Di tutto ciò che è stato scritto dal Giornale di Pistoia solo una cosa è esatta: lo «stalking giornalistico» non esiste come reato pur se tutta la Procura, dal dottor Coletta in giù, vuole insistere negando l’evidenza in maniera illecita. E meno male che il procuratore capo aveva giurato al Tirreno di essere contrario ai “processi mediatici”…
Dedicato a tutti i perseguitati del «Sistema Palamara»
IL SIGNOR CLAUDIO CURRELI
LAVORA TROPPO DI FANTASIA
È USCITO stamattina, Venerdì Santo, sul Giornale di Pistoia, quella specie di articolo che vedete in testa al mio intervento. Esso porta il lettore fuori-strada sotto qualsiasi profilo.
Come al solito i cosiddetti giornalisti pistoiesi, pronti a scattare sugli attenti appena il padrone fischia, parlano senza conoscere niente di ciò che scrivono. Perciò pubblico qui – e invio a loro con la riserva di cui all’art. 8 (Risposte e rettifiche) della legge 47/1948 – la nota che segue e che dovranno pubblicare.
Punto 1: io non sono più giornalista. Se dio vuole, dal febbraio scorso, e precisamente dal giorno 5, sono un privatissimo cittadino non più iscritto all’Ordine (?). Non siete informati. Come cittadino, quindi, posso scrivere quello che voglio e quando voglio. E lo fo.
Punto 2: non ho mai fatto la guerra al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (Ctu del Tribunale: per caso, in qualche modo legato al signor Claudio Curreli che segue i fallimenti?), ma al Comune di Quarrata, fornendo prove su prove delle falsità e dei favoritismi che i democratici hanno riservato ad alcuni cittadini, fra cui il Perrozzi.
Punto 3: il signor Claudio Curreli non ha verificato niente di quello che ho detto, ma si è semplicemente schierato con il Perrozzi “al buio” e per partito preso. Di questo lo sto chiamando e sarà chiamato a rendere conto nelle opportune sedi.
Punto 4: il Tribunale del Riesame ha appurato che lo stalking giornalistico non esiste. Per questo motivo lasciare le misure restrittive del non avvicinamento al Perrozzi è una palese forzatura viziata da illogicità manifesta. Il Perrozzi dovrà dimostrare tutte le minchiate che ha fatto scrivere alla sua avvocata Elena Giunti. Lì si inizierà a ridere.
Punto 5: mi telefona l’avvocato Bonaiuti e mi chiede chi ha dato le notizie al Giornale di Pistoia, se io o qualcun altro. Mi riferisce che il virgolettato finale del pezzo è una pura invenzione, perché lei non ha rilasciato quelle dichiarazioni.
Il problema, a Pistoia, è e resta la Procura. Un “porto delle nebbie” da cui escono e in cui entrano velieri con vele stracciate. Il capo, Tommaso Coletta, aveva vietato a tutti i subalterni di parlare e passare notizie all’esterno: ma è stato tranquillamente ignorato da tutti. Ciò mostra la sua estrema debolezza come dirigente d’ufficio.
Cari giornalisti part-time: io non intendo essere giudicato da giudici che non sanno e non vogliono neppure obbedire al loro superiore gerarchico. Non siate approssimativi. L’intervento è in 30 righe. Ora pubblicatelo così. Buon Venerdì Santo!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Socrate, in Platone, sostiene che a nessun uomo è dovuto più rispetto che alla Verità.