOIA DOMANI” & SAN BARTOLOMEO: FACCIAMO ASSOLUTA CHIAREZZA

Veduta aerea di San Bartolomeo in Pantano e (da oggi) senza Parcheggio
S. Bartolomeo in Pantano e (da oggi) senza Parcheggio

PISTOIA. È il caso di ricondurre la conferenza stampa di ieri su San Bartolomeo (vedi qui), nei limiti della ragione. Procediamo per gradi.

Intanto, apprendere che il consigliere Alessandro Capecchi si è svegliato (buongiorno!) e che intende svolgere un approfondimento della vicenda nella commissione urbanistica di cui è anche presidente, è già qualcosa.

Infatti, come tutti i consiglieri comunali, di questo e dello scorso mandato, aveva ricevuto copia di un libro edito agli inizi del 2012 da Settegiorni Editore (vedi), un volume che raccoglie gli atti di un convegno in cui, tra le varie cose, esperti – per professione – di urbanistica e geologia passarono ai raggi X il progetto preliminare del parcheggio sotterraneo smontandolo completamente.

Venivano analizzate forti incompatibilità con il regolamento edilizio e con il piano strutturale, e denunciate le lacune della documentazione geologica: perché allora nessun consigliare approfondì questi aspetti quanto meno – dall’ottica di un pubblico ufficiale – preoccupanti?

Il libro che spiega analiticamente ogni questione
Il libro che spiega ogni questione

Anche la successiva lettera dei geologi toscani, che su Quarrata/news abbiamo rilanciato più e più volte (qui) come esempio di mala amministrazione, avrebbe dovuto allarmare qualunque consigliere comunale nel pieno delle sue facoltà mentali. Perché di fatto lasciava ipotizzare la nullità delle conferenze dei servizi che avevano approvato la procedura. Invece la circostanza rimase avvolta nella consueta omertà tutta pistoiese – caratteristica, come dice il direttore, del “sarcofago”.

Ribadiamo ancora: il documento dei geologi toscani parlava di ”non ottemperanza” alle normative, gettando più d’un’ombra sull’operato dei tecnici comunali. Allora perché i consiglieri di Pistoia Domani, allora in altro schieramento, non pretesero chiarezza?

Se poi l’avvocato Capecchi fosse interessato [*] a qualche notitia criminis, potrebbe intanto approfondire il motivo per cui a un certo punto, esattamente il 23 aprile del 2013, il Demanio Idrico riaprì la partita del parcheggio dopo averla chiusa a causa della demanialità della gora di Scornio, intombata sul retro di San Bartolomeo.

Si precisa che il Demanio si mosse dopo avere esaminato la documentazione tecnica redatta dall’architetto Gianluca Iori, una perizia (di parte) falsa, come chiaramente documentabile qui.

Personalmente sono disponibile a fornire tutte le carte del caso affinché in qualunque sede istituzionale sia possibile ristabilire la verità storica e oggettiva: ritengo inaccettabile che un’istituzione (il Comune di Pistoia, compresi funzionari, dirigenti e consiglieri di opposizione parcheggiati lì da vent’anni e che dovevano controllare) abbia accettato una perizia falsa – e contro l’interesse di Palazzo di Giano – quando la presenza di quella gora, quantunque dismessa ma ancora demaniale, era, ex lege, più che ostativa.

Un’edizione fondamentale
Un’edizione fondamentale

Tra l’altro tra i documenti della falsa perizia dell’architetto Iori è presente la scansione di una cartina ottocentesca dell’area di San Bartolomeo con l’aggiunta di una scritta in stampatello – magari in futuro la mostreremo – non presente nell’originale: divertente no?

Ma è d’obbligo, ora, rettificare la vulgata secondo cui alla Napoletana Parcheggi sarebbero stati richiesti ulteriori carotaggi, approfondimenti etc.: in realtà era tutto materiale che doveva esser stato prodotto prima delle conferenze dei servizi! Il comitato «No Parcheggio» si è fatto sentire e, per mettersi in regola e al sicuro, il Comune ha pensato bene di chiedere atti dovuti e non verificati al momento della loro accettazione.

Alla luce di una recente relazione del Genio Civile, dove si legge «Preme sottolineare che con Decreto del Segr. Gen. n. 26 del 11/04713 sono state approvate le modifiche alla perimetrazione delle aree a pericolosità idraulica della cartografia del Pai sulla base di uno specifico e dettagliato studio effettuato dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno, risultando l’area in oggetto in zona allagabile per eventi con tempo di ritorno di 200 anni (P1.2). Ricordato che tale pericolosità non era nota prima di tale studio, si ribadisce il principio di precauzione già contenuto nelle norme del Regolamento urbanistico (giustificato dai fatti durante i recenti eventi alluvionali), secondo il quale i locali interrati non sono ammessi in aree allagabili per tempi di ritorno minori od uguali a 200 anni», sarebbe il caso che il gruppo di Pistoia Domani prendesse una chiara posizione in merito, affermando come si dovrebbe muovere un amministratore normodotato, anche in considerazione dell’aumentata pericolosità degli eventi meteo-climatici che, purtroppo anche in Toscana, danneggiano senza pietà centri urbani e periferie.

Alla fine della “fiera”, però, nessuno ha ancora sostenuto seriamente quali motivazioni dovrebbero portare la Napoletana Parcheggi a chiedere dei risarcimenti.

Il retro di San Bartolomeo
Il retro di San Bartolomeo

Sicuramente il no poteva tranquillamente essere dato prima, ma dal punto di vista economico cosa ci sarebbe da risarcire? Forse dovrebbe essere la Napoletana a ringraziare il Comune per averla salvata da un fallimento: Vernetti & C. non sono certo nuovi a richieste di risarcimenti milionari e ricorsi al Tar nei confronti di amministrazioni pubbliche; ma o si trovano ancora in attesa di pronunciamenti definitivi, oppure hanno rimediato dei fallimenti societari. Si veda per esempio a Sanremo (qui 1) o a Formia (qui 2); a Napoli invece il sequestro dei cantieri non è passato nemmeno dal Tar (qui 3). Tutti particolari aspetti, questi ultimi, che la politica e la stampa cittadina – quella stessa che ha dato in sordina e quasi controvoglia la notizia del no al parcheggio, dopo aver sparato per mesi e mesi in prima pagina le veline ridicole e tendenziose dei due, a numero, favorevoli… – non hanno mai affrontato.

Eppure in operazioni simili la prudenza e la cautela dovrebbero essere massime: ci vuole un secondo a ritrovarsi come con l’area ex Ricciarelli e lasciare un cumulo di macerie e ferite urbane per decenni. Senza contare che, come ormai noto anche ad un cieco, i parcheggi, all’interno della terza cerchia muraria sono eccedentari: il Ceppo è sempre vuoto e per il Lingottino si chiede il cambio destinazione!

Le argomentazioni del no, ufficializzate dal Comune, sono ovvie e tecnicamente incontrovertibili: se qualcuno è in grado di dimostrare il contrario provi a farlo.

Sicuramente ce ne sarebbero, come minimo, un’altra decina, ma considerati i riflessi di questa città-sarcofago “di tutti” per il momento ci fermiamo qui.

Torneremo però a ribadire ciò che da ormai due anni e mezzo scriviamo e segnaliamo in tutte le lingue, ma che, evidentemente, in tanti hanno preferito non vedere.

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[*] – Sono disponibile a indirizzare Alessandro Capecchi presso gli uffici, comunali e provinciali, depositari delle carte in questione. Basta scrivere al direttore di Linee Future che provvederà a fornire i recapiti del caso.

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