PISTOIA. “Buongiorno Gianluca, sono una dirigente della Scuola Volley Pistoiese, ho letto il tuo articolo sulla palestra Martin Luther King di Bottegone e della partita sospesa sabato scorso a causa della pioggia in palestra… (l’incontro in questione era Progetto Volley Bottegone – Pieve a Nievole del 21 novembre 2015, valido per la 2° giornata di andata del campionato provinciale femminile di Prima Divisione, rinviato a data da destinarsi – n.d.r.)”.
Inizia così il testo di un’e-mail ricevuta dopo la pubblicazione di un pezzo amarissimo sullo stato del nostro sport (vedi), scritto con la morte nel cuore (chi ama veramente lo sport, da sempre, non può che versare lacrime di sangue).
“Volevo far presente – prosegue il contenuto dell’e-mail – che anche la nostra squadra di Prima Divisione sabato passato, ancora prima di iniziare la gara e su decisione dell’arbitro che ha ritenuto il campo non idoneo, si è dovuta spostare dalla palestra Anne Frank di Pistoia in un altro impianto (la palestra Leonardo Da Vinci – n.d.r.) assieme agli ospiti per disputare la partita perché nella suddetta palestra in alcuni punti del campo pioveva e ai lati si erano formate delle notevoli pozze d’acqua, causate sia da infiltrazioni dal tetto e non solo.
“Questo, negli ultimi anni, succede regolarmente quando piove forte come sabato 21 novembre anche durante la settimana rendendo pericoloso svolgervi le attività di allenamento e gara appunto. Saluti, Stefania”.
Questa e-mail, altrettanto se non più amara dello stesso nostro articolo, è stata vergata da Stefania Masolini, consigliere, dirigente di riferimento per tutte le squadre, factotum nonché moglie del presidente della Scuola Volley Pistoiese Zarrini. Una persona così innamorata di questa disciplina che, si descrive così, “praticamente le sole due cose che non faccio sono: allenare e giocare”.
È giusto che gente in questo modo, che dedica tempo, impegno e risorse nello sport, credendoci davvero, sia ripagata dall’amministrazione comunale con mancati interventi? Ognuno può rispondere e rispondersi.
[Gianluca Barni]