
PISTOIA. Alessandro Capecchi scrive:
Un Comune che difende i diritti di nomadi che nomadi non sono, ai quali non viene richiesto di assolvere a nessun dovere nei confronti della comunità che li ospita e che, addirittura, vede tutelati i privilegi di coloro che non contribuiscono in nessun modo allo sviluppo civico ed economico della nostra città.
Il campo nomadi provvisorio, che di provvisorio ha e avrà ben poco, è stato infatti posizionato sopra i pozzi che alimentano l’acquedotto della città, a questo si aggiunge che l’impermeabilizzazione provvisoria effettuata non garantisce a pieno di evitare la percolazione di sostanze inquinanti nel terreno. Con tutto ciò che ne deriva in termini di inquinamento quotidiano e sistematico della falda.
Inoltre l’ennesima bonifica dei terreni precedentemente occupati costa un sacco di soldi e, non mutando abitudini nè sistema di vita, dovrà essere seguita da altre bonifiche, in un continuo sperpero di denaro pubblico destinato a non finire mai.
Il dialogo fra le istituzioni coinvolte oggi ruota attorno alla possibilità di un allacciamento delle strutture del campo (ad oggi fornite di soli bagni chimici) agli scarichi dell’ospedale, segno evidente che il problema esiste e che forse si sta pensando a questa come la soluzione a medio lungo termine del problema.
Con un campo provvisorio che certo non promuove integrazione e che, anzi, è doppiamente discriminatorio: per i Rom, un nuovo ghetto in niente migliore del precedente, e per cittadini pistoiesi ancora spese ingenti per una comunità che da nomade di fatto da decenni è diventata residente, senza però alcun dovere.
Alessandro Capecchi