pistoia. IL “CARLOS PEREZ PROJECT” ALLA ‘FONDAZIONE TRONCI’

carlos perez 1PISTOIA. Anche le cose belle, prima o poi, sono destinate a terminare. Il “Walking in Beale Street Festival” organizzato da Associazione Culturidea e Fondazione Luigi Tronci arriverà, domani 17 giugno, alla sua ultima fermata.

Il cammino è iniziato i primi di maggio con i Magic Bones e la storia del Rock and Roll, proseguendo, settimana dopo settimana, andando a cercare le tracce dei Beatles, il fenomeno dei cantautori italiani, il beat nella sua dimensione di cover, il jazz ed i suoi standard ed un momento poetico con Emiliano Bruni ed il suo “Il viaggio dei versi” per il sedicesimo compleanno di Culturidea.

Sul palco della Fondazione Tronci si sono alternati artisti del calibro di Emiliano Degl’Innocenti, Giovan Battista Grasso, Valentina Bartoli, Matteo Sodini, Alessandro Ancillotti, Arturo Occhiuto, Gianluca Martelli, Oronzo Guardione, Jacopo Fagioli, Francesco Biadene, Fedo Pezzolla, Alessandro Antonini, Gennaro Scarpato, Matteo Fagioli, Luca Natali, Giuliano Innocenti, Simone Brilli, David Perondi, Maria Celeste Benedetto, Luciano Vannucci, Francesco Panconesi, Valentina Marrassini.

Il 17 giugno a partire dalle ore 21.30 in corso Gramsci 37 con un prezzo d’ingresso di 5 euro la musica si concentrerà sul fenomeno del latino americano che sfocia nella world folk music con il Carlos Perez Project. Il Carlos Perez Project non ha bisogno di molte presentazioni essendo ormai da tempo presente sul territorio pistoiese ed avendo all’attivo più di una produzione artistica.

Il termine “America Latina” è stato utilizzato per la prima volta il 26 settembre 1856 dallo scrittore colombiano José María Torres Caicedo nel suo poema Las dos Américas, che sarebbe poi stato pubblicato sulla rivista parigina El Correo de Ultramar il 15 febbraio del 1857.

Il progetto che sarà presentato il 17 ha una caratteristica ormai riconosciuta. Esso porta nuove sfumature sonore, rendendo la musica in essere in questo lavoro estremamente affascinante. Carlos Perez si impegna nelle proprie sonorità di fondere e richiamare le più importanti espressioni della melodia latino americana.

Ognuna di esse risulta presente e la loro presenza è costruita nel corso di sperimentazioni legate anche alla danza e in questo lavoro ci si adopera per inserire sempre qualcosa di nuovo. Ciò è dovuto al fatto che tali melodie sono molto diffuse e per la loro stessa natura si prestano più di altri balli ad originali interpretazioni personali e fantasia creativa.

Attraverso l’insegnamento e la pratica anche spontanea questi ritmi sono state assimilati molto bene dalla cultura europea, nonostante si tratti di timbri e ritmi piuttosto lontani dal nostro panorama culturale.

Come dicevamo quello del 17 giugno è l’ultimo appuntamento di un Festival che ha riscosso un buon successo vedendo per gran parte delle serate la serate la sala della Fondazione Luigi Tronci gremita di pubblico.

[culturidea]

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