PISTOIA E IL PRIMATO DELLE AUTO GRAFFIATE

Una delle attività predilette dai pistoiesi?
Una delle attività predilette dai pistoiesi?

PISTOIA. Famosa in Italia per la guida non particolarmente brillante dei suoi abitanti, spesso paragonata a quella dei forlivesi (e questo spiega, assieme ai tentativi di lucrare sugli incidenti, una Rca tra le più alte non solo della Toscana ma dell’intero Belpaese), Pistoia vanta un altro triste primato: quasi tutte le automobili, se le si osserva con attenzione, sono rigate e non per scelta dei rispettivi proprietari, amanti di questo stravagante tipo di look.

Va di moda, nei quartieri malfamati come in quelli residenziali, graffiare la macchina altrui (e spesso i manigoldi sono autentici insospettabili, pensionati incazzati e incazzosi in primis).Nessuna auto nuova resiste più di un mese: sulla carrozzeria, prima o poi, qualcuno vorrà apporre la sua firma, la sua griffe.

Gelosia? Idiozia bell’e buona? Delinquenza? Fatto sta che i campioni delle chiavi o del cacciavite selvaggi sono in mezzo a noi e chissà come godono dopo simili imprese. Sì, perché occorre un’impresa geniale per danneggiare il vicino di casa, reo di essere troppo vicino a te, o il posteggiatore una tantum, colpevole soltanto di aver trovato posto nelle vicinanze della tua residenza.

Chiedere maggiore sorveglianza alla Polizia Municipale è come pretendere la luna, impegnata a multare sistematicamente tutto e tutti, specie sotto le feste, per rimpinguare le carenti casse comunali, sporgere denuncia contro ignoti a Carabinieri e Polizia serve e non serve (ma noi consigliamo di farlo certi che, prima o poi, qualcuno verrà colto sul fatto).

Ci sarà pure un giudice a Berlino… oppure in un’altra vita i simpatici amanuensi su carrozzeria saranno ripagati con altrettanto simpatici taglietti e graffietti sui propri gioielli? Nel frattempo, credenti o miscredenti, meglio stare all’erta.

[Gianluca Barni]

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VADE RETRO 2

 

graffio-auto-niloCaro Gianluca,
ti dispiace rassicurare pubblicamente che non ti ho chiesto io, Satana, di fare questo pezzo sui pistoiesi graffioni?

No, perché non vorrei che Nilo Benedetti, la cui unica preoccupazione sembra essere quella di leggere cosa si scrive su “Linee Future”, ti invitasse ancora una volta a un “Vade retro!”, credendo (ne è capacissimo) che l’auto la abbiano graffiata proprio a me.

Nell’approssimazione che lo perseguita, il buon Nilo non sa e non immagina neppure che io non possiedo un’auto: perciò non vorrei che ridesse troppo – anche perché risus abundat in ore stultorum, ahilui!

Santé!

e.b.

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15 thoughts on “PISTOIA E IL PRIMATO DELLE AUTO GRAFFIATE

  1. …. e ti pareva che alla fine di tutti i guai non era colpa della Polizia Municipale che fa scarsa sorveglianza contro chi graffia le macchine?
    E gli altri?
    No, loro no, non è mica compito loro sorvegliare contro i reati. A loro non si chiede più sorveglianza, basta che ti prendano la denuncia.
    Magari incominciassero anche Polizia e Carabinieri a fare le multe per divieto di sosta (così rimpinguano le casse dello Stato che non sembra stiano poi tanto meglio di quelle dei Comuni), forse i vigili sarebbero più liberi di vigilare contro i graffi.
    E si, ma c’è polizia di serie A e polizia di serie B.

    meditate gente, meditate

  2. Ciao Gianluca!….e buon fine…che dire, io ho una collezione di graffi, strisci e botte sulla carrozzeria e…nemmeno un incidente….tutti urti in parcheggio da gente poi fuggita senza lasciare manco un bigliettino di scuse….anzi…una volta ad essere sincero il danno l’ho fatto io, una lieve strisciata sul paraurti durante una manovra: mi sono dato da fare per rintracciare lea proprietaria, che per compensarmi di tanta premura si è rifatta l’auto nuova….si è fatta mettere a posto i danni dei 10 anni precedenti….che abbiano ragione quelli che fuggono?

  3. Caro Piccolo Principe, che sarebbe meglio se ti firmassi con nome e cognome (gli pseudonimi son belli finché durano poco… o no?), la Polizia Municipale non è di serie B, ma benemerita come e più di altri. Non è mica colpa sua se è “indirizzata” (diciamo così) male… o sbaglio? Nel senso che fa poca prevenzione e molta… repressione e Iddio sa quanto bisogno di prevenzione avremmo, in tutti i campi. Suvvia, è una vita che meditiamo, specie a Pistoia e dintorni, ma poco o niente è cambiato e la Polizia Municipale è fatta… recitare male.

    Caro Massimo, hai perfettamente ragione… ma fuggire MAI. Capisco le tue ragioni, le ragioni di tutti, ma cerchiamo di cambiare senza dover… fuggire. E facciamo finalmente questa cena, magari anche con Piccolo Principe che si cela dietro a uno pseudonimo e a cui sarebbe bello poter stringere la mano.

  4. Caro Gianluca Barni, “che sarebbe meglio se ti firmassi con nome e cognome (gli pseudonimi son belli finché durano poco… o no?)”. Figurati, ci sono giornalisti e scrittori che con lo pseudonimo hanno fatto la loro fortuna.
    Però la teoria che capisco è che: quando non si hanno argomenti per ribattere, o sono deboli, si riparte con la storia dello pseudonimo.
    Allora decida la redazione. O si accettano gli pseudonimi o si bannano, una volta per tutte, sia quando ci danno ragione che quando ci danno torto.
    Ripeto l’importante, secondo me, non è chi scrive, ma cosa scrive.
    La prevenzione la fanno i segnali stradali, che non sono margherite. Chi parcheggia in divieto è cosciente che rischia una multa, e se prende la multa non si lamenti della mancata prevenzione. Ma lui che prevenzione ha fatto verso se stesso?.
    No macchina in divieto di sosta, no multa, elementare Watson.
    E su questo non c’entra una cippa “l’indirizzo”. Chi sbaglia, paga. I vigili, ma non solo loro, sono pagati per fare la multa a chi sbaglia, non per distribuire caramelle.
    Ora, però, mi aspetterei una nota di merito alla polizia municipale per avere sventato il furto delle biciclette, notizia riportata qui sulla testata, ma quando viene fatta una cosa che va nella direzione auspicata, silenzio. Cosa aspetta, amico mio, a commentare quella notizia, in senso positivo?
    https://www.linealibera.it/tentavano-di-rubare-due-biciclette-fermati-dalla-municipale/
    A pensar male si fa peccato, però ….. ( e non lo dicevo io).
    Ovviamente niente di personale.
    Contraccambio l’amichevole stretta di mano. Verrei alla cena solo se mi consentite venire vestito da Uomo ragno con la maschera. Ma poi non potrei mangiare.

  5. Caro Piccolo Principe, ci sono sì giornalisti e scrittori che con lo pseudonimo hanno fatto la loro fortuna…
    ma… non tutti sono giornalisti e scrittori.
    Ergo, a ciascuno il suo.
    Con stima (per l’Uomo Ragno),
    Gianluca

  6. Ah… dimenticavo.
    Per il plauso alla Polizia Municipale, ho già dato.
    Aspetto, magari, che siano altri a tesserne le lodi.
    Quanto ai “vigili son pagati per fare le multe”, beh… sapevo che i vigili erano retribuiti in primis per garantire la sicurezza urbana… non per fare cassa.
    Con stima immutata (è trascorso troppo poco dalla precedente risposta),
    Gianluca

  7. “sapevo che i vigili erano retribuiti in primis per garantire la sicurezza urbana”
    …. ed allora sapeva male, si legga la legge 65/86 sull’ordinamento della polizia municipale, poi l’art.55 e 57 del codice di procedura penale, l’art 12 del codice della strada, l’art.13 della legge 689/81, e quando si è adeguatamente informato sui compiti dei vigili, ed il motivo per cui sono pagati, possiamo riparlarne.
    Dopo avere letto capirà, spero, che i vigili con la sicurezza urbana c’entrano come con tutti gli altri compiti, non ne hanno nè l’esclusiva, na la prioritarietà.
    Quando uno ignora la materia di cui parla …….
    Me lo lasci dire, lei la ignora.

    PS Magari io sarò uno scrittore con uno pseudonimo, boh, chi lo sa.
    Oppure un cultore del diritto, chissà.
    Però confrontiamoci sui fatti, che chi sono io, un perfetto signor nessuno, non ha alcuna importanza, se non, a questo punto, una morbosa curiosità.

  8. e mi faccia aggiungere questo:

    “Inizia un altro turno, i colleghi arrivano alla spicciolata, e mentre ci si prepara ad uscire, mentre ci si sistema l’uniforme e ognuno cerca di svuotare la testa da tutti i problemi personali che in servizio non ti puoi concedere di portare, si inizia a scherzare, ci si sfotte, è una regola fissa: “capo come ci vestiamo oggi? “pensavo di blu, va molto quest’anno…” “Agente Scelto a caso muoviti, se non sei pronto tra 5 minuti ti sbatto a dirigere il traffico!” “muoviti spina!” sono le frasi che volano accompagnate da espressioni dialettali immancabili. Gli scherzi, gli sfottò tra colleghi sono gli indicatori di quanto è unito un turno.
    E’ difficile spiegare agli “esterni” il legame che si crea quando svolgi un lavoro come questo, i colleghi diventano qualcosa di più che semplici colleghi, non tutti, vero, c’è sempre l’arrivista, il raccomandato, chi non ha quei valori che ti rendono adatto a portare una divisa, ma buona parte li ha, e quei valori cementano il nostro rapporto, lo rendono unico.
    Siamo tutti sulla stessa strada, condividiamo tutto, gioie e dolori di questo lavoro, viviamo le stesse situazioni, proviamo spesso la stesse emozioni e ci prendiamo gli stessi rischi.
    Ogni giorno passiamo insieme almeno 6 ore in cui ci guardiamo reciprocamente le spalle, un giorno ti salvo io, il giorno dopo mi salvi tu, funziona così. Giorno per giorno impari a conoscere i colleghi, i loro pensieri, le loro emozioni, perché semplicemente sono uguali alle tue, ci sono equipaggi che non hanno nemmeno bisogno di parlare per capirsi durante alcuni interventi.
    Ogni giorno durante quelle 6 ore parli ed impari qualche altro particolare sulla vita del collega, sulla sua famiglia, sulla città da cui viene, fino a quando non andrai, durante la licenza, in vacanza a casa sua, conoscerai sua madre, suo padre, i suoi amici, diventerai parte della sua famiglia, finisce sempre così. E poi lui verrà a casa tua, e diventerà parte della tua famiglia.
    In strada si condivide tutto, si condivide la gioia per un intervento andato a buon fine, la soddisfazione di ricevere un grazie dai cittadini, un semplice bicchiere d’acqua che una signora anziana ti porta per gratitudine mentre stai facendo un posto di controllo sotto casa sua, tutte quelle piccole cose che chi fa questo lavoro con il cuore impara ad apprezzare più di un encomio.
    Ma si condivide anche la frustrazione quando le cose vanno male, l’impotenza davanti a certe situazione che la nostra Legge assurda crea, lo schifo di vedere delinquenti liberati per il buonismo di questo Paese, si condivide la fatica, il dolore, il sonno, i processi per direttissima dopo il turno di notte, le cene a base di panini o crackers, le Festività passate al lavoro, mentre gli altri festeggiano. Ho colleghi con cui ho passato più giorni di Natale che con i miei famigliari.
    Affrontare insieme oneri ed onori, la strumentalizzazione dei Media, le ingerenze della Politica, l’odio che alcuni cittadini ci riservano, ci rende uniti, la strada ti lega profondamente, lo fa sempre.
    Ed è per questo che ci sono poche cose che ti colpiscono come la morte di un collega, quando la radio gracchia o il telefono squilla e senti una frase che non vorresti mai sentire “non ce l’ha fatta…”.
    Quando la strada fotte qualcuno di noi, quando qualcuno da la vita allo Stato in cambio di una croce, c’è sempre un profondo turbamento, c’è dolore, ma anche la consapevolezza che sarebbe potuto accadere a chiunque di noi e che l’indomani continueremo a lottare con le unghie e con i denti su quella strada, e lo faremo anche per tutti i caduti.
    E quando ci sfotteremo, all’inizio di ogni turno, con la tua foto appesa in ufficio, quegli sfottò saranno sempre anche per te, perché nessuno ti dimenticherà, noi non siamo come quei politicanti che sono venuti al tuo funerale per farsi vedere, che hanno cantato le tue lodi senza probabilmente neanche conoscere il tuo nome, tutti noi ti porteremo sempre nel nostro cuore, ma d’altronde, tu avresti fatto lo stesso per ognuno di noi se fosse toccato a qualcun altro, quindi, cosa te lo dico a fare collè, aspettaci, perché quando verrà la nostra ora, avremo un’eternità per sfotterci ancora insieme anche lassù.

    A.P. (AleJ)”

    https://www.facebook.com/Un-pensiero-per-Nicol%C3%B2-Savarino-321222944588836/

  9. Caro Piccolo Principe, la ringrazio infinitamente delle preziose delucidazioni.
    Me ne farò una ragione.
    Mi scusi, infine, se ignoravo che fosse un cultore del diritto nonché uno scrittore.
    Complimenti vivissimi.
    A scuola si sforzavano di farmi imparare una massima di Honorè de Balzac: “gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori”.
    All’epoca avevo capito solamente che “la vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”. Ah, non è mia: non sono niente, figurarsi uno scrittore.
    Buon Anno!

  10. Buon giorno!…scusate…ero distratto dalla Cina e non mi ero accorto che qui si andava avanti: allora Piccolo Principe, io ho capito definitivamente perchè Lei usa uno pseudonimo. Ormai è chiaro che è un Vigile Urbano e che quindi cerca di partecipare al dibattito prendendosi maggiore libertà che non se si qualificasse. E’ brutto, ma comprensibile, in questa Italia delle ripicche, del mobbing e delle vendette trasversali…ma è triste perchè da la misura di quanto poco questo paese abbia fatto per passare dalla democrazia imposta da fuori dopo la seconda guerra mondiale alla libertà di pensiero ed opinione.
    Nel merito questo va un po ad inficiare i suoi ragionamenti, che sono di parte come è naturale che siano, per questioni di appartenenza, ma che non possono essere presi per oro colato da parte di chi legge. In particolare, la sensazione che ho io (non voglio parlare a nome dei cittadini), che non prendo multe da anni, perchè come dice Lei basta perdere 5 minuti e parcheggiare a 300 mt dal centro, è che ci siano direttive precise e ordini di servizio tali, per cui il grosso di chi sta fuori dagli uffici (ma si può sapere quanti sono fuori e quanti in ufficio? no perchè…. siamo il paese con il più alto numero di “forze armate” al mondo in rapporto agli abitanti, ma anche uno di quelli con il più basso controllo del territorio), si deve concentrare in centro città. Spesso invece le “periferie” (basta uscire dalle mura urbane per avere questa idea) appaiono totalemte prive di qualsiasi controllo e se un cittadino chiama per cose di competenza dei vigili urbani chessò da Lupicciano, per un passo carrabile ostruito, si sente spesso rispondere che non c’è possibilità d’intervento, che manca il carro attrezzi, che aiutati che Dio ti aiuta. Forse è per questo che poi i cittadini si fanno un’idea sbagliata del vostro lavoro, forse è per questo che poi pensano che esistete solo per fare le multe in centro (che ripeto, sono giuste se uno ha infranto le regole: e assicuro che se uno vuole non è poi difficile rispettarle). E l’assunzione dei “Vigilini” decisamente accentua questa sensazione: diciamoci la verità, li vedi in centro e nei grandi parcheggi scambiatori che controllano solo ed esclusivamente i parabrezza.
    Anche a me farebbe piacere conoscerla, perchè vorrebbe dire che siamo in una democrazia , dove vige libertà di pensiero ed i Principi sono definitivamente relegati nella storia e nelle favole.
    Buona giornata
    Massimo Scalas

  11. Noto con piacere che siamo in 2 a voler conoscere di persona il vigile urbano Piccolo Principe (o piccolo principe). Innanzitutto per stringergli la mano (non per stritolargliela… ) e poi per poter proseguire l’amabile botta e risposta a tavola, ove si torna a essere quel che siamo veramente (o no?), senza maschera. Così potremmo finalmente capirne di più sulle direttive che riceve la nostra BENEMERITA (e sia scritto senza ironia: è quel che penso davvero) Polizia Municipale.

    1. e fu così che ottenemmo il silenzio…che vale più di tante parole…Italia dove l’omertà è un marchio nazionale (DOP)

  12. perchè dice questo?
    Non ho più commentatope perchè non ho più interesse su questo argomento, sono andato a commentare altre questioni che, forse, mi interessano di più che non continuare con i vigili urbani (che le ripeto, non sono anche se può sembrarlo).
    Poi, ognuno sarà libero di commentare, o stare in silenzio, su ciò che vuole, o no? senza dare adito a retropensieri?

    Più semplicemente (e mi si passi la sgrammatica), mi sono un po’ annoiato che si guardi di più all’anonimato piuttosto che ai contenuti.

  13. Su dai…Piccolo Principe…è una persona intelligente e se vuole capire cosa le è stato detto lo può fare…la questione dell’anonimato è del tutto secondaria ma, anche se lecita, davvero fastidiosa in uno stato (s minuscola voluta) che si vuole professare, libero e democratico e resta valido l’invito di Barni per conoscersi di persona: cosa c’è di meglio che vedere gli occhi di chi dibatte con te? Quanto a vigile o non vigile, Lei non lo sarà…ma è vero che nessuno meglio di Lei ha difeso le loro ragioni…mica le ho scritte io certe cose…abbia pazienza…

  14. Su piccolo principe, che mi par sempre più di conoscere… un piccolo sforzo: se Pistoia quest’oggi è stata nominata Capitale italiana della cultura 2017, può accadere di tutto. Anche che lei si tolga la maschera, ammettendo infine chi è. Sarebbe un bel segnale di trasparenza in un città sin troppo celebre, storicamente, per i cappucci. Cordialità.

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