pistoia. «IVANOV», POETICA A TINTE FORTI

Il cast di Ivanov [Michele Lamanna]
Il cast di Ivanov [Michele Lamanna]
PISTOIA. Quale seconda esclusiva per la Toscana, il teatro Manzoni di Pistoia ospita dal 2 al 4 dicembre (feriali alle 21, festivo alle 16), uno degli spettacoli più belli della passata stagione, avvincente e di grande coralità, molto apprezzato dalla critica e dal pubblico: Ivanov di Anton Čechov, diretto da Filippo Dini e prodotto da Fondazione Teatro Due/Teatro Stabile di Genova. In scena Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Antonio Zavatteri, Orietta Notari, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Fulvio Pepe.

Per questo lavoro, presentato nella nuova traduzione di Danilo Macrì, Filippo Dini ha vinto il prestigioso Premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2016” per la miglior regia, mentre ad Orietta Notari è andato il Premio della Critica Anct 2016 miglior attrice. Scene e costumi sono firmati da Laura Benzi, le musiche da Arturo Annecchino, le luci da Pasquale Mari.

L’incontro della compagnia con il pubblico (sabato 3 dicembre alle 17:30), condotto dal direttore artistico Atp Saverio Barsanti, sarà ospitato nella Sala Cinzia Lupi dell’ospedale San Jacopo di Pistoia (via Ciliegiole) occasione con la quale si rinnova anche quest’anno la felice collaborazione tra il teatro pistoiese e la Direzione Generale Asl Toscana Centro.

Ivanov è la prima delle grandi opere teatrali di Čechov, scritta nel 1887 all’età di 27 anni. Racconta l’ultimo anno di vita di un uomo che si trova a fare i conti con la propria incapacità di vivere, l’inadeguatezza verso il mondo che lo circonda e l’irrimediabile perdita di ogni speranza nei confronti della vita. Essendo una commedia scritta in età giovanile, possiede una portata dirompente di emotività e di erotismo che la rendono carica di un fascino irresistibile. La sua poetica si esprime a tinte forti e la violenza delle situazioni e dei rapporti esplode con brutalità, fino alla morte.

Il personaggio di Ivanov è da iscriversi nel filone di tanta letteratura russa dell’Ottocento (dal Jevgheni Onieghin di Puškin in poi) in cui il protagonista è proprio l’uomo superfluo, come si autodefinisce Ivanov, che non riesce ad applicare le proprie energie alla vita e la cui originalità risiede proprio nella lotta per non soccombere al proprio destino. Le sue aspirazioni intellettuali, unite al senso d’impotenza, fanno di lui un eroe negativo, incapace d’affrontare la crisi.

Ivanov [Michele Lamanna]
Ivanov [Michele Lamanna]
«Ivanov trascina tutti nel tunnel nero dell’inattività, della paralisi mentale e spirituale, tutti lottano contro di lui o tentano di guarirlo – commenta Filippo Dini – Ogni personaggio si pone in relazione a lui secondo le proprie capacità o la propria propensione; nessuno rimane estraneo a questo confronto.

L’immortalità di questo testo e la sua bruciante contemporaneità sta proprio nella descrizione di una “umanità alla fine”, una società sull’orlo del baratro, che avverte l’arrivo di un’apocalisse, che di lì a poco spazzerà via tutto il mondo per come lo abbiamo conosciuto fino a quel momento. Di lì a 30 anni, infatti, ci sarà la Rivoluzione, e anch’essa sarà causa o effetto (a seconda dei casi) di tante rivoluzioni in Europa (…).

La fine di Ivanov, autoinflitta ovviamente, che arriva al termine della commedia, è la fine del nostro Ivanov, quello dentro di noi, che abbiamo visto scalpitare e soffrire e cercare di risollevarsi infinite volte, l’abbiamo visto credere in un nuovo innamoramento e in una nuova speranza (…).

Dobbiamo attendere con pazienza il suicidio del nostro Ivanov, non lo possiamo uccidere perché è imbattibile, dobbiamo aspettare che nella totale consapevolezza, ormai raggiunta alla fine della commedia, debba desiderare la propria morte, solo così potremo godere della rinascita, solo così potremo tornare alla vita, alla speranza e all’amore».

La prevendita è aperta alla biglietteria del Teatro Manzoni (0573/991609 – 27112) e on line su www.teatridipistoia.it e www.boxol.it

[marchiani – atp]

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