pistoia. IL DOPO ELEZIONI AMMINISTRATIVE, ALBY: ECCO COME LA VEDO

Alessandro Tomasi coi suoi sostenitori

PISTOIA. Nel luglio post “marziano–Pistoiese” su Facebook imperversa il duello dialettico anche un pò “fetish” sul dopo elezioni amministrative.

Due le questioni:

1) Il Partito democratico locale discute (stento a crederci !) se cacciare gli autori della diaspora elettorale 4500 voti andati al Bartoli per le liste Pistoia Sorride e Prima Pistoia.

Il sindaco uscente Samuele Bertinelli rimprovera un po’ questa come ultima causa della storica sconfitta.

Si è accesa una infuocata discussione sui primi semplici interventi della nuova giunta Tomasi e il Partito Democratico malinconicamente rivendica il poco o nulla fatto dalla precedente amministrazione.

Il Centro Destra semplicemente rende operativi piccoli interventi di piccola manodopera (vedi interventi in Piazza Oplà e disinstallazione varco di San Vitale).

Tutto gossip molto interessante ma che ancora non può che far fare due brevi riflessioni.

Liquido subito la questione epurazioni con una battuta molto serena: “Da quale Pd?”.

Infatti mi pare molto chiaro che il progetto Liberal Democratico sia nella sostanza ma soprattutto nella pratica di fatto archiviato.

Si diano pace quindi coloro che nel tesserificio locale fanno i minestronipolitici non su una coerente linea programmatica ma su di una “coerente linea di convenienza centralista”.

Pistoia. Varco di San Vitale

Il Partito democratico aveva indicato una linea Liberal Democratica capace di riunire in se tutte le tre tradizionali grandi forze politiche popolari (socialisti, comunisti e democristiani). Così non è perché ex comunisti ed ex democristiani si spartiscono le correnti sbandierando pagliacceschistriscioni del riformismo.

Ribadisco dal Liberal Democratico quale tessera?

Il secondo punto più patetico e senza dubbio la nonanalisi concreta della disfatta (simile alla questione delle epurazioni o allontanamenti). Il Pd infatti sacrifica l’evidenza alla propria convenienza..

A Pistoia il riformismo ha contato 4500 voti dati al Bartoli al netto di uno zoccolo duro dell’allegra macchina elettorale delle sinistre disunite e della Destra conservatrice, residuo feticcio di uno schieramento utile ad un elettorato residuale a segnalare il bisogno di cambiamento.

Meno male che in Consiglio Comunale abbiamo all’opposizione due importanti esponenti del moderno riformismo, alludo naturalmente al Cenerini e al Bartoli.

2) L’altra questione (“il punto B”): è ovvio ed evidente l’emergere di un’amarezza nel Pd e soprattutto nelle file dei post RenzianoBertinelliani per i primi semplici interventi ordinari (appunto semplici, semplici!).

Massimo Alby

Il perché non siano stati fatti dalla precedente amministrazione probabilmente lo sapremo quando avranno ammesso che litigarsi posizioni interne al partito serve a poco..

Al centro destra oggi i primi compitini facili che non slegano i dubbi sulla tenuta politico operativa davvero capace domani di una oggettiva stagione del cambiamento che un elettorato residuale e residuato ha comunque chiesto.

È presto per giudicare! Ma è altrettanto naturale chiedersi quanto il voto di protesta locale ricevuto dall’amministrazione di centro destra attuale sarà tradotto nelle attese di cambiamento desiderato.

La mia percezione è che sia naturalmente più complesso per motivi ideologici; dare risposte autentiche di cambiamento semplicemente perché esse contravvengono i parametri di una conservazione tipica della destra e della sinistra.

Bertinelli e Tomasi la pensano allo stesso modo sulla ripubblicizzazione dell’acqua per esempio al netto dei danni e della non sostenibilità dei costi e delle tasse.

Solo un piccolo esempio che mi spinge a temere le difficoltà politiche che saranno presenti come storia patria degli ultimi vent’anni ci insegna.

Massimo Alby

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