Positivo il tentativo dell’amministrazione Tomasi di salvaguardare l’attività della società sportiva ma su una questione analoga, il Legnorosso, diversi membri della giunta, quando erano all’opposizione si comportarono in modo diverso
PISTOIA. Di principio sposiamo il tentativo (riuscito) da parte dell’amministrazione di salvaguardare l’attività dell’US Ramini in nome della funzione sociale che svolge ormai da anni sul territorio.
Sebbene riteniamo che il provvedimento sia, passateci il termine, quantomeno anomalo, da persone di sport, che hanno passato gran parte della loro vita nel mondo dell’associazionismo sportivo e della promozione sportiva, ci fa piacere il cambio radicale di approccio da parte di questa amministrazione sul tema.
Stona però se paragonato a quello che diversi membri della giunta, al tempo all’opposizione, tennero su una questione analoga, il Legnorosso. Perché anche in quel caso ci saremmo aspettati una battaglia in nome della funzione sociale, educativa, di inclusione e avviamento allo sport.
Una battaglia affinché le attività che vedevano coinvolti centinaia di ragazzi e famiglie non venissero sospese.
Purtroppo non fu così. Anzi ricordiamo per chi non avesse memoria, una pesante battaglia politica e mediatica da parte del sindaco e di alcuni membri della giunta con la richiesta di provvedimenti fino addirittura alla richiesta di una commissione di inchiesta che fu nominata per far luce su tutta la gestione.
E poco importa se si trattava di un impianto comunale. La socialità che oggi tuteliamo a Ramini è la stessa che non venne considerata e salvaguardata al tempo.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende. Chissà quale piega avrebbe preso la questione Ramini se fosse arrivata in consiglio nel 2017 o nel 2018 sull’onda della vittoria elettorale e dei proclami di mettere a pulito tutte le questioni incancrenite ereditate.
Crediamo che si sarebbe risolta in tutt’altro modo. E in consiglio non ci sarebbe mai arrivata.
Ma come si dice, oggi siamo vicini alle elezioni e non converrebbe a nessuno bloccare l’attività di centinaia di ragazzi. Come invece convenne, alle opposizioni, bloccarla al tempo in nome del rispetto delle regole, dando inizio a quello che fu poi il cavallo di battaglia della campagna elettorale 2017: il Legnorosso.
Ma ad oggi non possiamo far altro che constatare che niente è cambiato se non la diversa modalità di gestire le questioni quando si fa opposizione rispetto a quando si amministra.
Pistoia in azione